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Contrastare le tendenze alla concentrazione del potere economico e del potere politico

category italia / svizzera | vari | documento politico author Sunday May 24, 2015 18:57author by Consiglio dei Delegati AL/FdCA - Alternativa Libertaria/FdCAauthor email fdca at fdca dot it Report this post to the editors
I processi di concentrazione del potere economico e del potere politico si sono dispiegati a livello europeo ed ora italiano con un'incidenza sempre più ampia ed acuta sulle condizioni sociali di milioni di lavoratori salariati e di lavoratori interinali, sottopagati e desindacalizzati.


Contrastare le tendenze alla concentrazione del potere economico e del potere politico


I processi di concentrazione del potere economico e del potere politico si sono dispiegati a livello europeo ed ora italiano con un'incidenza sempre più ampia ed acuta sulle condizioni sociali di milioni di lavoratori salariati e di lavoratori interinali, sottopagati e desindacalizzati.

Ben presto (giugno), alle autocratiche istituzioni europee garanti della crisi di ristrutturazione capitalistica in atto verrà messo a disposizione un programma di controllo dell'economia noto come Capital Market Union. Si tratta della costruzione di un mercato unico dei flussi finanziari, in cui non sono più previste barriere che blocchino gli investimenti transnazionali all'interno dell'eurozona. Si avvia a compimento il passaggio da un capitalismo a base prevalentemente nazionale a un capitalismo mondializzato o transnazionale, fortemente integrato soprattutto a livello europeo e euro-statunitense. I processi di integrazione europea sono del tutto funzionali a questa trasformazione che è in atto ormai da quasi 40 anni con la progressiva centralizzazione dei capitali, palesemente vincente sulla difesa delle prerogative dello stato nazionale, a ratifica di quanto sta già avvenendo a livello produttivo.

Anche la struttura economica italiana è in fase avanzata di trasformazione, sollecitata dalla forte internazionalizzazione, dall'affermazione dei mercati finanziari e delle borse e dalla crisi. La ricerca e l'approvvigionamento di capitali da parte delle imprese avverrà sempre di più mediante la borsa e quindi attraverso i mercati finanziari internazionali. Il governo Renzi si appresta dunque ad emanare una serie di riforme normative, che permettano al sistema finanziario italiano di operare nelle stesse condizioni degli altri Paesi, ad esempio incrementando l'investimento dei fondi pensione e del risparmio degli italiani in borsa. In questo modo, il governo Renzi agisce in coerenza con le politiche europee di riduzione del debito pubblico (la ragione per la quale tutti i proletari sono chiamati a sostenere duri sacrifici generazionali) e dei tassi d'interesse sui titoli di stato che hanno drenato risparmio dal settore pubblico a quello privato, aumentando la capitalizzazione della borsa.

Il governo prevede interventi per liberare le banche dai titoli spazzatura - a spese della collettività - e per spingere imprese non quotate in borsa ad agganciare la gigantesca razionalizzazione delle imprese in atto a livello europeo caratterizzata da fusioni e acquisizioni, tipica di una fase di crisi molto profonda.

Da questi fenomeni di concentrazione e centralizzazione, favoriti dallo sviluppo dei mercati finanziari, non scaturirà alcun impulso per la produzione né per la ripresa dell'economia reale, bensì solo migliori condizioni di profitto per i grandi gruppi transnazionali. Le economie e gli stati nazionali saranno ancora più dipendenti dai movimenti dei mercati finanziari. Con effetti di ulteriore peggioramento sulle condizioni dei lavoratori. La concentrazione del potere economico si associa inevitabilmente ad una maggiore concentrazione del potere politico: Jobs Act, Italicum e Buona Scuola ne sono esempi diretti.

La pressione di questi processi è tale che si è intensificata la capacità di dissenso da parte di un composito movimento sociale che va dalle lotte nella logistica al mondo della scuola, dalla campagna No Expo, alla denuncia dei trattati del TTIP, dalle reti di autoproduzione ai comitati che si oppongono allo scempio dei territori, per la difesa dei beni comuni e dei servizi essenziali.

Di fronte all'opera di distruzione operata dai processi di concentrazione economica e politica, occorre dare il massimo risalto alla capacità di costruzione e ricostruzione di diritti, di relazioni sociali, di solidarietà, di una possibile alternativa che si rinviene all'interno di questi fronti di lotta, contribuendovi da parte degli anarchici con una inclusione caratteristica per la prassi libertaria alla base e per obiettivi praticabili ad ampio livello di partecipazione.


90° Consiglio dei Delegati

Alternativa Libertaria/FdCA

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