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Che succede In Tibet?

category asia orientale | imperialismo / guerra | stampa non anarchica author Thursday March 27, 2008 20:03author by Lee Siu Hin Report this post to the editors

Analisi di Lee Siu Hin sulla situazione attuale in Tibet

Dato che sono un cinese americano con una conoscenza abbastanza buona della cultura, della religione e della storia del Tibet, e conoscendo di persona alcuni tibetani che vivono sia negli USA che in Cina, sento la responsabilità e l'urgenza di far sapere che cosa sta accadendo in quel paese.


Che succede In Tibet?


Nei giorni scorsi, parecchi compagni mi hanno chiesto ripetutamente: ma che cosa sta succedendo in Tibet, e perché mai?

Dato che sono un cinese americano con una conoscenza abbastanza buona della cultura, della religione e della storia del Tibet, e conoscendo di persona alcuni tibetani che vivono sia negli USA che in Cina, sento la responsabilità e l'urgenza di far sapere che cosa sta accadendo in quel paese. Faccio questo con una certa emotività; del resto oggi sta capitando a molti di mescolare argomentazioni dovute all'emotività con i fatti.

Sono ragionevolmente sicuro che i disordini scatenatisi la scorsa settimana a Lhasa, la capitale del Tibet, non possono essere affrontati in maniera manichea. Si è trattato dalla parziale attuazione di un piano attentamente programmato da un "Movimento per l'indipendenza del Tibet", il quale ha profonde radici storiche ed è finanziato dalle potenze occidentali, soprattutto da USA e Regno Unito.

Mi assumo anche la responsabilità di affermare che, sulla base dei reports dei media locali ed occidentali, comprese le interviste ai forestieri, come pure osservando foto e filmati TV, si vede chiaramente un gruppo di persone che attacca altre persone, che brucia negozi ed edifici. Non vi è alcuna prova suffragata da qualche evidenza — fatto salvo per voci non verificate — del fatto che i soldati cinesi avrebbero ucciso monaci e tibetani innocenti.

Storicamente, la Gran Bretagna voleva annettersi il Tibet sin da quando colonizzò l'India 100 anni fa. L'invasione del 1904 agli ordini del Colonnello Younghusband procurò migliaia di morti tra i Tibetani e costrinse il Dalai Lama a fuggire verso la Cina protettrice. Vi invito a cercare in qualsiasi biblioteca in qualsiasi pubblicazione USA o in un atlante le carte della Cina e del Tibet, prima del 1949 (l'anno in cui i Comunisti presero il potere e crearono la Repubblica Popolare Cinese, o anche RPC) e scoprirete che il Tibet veniva riconosciuto come parte della Cina. Non appena la RPC venne costituita e di conseguenza si entrò nel clima di guerra fredda anticomunista, il Tibet improvvisamente uscì dai confini della Cina sulla carte geografiche degli atlanti fatti in USA e Gran Bretagna.

Se siete obiettivi, vi invito a raccogliere e consultare le informazioni disponibili sulle fonti relativamente reperibili: basta andare su Google e digitare "Dalai Lama CIA". Vi appariranno migliaia di links. Michael Parenti nel suo articolo "Friendly Feudalism: The Tibet Myth", pur sostenendo la lotta per l'indipendenza del Tibet, sottolinea pure che:

"... per tutti gli anni '60 la comunità tibetana in esilio ha ricevuto segretamente 1,7 milioni di dollari all'anno dalla CIA, in base ai documenti resi disponibili dal Dipartimento di Stato nel 1998. Quando è uscito questo documento, la stessa organizzazione del Dalai Lama ha diramato un comunicato in cui ammetteva di aver ricevuto milioni di dollari dalla CIA durante gli anni '60 al fine di inviare squadre armate dall'esilio in Tibet per minare la rivoluzione Maoista. Sul libro paga della CIA, il Dalai Lama costava all'anno 186.000 dollari, diventando così un agente pagato dalla CIA. Anche i servizi di intelligence dell'India hanno finanziato il Dalai Lama ed altri esiliati tibetani. Tuttavia si è rifiutato di dire se lui ed i suoi fratelli erano al servizio della CIA... Oggi, sopratutto tramite il National Endowment for Democracy ed altri condotti che appaiono più rispettabili della CIA, il Congresso degli USA continua ad allocare 2 milioni di dollari all'anno per i tibetani in India, più altri milioni per "attività democratiche" destinati alla comunità tibetana in esilio. Il Dalai Lama riceve anche denaro dal finanziere George Soros, il quale gestisce Radio Free Europe/Radio Liberty ed altre istituzioni create dalla CIA".

