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Milano (30/31 gennaio 2016) "Siamo il sangue nuovo nelle arterie delle metropoli”

category italia / svizzera | la sinistra | opinione / analisi author Saturday February 13, 2016 20:50author by Tamara Alderighi e Viap - Alternativa Libertaria/FdCA Report this post to the editors

riflessioni connesse ai lavori delle due giornate organizzate dal Leoncavallo (Spazio Pubblico Autogestito)

Come militanti di Alternativa Libertaria/FdCA abbiamo partecipato alla due-giorni di Milano seguendo i tavoli "Metropoli e lavoro" e "Democrazia, reddito, ecologia". Qui di seguito il report della nostra esperienza.
"Siamo il sangue nuovo nelle arterie delle metropoli”
"Siamo il sangue nuovo nelle arterie delle metropoli”

Come hanno fatto tutti i presenti all'iniziativa, va riconosciuto al Leoncavallo il valore reale di avere organizzato questa bella iniziativa che ha messo insieme più di un centinaio di giovani, giovanissimi e sopravvissuti alla grande delusione post anni sessanta/settanta. Una presenza "di ambo i sessi" come ormai in questi anni bui si cerca di sottolineare, tanto per dare peso al -forse unico- elemento che ha preso forza unificante, almeno in gran parte della sinistra: l'affermazione del genere femminile nel linguaggio.

Va anche apprezzato la qualità e l’entusiasmo del documento finale uscito dall'assemblea, offerto ("come suggestione") ai presenti all'inizio della assemblea conclusiva dai dirigenti del Leoncavallo e integrato successivamente con i contributi emersi lì per lì. Il documento, allegato di seguito a queste note, rappresenta bene e con grande attenzione descrittiva i contenuti politici propositivi emersi dal ricco dibattito. Ci auguriamo che il tutto proceda per il meglio, come desiderato e desiderabile.

Ci possiamo quindi limitare ad evidenziare alcuni aspetti, selezionati sulla base delle motivazioni della nostra presenza.

Da sottolineare comunque un dato qualitativo importante emerso dal dibattito, che potrebbe rivelarsi anche di grande valore politico nei prossimi anni: questa profonda crisi pluridecennale della sinistra, divenuta progressivamente incapace di formulare analisi sul contesto socio-economico in grado di sollecitare innovazioni adeguate ad orientare la trasformazione epocale in atto, sembra aver generato nelle ultimissime generazioni non solo un sincero interesse a cambiare il mondo, occupandosene in prima persona -e per tutti, non solo per sé stessi- ma anche un sano senso di responsabilità nei confronti delle conseguenze dei propri atteggiamenti e delle proprie azioni, nell'intenzione di renderli sempre più efficaci e coerenti con gli ambiziosi obiettivi che sentono di voler raggiungere con serena passione.

LE MOTIVAZIONI DELLA NOSTRA PRESENZA

Alla ricerca delle "buone pratiche"

Una delle motivazioni è stata la ricerca di "buone pratiche" da acquisire dalle molte associazioni che avevano preannunciato la loro presenza, per prenderne coscienza e elementi di sapienza da praticare e diffondere là dove anche noi siamo presenti. In particolare l’ interesse primario era di individuare possibili intersezioni tra bisogni e lavori, per immaginare una ipotesi di cooperazione a tutto tondo adeguata a superare -nei fatti- la frattura fra la sfera sociale e la sfera politica, e a mettere insieme saperi e relazioni in grado -finalmente- di generare trasformazione. Il contesto di post-democrazia ci offre infatti l'immagine di una società ferita e spossata da una frenetica rincorsa per la sopravvivenza; una società ancora viva e vitale, ma anestetizzata quasi totalmente nella sua capacità di risposta collettiva.

SOTTO IL PROFILO DEL LAVORO

La due giorni del Leoncavallo, dopo le analisi e le inchieste, ha posto il nodo del fare delle pratiche (che pure esistono) delle lotte (che pure sono presenti), della frammentazione e della mancanza di circolazione dei contenuti e delle stesse forme che assumono. La precarietà viene letta come tratto che unisce le rivendicazioni di base: diritto al reddito e alle tutele (malattia, maternità, previdenza); regimi fiscali; formazione.

