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Wednesday October 04, 2006 19:33 by Federazione dei Comunisti Anarchici - FdCA fdca at fdca dot it
Mozione finale VII Congresso FdCA Testo della mozione finale del VII Congresso Nazionale della Federazione dei Comunisti Anarchici, svoltosi a Cremona il 1 ottobre 2006 che racchiude la tattica generale dell'organizzazione nel prossimo futuro.
1. Il decennio prossimo venturo
[ English] [ Ελληνικά] [ Português] [ Castellano]7° CONGRESSO Federazione dei comunisti anarchici Cremona, 1 ottobre 2006 Per un nuovo movimento contro il neoliberismo,
1. Il decennio prossimo venturo Contro la stagione ed il ciclo di lotte sociali, sindacali, politiche espresse dai movimenti di opposizione al neoliberismo, che hanno attraversato il mondo a cavallo tra XX e XXI secolo, si è scatenata la dura reazione degli Stati e si sono inasprite le condizioni generali di vita e di sopravvivenza di centinaia di milioni di proletari resi sempre più schiavi dello sfruttamento capitalista. Sembrano caratterizzare il futuro decennio le tendenze
Infatti, superati gli scandali finanziari e l'urgenza delle authority, sembra riprendersi il capitalismo finanziario e con esso le politiche monetarie tese all'infanticidio di qualsiasi ripresa economica e di avvio di un ciclo espansivo, a colpi di rialzi dei tassi di interesse, strozzatura del credito e dumping sociale. Infatti, constatati gli effetti controproducenti della precarietà sulla produzione e sulla competitività, sembra assistere
privilegiando una rete neuronale di siti e relativi corridoi di capitali e materie prime su cui si coagulano investimenti pubblici e privati, impoverendo grandi aree circostanti. Infatti, scatenata dagli USA, nell'ultima decade del XX secolo, la diffusione di un regime di guerra endemica per il controllo sul sistema di dipendenze imperialista, si soffia sul fuoco del militarismo e del nazionalismo (con le sue varianti religiose ed etniche) per usare il controllo/destabilizzazione dell'area mediorientale-turanica e per distruggere l'autonomia delle classi sfruttate costringendole a schierarsi per uno Stato, per una religione, per delle élite a cui consegnare il loro attuale e futuro destino di sfruttamento. In questa situazione è necessario rilanciare un grande movimento internazionale contro il neo-liberismo, contro la precarietà, l'esclusione e l'emarginazione e con esso il grande movimento contro la guerra e per la pace. Perché,
2. L'internazionalismo proletario delle lotte popolari La FdCA, quindi, appoggerà, promuoverà, sosterrà ogni iniziativa tesa alla ricostruzione di un grande movimento internazionale
un grande movimento internazionale che abbia testa e gambe nelle organizzazioni di base sociali, sindacali, culturali, politiche, antimilitariste nonché nella capacità di federabilità delle lotte che si sviluppano su base nazionale ed internazionale. A tal fine la FdCA
3. Il nuovo compromesso storico italiano In Italia, la vittoria elettorale del centro-sinistra ha provveduto alla sostituzione di un ceto politico di reazionari ed avventurieri, propugnatori di un progetto sociale di selezione di classe, con un ceto politico di razionalizzatori e di tecnocrati, convinti fautori delle virtù salvifiche del liberismo e della compartecipazione delle classi sociali lavoratrici al rilancio capitalistico del paese. Lo sforzo in chiave antiberlusconiana dei movimenti di opposizione è stato premiato con la sconfitta della Casa della Libertà, ma non con la sua disfatta politica o con una reale discontinuità con le politiche neoliberiste. Una sia pure flebile - e soprattutto mal riposta - speranza di aprire una fase espansiva dei diritti e delle condizioni di vita delle classi subalterne non trova infatti risposta oggi nelle scelte politiche del centro-sinistra. E' per questa ragione che assistiamo ad un fenomeno di semiparalisi dei movimenti, incerti sulla strategia da seguire - permanendo intatto il fattore Berlusconi come remora verso scelte conflittuali rispetto al governo Prodi - nonché frenati dallo schieramento di campo di un ceto politico, ieri "intellighenzia rivoluzionaria" dei movimenti, oggi tristemente ed inevitabilmente impantanato nelle compatibilità parlamentari. La stessa proiezione su base quinquennale del programma dell'Unione induce un atteggiamento attendista e codista che potrebbe pregiudicare gravemente la capacità di mobilitazione dal basso dei movimenti sociali, sindacali e culturali che si sono opposti duramente al governo della CdL nel lustro precedente. 3.1 La trappola dei comuni interessi opposti Occorre rompere gli indugi e non farsi cogliere titubanti tra le false coppie di prospettiva che l'Unione, la Confindustria e la Banca d'Italia intendono perseguire nei prossimi 5 anni, quali:
Contro questa logica migliorista che intende inglobare in un partneriato suicida le organizzazioni sindacali post-concertative ed una sinistra ancora immersa nel grigiore antiberlusconiano, è necessario rilanciare una campagna di mobilitazione per uscire dalle secche delle compatibilità, che veda protagonista un nuovo movimento di opposizione. Un movimento che sappia liberarsi della zavorra dell'Unione poiché sa riconoscere e sa respingere nelle scelte del governo di centro-sinistra un "normale" progetto interclassista di condivisione dello sfruttamento capitalistico e della legittimità statuale.
