Gli abitanti del villaggio palestinese di Bil'in lottano da 10 anni contro la costruzione del muro della separazione ed il conseguente esproprio delle loro terre. E' stata da subito una lotta non-violenta, portata avanti insieme ad attivisti ebreo-israeliani ed internazionali, che ha influenzato dozzine di altre lotte similari in tutta la Cisgiordania. In questo contributo, l'anarchico israeliano Ilan Shalif spiega qual è il significato della resistenza di Bil'in e vi ripercorre la sua esperienza personale. [English]
Il secondo incontro intercontinentale dell'EZLN in Spagna nel 1997, in solidarietà con la lotta del Chiapas, diede i natali all'iniziativa nota come Peoples' Global Action (PGA) per sostenere le lotte contro la globalizzazione neo-liberista.
Nel 2002, una dozzina circa di attivisti israeliani che erano già stati in Spagna, parteciparono a Leida, in Olanda, ad una conferenza della sezione europea di PGA. In quella conferenza era previsto un workshop palestino-israeliano dove maturò l'idea di organizzare un campo unitario.
Ci vollero 6 mesi e l'inizio della lotta contro il muro della separazione -pianificato per annettere i territori della Cisgiordania occupati nel 1967 e soprattutto quelle porzioni di territorio dei villaggi palestinesi lungo i confini tracciati nel 1948 - perché si materializzasse l'idea di fare un campo unitario nel villaggio di Mas'ha.
E ci vollero ancora alcuni mesi perché la lotta comune facesse breccia nel muro dei mass media dominanti. Ed avvenne in occasione di una manifestazione unitaria, quando i manifestanti tagliarono una decina di metri della nuova recinzione della separazione nei pressi del villaggio di Zbuba. Non molto tempo dopo, nel corso di un'azione unitaria nel villaggio di Mas'ha, un attivista ebreo venne colpito ad una gamba da un proiettile vero, cosa che una volta finita sui media, causò grande scandalo.
Il fatto venne ripreso da tutti i canali mediatici e lo scandalo fu tale che il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano fu costretto ad andare a far visita in ospedale a Gil N. per fargli le scuse. Le regole d'ingaggio per aprire il fuoco sui manifestanti nella Cisgiordania occupata vennero cambiate e venne bandito l'uso di proiettili veri in caso di manifestazioni in cui si supponeva la partecipazione di attivisti (ebrei) israeliani.
Tra i partecipanti alle mobilitazioni - in cui si usava una sigla diversa per ogni azione - c'erano attivisti dell'organizzazione anarchica per la lotta sociale "One Struggle", anarchici non organizzati ed altri attivisti per l'azione diretta. L'azione fatta a Mas'ha e che aveva avuto così tanta pubblicità venne siglata come "Anarchici Contro le Recinzioni/Muri" per cui alla fine venne adottato questo nome, nonostante fra gli attivisti gli anarchici fossero a volte la minoranza.
Poco dopo, il campo unitario di Mas'ha venne smantellato. Le lotte unitarie contro la recinzione della separazione si spostarono nei vari villaggi lungo il percorso del muro, con una timida partecipazione da parte della sinistra radicale (spesso bloccata lungo la strada).
In nessun altro villaggio la lotta prese piede rafforzandosi settimana dopo settimana, mese dopo mese ed anno dopo anno come è successo per la lotta scaturita da Bil'in.
La lotta a Bil'in iniziò poi un anno dopo - dopo che erano iniziati i lavori della recinzione della separazione sulle terre di Bil'in. La partecipazione di Anarchici Contro il Muro insieme agli attivisti locali nelle azioni contro la recinzione della separazione portarono alla partecipazione di Anarchici Contro il Muro alla prima manifestazione di Bil'in nella tarda estate del 2004 ed alla manifestazione di venerdì 20 febbraio 2005 - la prima di un'incessante catena di manifestazioni del venerdì a Bil'in.
La prima volta che ho partecipato ad una manifestazione unitaria del venerdì a Bil'in è stato nel marzo 2005, una volta liberatomi da alcuni gravosi impegni collegati alla gestione di A-Infos. Poi non ne ho più mancata una sia a Bil'in che altrove.
Un'altra cosa che è stata ripetuta molte volte riguarda la partecipazione di delegazioni e di attivisti da varie parti della Cisgiordania alle manifestazioni del venerdì a Bil'in. In alcuni casi si trattava "solo" di una visita di solidarietà, ma a volte si traduceva in una vera e propria "lezione" che ha insegnato a far partire la lotta in altri villaggi.
La copertura mediatica di Bil'in quale contributo alla lotta si è tradotto in un lavoro continuativo da parte degli attivisti presenti. Ogni anno si teneva una conferenza internazionale di promozione della lotta (a cui il comitato popolare di Bil'in voleva ogni volta la partecipazione di un esponente degli Anarchici Contro il Muro). Venivano individualità e delegazioni da ogni parte del mondo, osservavano e poi raccontavano una volta tornati a casa.
L'attività di "PR" di Bil'in prevedevano giri di conferenze all'estero degli attivisti di Bil'in e di Anarchici Contro il Muro.
La lotta unitaria degli Anarchici Contro il Muro con gli attivisti locali ha avuto anche il conferimento di un "riconoscimento". Nel 2008, la Lega Internazionale per i Diritti Umani conferì agli Anarchici Contro il Muro ed al Comitato Popolare di Bil'in la medaglia Carl von Ossietzky.
Eppure, la lotta di Bil'in è parte di una decisa lotta globale. Ed anche se non siamo in grado di quantificarne i progressi, ci sono alcuni sprazzi di luce. Il numero di link mediatici che riportano a Bil'in hanno da tempo superato il milione. Due documentari sulla lotta a Bil'in hanno avuto copertura mediatica mondiale ed uno ha vinto anche un Oscar. Anche la delusione per il fatto che la lotta popolare non sia riuscita a sconfiggere l'occupazione viene oggi compensata dal soprendente contributo alla lotta per la campagna mondiale di boicottaggio BDS (Boycott, Disinvestment, Sanctions) contro l'occupazione israeliana. Migliaia di attivisti che hanno partecipato alle manifestazioni unitarie (compresi anarchici da ogni dove) anche se per breve tempo, hanno dato il là a mobilitazioni in tutto il mondo che mettono davvero paura ai dirigenti israeliani.
In Israele, ma anche in tutto il mondo, quando i media vogliono perseguitare oppure mettere in cattiva luce gli attivisti, li chiamano "anarchici", dato che il termine "comunisti" non è più significativo.
Ed il metodo non-gerarchico di organizzare le lotte sociali non è più una stranezza dei Quaccheri o di anarchici esoterici, ma è diventato il metodo comune a tutte le lotte sociali.
Ilan Shalif
Traduzione a cura di Alternativa Libertaria/FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org
Ahdut (Unity)
http://unityispa.wordpress.com/
Confronto tra un attivista di Bil'in ed un soldato. Foto tratta da Bil'ins Struggles 2013
The author in Bil'in during a tear gas attack. Photo: Hamza Burnat