Ma il punto fondamentale, se si vuole costruire posizioni rivendicative, è costituito dagli spazi dove creare elementi di mutualismo, solidarietà e aggregazione. Se si riprende a discutere e ad operare rispetto al mondo del lavoro nel merito e avendo presenti le sue modifiche-trasformazioni, chi è dentro e sta nella classe -come noi comunisti libertari- ha un ruolo importante da assumere.

Il mondo del lavoro ha subito trasformazioni radicali e ulteriori se ne stanno sviluppando sotto i nostri occhi. La sua realtà irrompe negli spazi autogestiti (centri sociali) ma al contempo rappresenta una possibile via d'uscita allo stato di crisi del ruolo di quest' ultimi. Le lotte nel settore della logistica sono state durissime ma non sono più sufficienti, "occorre trovare alleanze"; siamo entrati in un'altra fase. L'avversario di classe attua contromisure efficaci, rese possibili dall'applicazione delle tecniche digitali e più in generale dagli spazi sempre più ampli dell'informatica nell'organizzazione del lavoro, dalla messa a mercato dello stato sociale, dall'appalto delle funzioni aziendali (25% in media) come committenza. Vedi l’inchiesta e il monitoraggio sul lavoro autonomo di seconda generazione e sul lavoro indipendente. Permangono differenze significative tra il salario e la remunerazione, ma il tempo di lavoro viene culturalmente presentato per sfruttare il lavoro gratuito del medesimo, giocando sui desideri del singolo soggetto: "tu non fai un lavoro, tu sei nel business". Sono lavoratori difficilmente avvicinabili (l’individualismo è un tratto fondante) e non sono facilmente organizzabili; rimane quindi aperto il come farli entrare (sono in aumento dal punto di vista numerico) a pieno titolo e organicamente riconosciuti nel lavoro e tra i lavoratori (ricomposizione). Le diverse forme associative sia in Usa che in UE presentano differenze sostanziali verso chi risulta orientato maggiormente su impostazioni "sindacali" e chi verso azioni di lobbying.

PER PUNTI ALCUNI DEI “BUONI” COMPORTAMENTI CONSIGLIATI


In effetti non sono venute fuori grandi novità concettuali sulle "buone pratiche" e sulle possibili intersecazioni tra i lavori (il passato ci ha già insegnato molto). Anche le novità più singolari, portate dalle compagne di Madrid e del Kurdistan, non possono essere pubblicate per incertezza sui dati raccolti, ascoltati solo dalla voce delle interpreti e senza la riprova di documenti (magari su quelle esperienze si può chiedere che venga fatta una scheda).

Ma quanto emerso è comunque da considerare di grande utilità per chiunque desideri "dar corpo all'alternativa e trasformare il presente". Eccolo per punti.

1. Potenziare la circolarità per mettere insieme saperi e competenze.

L'esigenza primaria di tutti è stata quella di generalizzare l’impegno per superare il grande frazionamento esistente, per cercare nuove strade adatte a costruire "insieme" un'alternativa al presente (“facendo due passi indietro, per fare un passo avanti tutti insieme”) per uscire da questa paradossale situazione in cui le nostre realtà sono così tanto frazionate da non essere più "nè un pericolo per il sistema, nè una risorsa per il cambiamento"; cercando quindi di “bonificare i conflitti tra di noi per tenersi uniti”, ripartendo dal basso per non ripetere le esperienze fallimentari della sinistra; c'è bisogno di unità anche nel cercare strade di cambiamento, per cambiare metodo, lessico e organizzazione;

2. Riflettere sull’esercizio dell’egemonia.

Altra area affrontata è stata l’esercizio dell'egemonia nelle diverse realtà, al proprio interno e verso l’esterno, visto che la competitività nel decidere cosa e come farlo può anche creare conflitti significativi; egemonia da esercitare con umiltà e con una orizzontalità laica, ponendosi il problema di come si discuta e di come si formi la decisione, per capire come si può impostare concretamente un lavoro collettivo; il tutto abbandonando i metodi decisionali gerarchici delle organizzazioni politiche tradizionali della sinistra; se non si riesce a comunicare con circolarità non si possono mettere insieme -criticamente- saperi ed esperienze;