4. Un nuovo movimento di opposizione in Italia La FdCA, perciò, appoggerà, promuoverà e sosterrà ogni iniziativa nel segno della ricostruzione di un movimento di opposizione che sappia
4.1 Per lo sviluppo di un movimento sindacale conflittuale Uno dei punti di forza di tale movimento è lo sviluppo ed estensione delle mobilitazioni dei lavoratori/trici, comunitari e migranti:
4.2 La lotta globale alla globalizzazione Strettamente legato alle lotte sindacali è lo sviluppo e radicamento di movimenti e mobilitazioni a carattere anticapitalistico ed antiautoritario, laico ed internazionalista per combattere:
4.3 La nuova generazione antifascista Componente decisiva di un nuovo movimento di opposizione e di lotta è lo sviluppo e la diffusione di una nuova cultura popolare dell'antiautoritarismo e dell'antifascismo che
4.4 Antirazzismo La presenza di lavoratori e lavoratrici stranieri, ormai radicata, non deve costituire un anello debole su cui vengano scaricate le tensioni sociali e le contraddizioni di questa società. Occorre:
4.5 La nuova generazione femminista A decenni dalla fine delle lotte femministe di massa, in parte involute in un femminismo d'èlite e istituzionale, l'offensiva patriarcale si sta scatenando sul piano economico, culturale, religioso, sociale e legislativo. Una rinascita della cultura e della pratica politica femminista è necessaria ad ogni livello della vita sociale per il mantenimento, la condivisione e l'allargamento di spazi di libertà e di autoderminazione individuali e collettive. Consideriamo settori strategici per le lotte femministe:
4.6 Un movimento orizzontale, senza comitati centrali Ma il successo di un nuovo movimento di opposizione e di lotta sta nell'apertura di un processo di federabilità di lotte, di soggetti sociali, sindacali e politici per costruire e generalizzare un'opposizione sociale ampia e radicale su basi orizzontali; per la diffusione di un progetto sociale alternativo dal basso ed autogestito. A questo lavora e lavorerà la FdCA.
5. Le prospettive a breve termine Nel breve periodo, la FdCA intende contribuire alle lotte
6. L'alternativa libertaria come orizzonte La FdCA intende, perciò, sviluppare la sua azione politica per
Cremona, 1 ottobre 2006 FEDERAZIONE dei COMUNISTI ANARCHICI Documento finale del VII Congresso
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Un eccellente documento che propone un strada contro gli attacchi neoliberisti senza cadere nella trappola di sostenere il centro-sinistro. Tuttavia, farei due commenti, nella consapevolezza che so poco al riguardo della politica italiana.
1. Il documento dice "occorrerà marcare la totale indipendenza da ogni istituzione politica ed economica (non ci sono Stati, né governi, né mercati interessati a combattere il neo-liberismo)".
Non sono sicuro di essere d'accordo - dipende da quello che si intende qui. Naturalmente, la parte finale è vera. E noi siamo sempre fautori dell'indipendenza politica della classe lavoratrice. Ma dovremmo anche avere libertà di rivendicazioni dallo Stato. Specialmente dal momento che il neoliberismo privilegi la privatizzazioni dei servizi ed i tagli di tutto ciò che sostiene i disoccupati, i lavoratori poveri, l'ambiente. Opporsi a questi tagli e a quese privatizzazioni necessariamente implica la continuazione dei servizi forniti dal governo. Dopotutto, è proprio il governo che dice di rappresentare "la comunità" e "il pubblico". E' giusto pretendere che esso adempi le sue responsabilità e denunciarlo quando non lo fa (*proprio perché* "non ci sono Stati, né governi... interessati a combattere il neo-liberismo").
2. Il testo dice che "occorrerà reclamare la pace" e che bisogno essere "contro la guerra, richiedendo il cessate il fuoco, la smilitarizzazione ed il disarmo ad ogni Stato, élite etnica o religiosa". [In realtà, il testo dice che la FdCA "appoggerà, promuoverà, sosterrà ogni iniziativa tesa alla ricostruzione di un grande movimento internazionale (...) contro la guerra (...)"]
La pace è un bene, certo. Ma non ci potrà essere pace finché sopravvivrà il capitalismo. Ci saranno lotte violente da parte di popolazioni oppresse. Vanno sostenute. La lotta degli iracheni contro gli imperialisti statunitensi (e altri dell'Occidente) non è dovuta semplicemente al fatto che esistono delle elite cattive. *Se le masse irachene dovessero rovesciare la loro "élite etnica o religiosa", dovrebbero COMUNQUE portare avanti una guerra contro gli aggressori americani!* Forse il documento propone che *gli iracheni dovrebbero rigettare la propria élite per poi disarmare e scegliere metodi pacevoli e non violenti per contrastare gli invasori?* Si potrebbe intendere così il significato di quella frase, così come scritto, anche se faccio fatica a credere che i nostri compagni italiani sono dei pacifisti.
Il riferimento alle donne e al femminismo mi riporta in mente una domanda che ho già fatto altre volte: se un raggruppamento non proletario (che però si sovrappone con la classe lavoratrice) ha il diritto di lottare contro la sua oppressione (le donne contro il patriarcato), perché allora un altro raggruppamento non proletario (una nazione oppressa) non possa avere lo stesso diritto di combattere contro il proprio oppressore? Naturalmente noi anarchici rivoluzionari ci opponiamo alle "élite etnic[he] o religios[e]" borghesi e feudali, così come ci opponiamo alla dirigenza borghese degli organismi femministi, ma non dobbiamo mai opporci alla lotta dei popoli oppressi in quanto tali.
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