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Fuori dalla repressione, fuori dai Pantani

category italia / svizzera | repressione / prigionieri | comunicato stampa author Friday November 07, 2014 18:42author by Alternativa Libertaria Reggio Emilia - AL/FdCA Report this post to the editors

L’ 8 novembre saremo in piazza a Reggio Emilia. Vogliamo che questa piazza si riempia di persone e di associazioni , vogliamo che si riempia con coloro che della solidarietà, della giustizia sociale e della libertà fanno la propria bandiera.
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Fuori dalla repressione fuori dai Pantani


L'8 novembre saremo in piazza a Reggio Emilia. Vogliamo che questa piazza si riempia di persone e di associazioni, vogliamo che si riempia con coloro che della solidarietà, della giustizia sociale e della libertà fanno la propria bandiera.

Riteniamo profondamente ingiusto e spropositato che 15 compagni siano costretti all'obbligo di firma, quindi alla limitazione della propria libertà personale, per quanto accaduto il 25 aprile a Reggio Emilia, quando un corteo di antifascisti ha contestato la presenza in città del leader xenofobo e razzista della Lega, Matteo Salvini.

Quel giorno non è successo nulla di così grave da perseguitare compagni e compagne, ai quali va come sempre la nostra solidarietà. La spiegazione di quanto sta avvenendo a Reggio Emilia, come in altre città d'Italia è che l'inasprimento del controllo sociale e la repressione per quanti non si piegano ai dettami del "Partito della Nazione" ha una funzione preventiva. I demagoghi del governo sanno bene che la compressione sociale che stanno producendo la distruzione di diritti ed una povertà garantita per legge a favore dell'accumulazione del capitale avrà da fare i conti con probabili risposte sociali e politiche. Non si spiegherebbe altrimenti perché tanta solerzia nel reprimere comportamenti che vengono ritenuti non consoni alla vulgata politica e sociale che contraddistingue la fase di ristrutturazione del capitale. È una strategia vecchia e collaudata quella di tacciare come criminosa l'espressione di idee "non allineate", come nel caso dei compagni sottoposti alla repressione. Anche queste dinamiche servono purtroppo a legittimare il punto di vista dominante.

Noi però sappiamo che il problema è politico, culturale e sociale. Non possiamo tacere il fatto che a Reggio Emilia, ma non solo, privatizzazione fa rima con mafia, che gli appalti al ribasso, in tutti i settori della vita economica, producono povertà e precarietà per il lavoratori e per chi dei servizi sociali dovrebbe usufruire. Ma sappiamo anche che le deroghe ai contratti di lavoro, la cancellazione degli integrativi, l'affossamento dei contratti nazionali, sono tutt'uno con le privatizzazioni dei servizi pubblici, con la riforma Fornero delle pensioni, con il taglio delle tasse alle imprese, con la privatizzazione della sanità pubblica e con la distruzione della scuola pubblica. E mentre sempre più chiaramente si profila la corsa al riarmo e la partecipazione dell'Italia alle guerre che sono alle nostre porte, la cancellazione della democrazia - prima quella sui luoghi di lavoro e poi anche quella formale - è elemento cruciale per la realizzazione di quella riforma autoritaria di cui l'accumulazione capitalistica necessita per evitare qualsiasi contraccolpo sociale, mentre fa pagare ai lavoratori ed ai ceti meno abbienti i costi della sua ristrutturazione.

Serve quindi prendere atto di quanto intervenuto a modificare il quadro politico e sociale ed agire di conseguenza: per prima cosa costruire spazi di discussione, indispensabili per elaborare una possibilità collettiva di una risposta sociale e politica in grado di esprimere il nostro punto di vista, un punto di vista di classe, quello dei lavoratori e dei disoccupati, che rimetta al cento la questione sociale, che articoli risposte collettive alla distruzione delle risorse pubbliche, allo scempio ambientale in costante ampliamento. Pensiamo quindi che le future battaglie di tutti noi potranno essere vincenti solo se sapremo, anche a Reggio Emilia, costruire ed allargare una critica all'esistente che abbia come presupposto l'alternativa sociale al modello capitalistico dominante, per iniziare un percorso che con molta umiltà, ma anche molta determinazione, metta immediatamente in comune quelle pratiche e quelle esperienze autogestionarie, di base, democratiche e libertarie che a Reggio Emilia sono presenti ed attive sul territorio.

Alternativa Libertaria Reggio Emilia

Reggio Emilia, 28 ottobre 2014

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