|
Recent articles by Gianni Sartori
Le agenzie di "analisi" di rischio e violazione delle sovranità Nov 19 17 Ora che la crisi del capitale sta mostrando la propria mostruosità tra... Oct 20 17 IN MEMORIA DI MAURIZIO GIARON Jun 20 17 VICENZA IN MANO NEMICA![]() ![]() ![]() ![]() Un modesto \\\"si parva licet\\\" che la dice lunga sullo stato di sudditanza imperante a Vicenza nei confronti degli invadenti \\\"ospiti\\\" a stelle e strisce. Nonostante la decennale lotta del presidio No dal Molin, comunque degna di rispettosa memoria AIUTO! Vicenza è in mano nemica! |
Front pageJoint Statement of European Anarchist Organizations International anarchist call for solidarity: Earthquake in Turkey, Syria and Kurdistan Elements of Anarchist Theory and Strategy 19 de Julio: Cuando el pueblo se levanta, escribe la historia International anarchist solidarity against Turkish state repression Declaración Anarquista Internacional por el Primero de Mayo, 2022 Le vieux monde opprime les femmes et les minorités de genre. Leur force le détruira ! Against Militarism and War: For self-organised struggle and social revolution Declaração anarquista internacional sobre a pandemia da Covid-19 Anarchist Theory and History in Global Perspective Capitalism, Anti-Capitalism and Popular Organisation [Booklet] Reflexiones sobre la situación de Afganistán South Africa: Historic rupture or warring brothers again? Death or Renewal: Is the Climate Crisis the Final Crisis? Gleichheit und Freiheit stehen nicht zur Debatte! Contre la guerre au Kurdistan irakien, contre la traîtrise du PDK Meurtre de Clément Méric : l’enjeu politique du procès en appel Comunicado sobre el Paro Nacional y las Jornadas de Protesta en Colombia |
View Comments Titles Only
save preference
Comments (1 of 1)
Jump To Comment: 1VICENZA: I DISCENDENTI POLITICI DEI COLLABORAZIONISTI REPUBBLICHINI REVISIONANO LA STORIA
(Gianni Sartori)
Nel mio articolo in memoria di Sarà Gesses (la bambina ebrea di Padova, prima segregata nel campo di Vò Vecchio, transitata poi per la Risiera di San Sabba e infine assassinata all’arrivo nel campo di Auschwitz) avevo stigmatizzato quanto sta scritto – inciso – nella lapide di Villa Contarini Venier in memoria dei deportati ebrei che non fecero ritorno a casa, ossia: “…durante l’occupazione tedesca…”.
Sostanzialmente un modo per stendere un velo poco pietoso sulle responsabilità dei fascisti e della polizia nostrani.
Ieri (10 novembre) la cosa si è ripetuta a Vicenza, città medaglia d’oro della Resistenza, ma da qualche mese sotto un’amministrazione di destra, tanto di destra.
L’eccidio dei “Dieci martiri” (1944) viene ricordato ogni anno proprio dove sorge il piccolo monumento costruito sul luogo della fucilazione. Vicino al ponte della ferrovia, tra i fiumi Bacchiglione e Retrone. Qualcuno che all’epoca era ragazzino mi ha raccontato con emozione di aver assistito al macabro rito. I dieci giovani, prelevati dal carcere di Padova (una “concessione” alle richieste del vescovo Carlo Zinato che aveva chiesto ai nazifascisti di non infierire ancora sui vicentini, già provati, per non esasperarli!), vennero trascinati a forza lungo i binari. Aveva potuto anche assistere ai vani tentativi di alcuni di loro per sottrarsi alla stretta degli aguzzini. E poi le grida, gli spari…il colpo di grazia e infine silenzio.
Tra i fucilati, anche alcuni sinti che si erano integrati nel movimento partigiano. Una triste pagina di storia vicentina, città e provincia che hanno pagato un forte tributo di sangue alla causa della Liberazione (Torquato Fraccon, Dino Carta, Toni Giuriolo, Chilesotti, Ismene Manea…e poi i martiri di Grancona, di malga Zonta, gli impiccati di Bassano…).
Bene. Anzi, male, molto male. Ieri i manifesti del Comune – per la prima volta – non riportavano la tradizionale dicitura “i nazifascisti fucilavano per rappresaglia” bensì una rilettura l’edulcorata dell’eccidio “compiuto dalle truppe di occupazione”.
Stesso stile – e medesima ipocrisia da “italiani brava gente”- della lapide di Vò Vecchio.
Non solo. Nel manifesto adottato dall’amministrazione comunale i valori “della Costituzione” hanno sostituito quelli “della Resistenza” delle precedenti versioni.
Il vicesindaco, Matteo Tosetto, presente alla cerimonia di ieri (obtorto collo, si presume) ha ribadito che la scelta dei termini non era casuale, ma una scelta precisa in quanto si voleva agire ” in ottica di memoria condivisa”.
Memoria condivisa tra vittime e aguzzini? No, grazie.
Danilo Andriollo, presidente dell’ANPI, ha voluto esprimere la sua disapprovazione per l’accaduto.
Soprattutto perché “introdurre queste modiche in un momento in cui il sindaco riceve Forza Nuova e il MIs e il presidente del consiglio comunale incontra Casa Pound, rappresenta un tentativo di revisionismo storico».
Gianni Sartori