3. Farsi riconoscere come organizzazioni credibili, capaci di sollecitare azioni politiche sul territorio.

Un governo consapevole -e trasparente- dell’egemonia, può diventare un modo “sano” per essere riconosciuti come "maestri" di nuove pratiche e di nuove modalità relazionali, per riconquistare sul campo quella credibilità “di persone oneste” -realmente interessate al cambiamento- che le organizzazioni politiche e le stesse istituzioni non sono più in grado di garantire; questa fiducia può facilitare una azione di stimolo propositivo affinchè i territori possano ridiventare soggetto politico attivo, ricominciando a decidere sulle modalità del proprio vivere quotidiano, sullo sviluppo del welfare e del benessere delle persone, vissute nella loro globalità nell’insieme delle proprie attività vitali, espressive e relazionali, in cui il lavoro non sia solo un modo per acquisire un reddito, ma nemmeno l’unica identità rappresentativa di sé.

4. Constatare che per essere riconosciuti bisogna anche essere riconoscibili


Ci sono delle condizioni di vita che per essere capite vanno affrontate in modo sistemico. Per essere riconoscibili come soggetti di cambiamento è opportuno fare anche un lavoro di sistematizzazione concettuale delle lotte sociali e delle buone pratiche, tanto da inserirle in una cornice unificante che ne semplifichi la comprensione e ne renda più accessibile e immediata la visibilità del rapporto causa-effetto anche per persone non abituate a “fare politica”, ma che vivono quotidianamente sulla propria pelle le ricadute delle scelte politico-economiche capitalistiche; forse così la diffusione e la messa in rete delle nuove forme di organizzazione collegate al cibo, all'arte, all'ambientalismo, al patrimonio, ecc... potrà trasmettere più efficacemente il senso ed il valore reale delle nuove pratiche.

5. lavorare sullo spazio simbolico e culturale e sulle parole; dotarsi di analisi adeguate a collegare la realtà locale ai processi socioeconomici in atto nel pianeta

Altra direzione di lavoro per trasformare il presente è assumere una visione globale adeguata a ricostruire un immaginario collettivo capace di attivare una desiderabilità sociale, con la valorizzazione di esperienze e saperi che possano diventare patrimonio sociale di conoscenza acquisita, in cui si possa: dimostrare l’esistenza anche di fabbriche senza padrone, dotarsi di spazi mutualistici, rompere il senso comune che il patrimonio possa essere gestito solo dallo stato o dalla speculazione o dalle occupazioni, ma che si possono trovare modalità altre; .... ; ricominciare a declinare categorie -come uguaglianza- che la sinistra non usa più; ricostruire l’immaginario di una cooperazione da contrapporre, nel quotidiano delle nostre città, alla devastante deriva mistificante delle organizzazioni nazionali delle cooperative, che hanno ormai abdicato alla loro -tradizionale- funzione (tendenzialmente rivoluzionaria), sposando gran parte dei metodi di sfruttamento capitalistico del lavoro e dei lavoratori in carne ed ossa (è stato riferito che in Emilia danno anche 4/6 € per un'ora di lavoro). Per difendere il proprio territorio dagli attacchi di forze potenti supportate al livello nazionale e internazionale, diventa inoltre sempre più necessario dotarsi di una analisi adeguata a capire i processi in corso che colleghi la realtà locale a quella planetaria; discutere sul modello di sviluppo capitalistico per riconquistare democrazia e diritti sociali del lavoro, affrontando seriamente la questione ambientale e la conversione ecologica dell'economia all'interno di confini sostenibili dal pianeta.

Tamara Alderighi, Annibale Viappiani, comunisti libertari in Alternativa Libertaria / FdCA

Il report finale del Leoncavallo.

Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito ha pubblicato qualcosa su Democrazia, reddito, ecologia.

Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
1 febbraio alle ore 17:23

Grazie a tutti per il bellissimo week-end.
Questo il report finale.

https://www.facebook.com/notes/leoncavallo-spazio-pubbl...27986

Related Link: http://www.fdca.it

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