Se siamo d'accordo sul fatto che la sola missione della CIA sia quella di destabilizzare e persino rovesciare tutti quei paesi che gli USA non tollerano, perché mai non dovrebbe essere così anche nel caso della Cina in Tibet?

Uno dei problemi più grossi che si riscontra nella romantica visione del "Tibet Libero" che caratterizza la Sinistra americana (per ritornare alla situazione prima dell'"occupazione" cinese del Tibet del 1951), è che "... la maggior parte dei gruppi di solidarietà ed ambientalisti che sostengono la causa del popolo tibetano non si è mai posta domande sul ruolo del Dalai Lama nella storia del Tibet, né si è mai interrogata su cosa potrebbe significare per il popolo tibetano un ritorno al potere del Dalai Lama e della sua corte...", come scrive Norm Dixon sul Green Left Weekly.

Invece Dixon spiega che "romantiche nozioni quali quella sulla natura "pacifica" ed "armonica" della vita monastica dei monaci buddhisti del Tibet dovrebbero essere seriamente verificate nella realtà... Il "governo" tibetano di Lhasa era composto di lama selezionati in base alla loro pietà religiosa. A capo di questa teocrazia c'era il Dalai Lama. I concetti di democrazia, diritti umani, di istruzione universale erano del tutto sconosciuti. Nel 1950, il Dalai Lama e la maggiorana della sua elite erano d'accordo nel rinunciare di fatto all'indipendenza del Tibet una volta che Pechino li avesse rassicurati sul mantenimento del sistema di sfruttamento. Nove anni dopo e solo quando i monaci videro minacciati i loro privilegi, scoppiò la rivolta. Improvvisamente le parole "democrazia" e "diritti umani" entrarono a far parte del vocabolario del governo in esilio, le cui operazioni partivano dal Dharamsala in India".

Un altro problema che vedo in questa ennesima saga tibetana è l'accusa unilaterale dei governi occidentali e la copertura data dai media. Quanti di voi hanno avuto modo di leggere resoconti dalla Cina? Certamente potreste squalificarli come "propaganda comunista dalla Cina". Ma vorrei rammentarvi che non sono stati forse i media dell'Occidente, come il New York Times, la CNN, e Fox News a mentire sulla Prima Guerra del Golfo, sulla Seconda Guerra del Golfo, sulle Armi di Distruzione di Massa e sull'invasione di Iraq ed Afghanistan?

Tuttavia, non voglio scansare le differenze di opinione tra me ed i miei amici attivisti, per cui chiederei loro di prendere in considerazione la seria questione della richiesta di indipendenza del Tibet da un lato, mentre dall'altro si impongono sanzioni contro la Cina. Applicando questa stessa logica perché allora non sostenere:

- la restituzione ai Nativi Americani delle terre degli antenati a loro rubate dai coloni bianchi (e cioè la maggior parte del territorio degli attuali Stati Uniti) negli ultimi 300 anni, proprio ora che i Nativi stanno chiedendo l'indipendenza dagli USA? (vedi movimento della nazione dei Lakota per la restituzione delle Black Hills nel Sud Dakota, ndt)

- le richieste degli attivisti messicani americani per la restituzione al Messico di tutto il sud-ovest degli Stati Uniti (dalla California al Texas), illegalmente sottratto al Messico con la guerra del 1846-48?

- un appello alla comunità internazionale per sanzioni economiche ed embargo internazionale contro gli USA a causa delle guerre illegittime e degli omicidi di massa in Iraq e Afghanistan, richiedendo l'appoggio dell'ONU con una risoluzione che mandi truppe negli Stati Uniti per disarmare l'esercito, arrestare i generali e mandarli poi davanti al Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra?

Se mi si risponde che: "Tutto ciò è folle, non succederà mai!" allora vi dovreste chiedere: "Cosa c'è di sbagliato in tutto ciò?".


Lee Siu Hin

Marzo 18, 2008


Lee Siu Hin è da lungo tempo attivista pacifista, per i diritti umani, dei migranti e dei lavoratori. Produttore per un lungo periodo della Pacifica Radio KPFK di Los Angeles e di WBAI New York. Fondatore e coordinatore nazionale del National Immigrant Solidarity Network (http://www.ImmigrantSolidarity.org), della ActionLA Coalition (http://www.ActionLA.org) e del Peace NO War Network (http://www.PeaceNOWar.net)

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.

Originale in inglese a:
http://www.peacenowar.net/newpeace/index.php?option=com_content&task=view&id=428&Itemid=1

Related Link: http://www.peacenowar.net

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