Il compagno Vicente, come altri militanti ed attivisti di altre organizzazioni, di altri collettivi e di altre ideologie non è il primo e non sarà l'ultimo giovane nero ed anarchico ad essere condannato in questo Brasile razzista. Migliaia di persone nere ed in condizione di povertà vengono sterminate e condannate quotidianamente dalla polizia militare all'interno di questo sistema giudiziario borghese e razzista. [Português]
E' a loro che va ed andrà la nostra solidarietà insieme ad ogni lavoratore con cui alziamo i nostri pugni. Non ci faremo intimidire ed in ogni manifestazione, in ogni presidio, in ogni sciopero ed in ogni occupazione staremo spalla a spalla con tutti coloro che lottano!
In gennaio, alla vigilia della ripresa delle lotte contro l'aumento delle tariffe nei trasporti e per la difesa del mantenimento dei trasporti pubblici al 100% a Porto Alegre, abbiamo saputo della condanna comminata al compagno Vicente, militante della FAG (Federaçao Anarquista Gaùcha) nonchè attivista del Blocco di Lotta per i Trasporti Pubblici a Porto Alegre. Vicente è stato condannato ad un anno e mezzo di carcere per danni alla proprietà pubblica e per crimini ambientali. "Crimini" che egli avrebbe commesso nell'aprile 2013 nel corso di una manifestazione davanti al Municipio di Porto Alegre. Questa è la prima condanna al carcere a Porto Alegre e per noi si tratta di un evidente tentativo di intimidire ed impaurire il gruppo di attivisti e di realtà che stanno ridando forza alle lotte in questo inizio del 2015. Un espediente politico storicamente usato dai settori dominanti della nostra città come in tutto il mondo: sbattere in galera chi si ribella. Non smobiliteremo e lo dimostreremo con la nostra solidarietà militante nelle strade!
Non siamo di fronte a casi isolati: la criminalizzazione non si è affatto allentata con il declino delle proteste di strada contro la Coppa del Mondo del 2014, anzi le recenti mosse dei governi e degli apparati repressivi indicano il contrario. Anzi, a Sao Paulo, a Rio de Janeiro ed in molte altre città del paese in cui sono ricominciate le manifestazioni contro gli aumenti dei biglietti degli autobus, la repressione sta usando gli stessi espedienti contro i manifestanti: gas lacrimogeni, proiettili di gomma ed arresti arbitrari. Rafael Braga Vieira, di Rio de Janeiro, che fino ad ora era stato l'unica persona ad essere condannato per le proteste del 2013, è sempre in carcere, mentre a Porto Alegre vengono riaperti dei casi ed aggiunti nuovi nomi, ed ecco che arriva la prima condanna comminata senza alcuna prova. E' il vecchio sistema giudiziario borghese che si sta schierando nella lotta tra oppressori ed oppressi che è ben lungi dall'essere finita.
Tuttavia, la lotta e l'organizzazione di coloro che sono alla base della società non è certo iniziata oggi e continuerà. Occorre mobilitare i giovani, i lavoratori, i senzacasa e le comunità (marginalizzate) delle periferie. Le manifestazioni di strada del 2013 avevano aperto nuove possibilità nella gestazione di esperienze di organizzazione e di lotta di cui l'insieme della sinistra conflittuale ed anticapitalista aveva bisogno per poter avanzare, mettendo da parte il vecchio avanguardismo, le pratiche settarie ed autoritarie che sfortunatamente ancora permeano i discorsi e le pratiche di molte organizzazioni. Noi crediamo che solo così potremo costruire quella forza sociale che, dal basso, metterà in moto l'auto-organizzazione e radicherà il suo orizzonte nel bisogno di una trasformazione sociale di tutta la società. Un vero fronte degli oppressi e dei diseredati in solidarietà con tutti i compagni incarcerati, torturati, assassinati e scomparsi.
Gli ultimi casi hanno gettato luce sulla criminalizzazione in atto contro i collettivi ed i movimenti anarchici. Nel 2013, la nostra sede è stata perquisita ed i nostri libri confiscati, subendo pesanti provvedimenti investigativi in cui ciò che veniva giudicato erano le nostre posizioni rispetto all'autorità, al governo, alle forze di polizia e ad altri temi importanti per l'ideologia anarchica. Opuscoli, manifesti e libri sono stati portati come prove, come se si trattasse di prove circostanziali a conforto di un qualche ruolo attribuibile alla nostra ideologia quale mentore intellettuale degli atti di vandalismo e di saccheggi che hanno avuto luogo nel corso delle manifestazioni del 2013, a cui avevano partecipato più di 50.000 persone a Porto Alegre.
Il compagno Vicente, come altri militanti ed attivisti di altre organizzazioni, di altri collettivi e di altre ideologie non è il primo e non sarà l'ultimo giovane nero ed anarchico ad essere condannato in questo Brasile razzista. Migliaia di persone nere ed in condizione di povertà vengono sterminate e condannate quotidianamente dalla polizia militare all'interno di questo sistema giudiziario borghese e razzista.
Basta con la polizia militare!
L'ideologia anarchica non si presta alle caricature!