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Report su FIAT

category italia / svizzera | lotte sindacali | opinione / analisi author Monday June 17, 2013 07:50author by Viap - FdCA Report this post to the editors

Brevi note sulla situazione della classe in FIAT

Se lo sciopero con manifestazione del 28 giugno di tutto il gruppo FIAT riuscirà sarà un segnale forte sulla strada, lunga, della capacità di costruire la reazione della classe lavoratrice che passa per il recupero della dignità, della sua autonomia e della sua unità rispetto ai processi capitalisti in atto.


Report su FIAT

Brevi note sulla situazione della classe in FIAT e alcune valutazioni che servono ad introdurre un appuntamento come quello dello sciopero del 28 giugno 8 ore con manifestazione a Roma, indetto dal coordinamento dei delegati/e della FIOM che coinvolge tutto il gruppo sia auto che industriale oltre all'indotto.

Sono sotto gli occhi di tutti alcuni passaggi quali:

  1. la non presenza dei delegati/e della FIOM negli stabilimenti;
  2. l'uso massiccio delle varie CIG ;
  3. il rischio continuo di perdita del posto di lavoro;
  4. la macelleria sociale in atto a livello di manifattura e non solo.
La situazione di Pomigliano serve a delineare il "dove siamo". Qui la FIAT ha imposto (comandato) 2 sabati lavorativi (15 e 22 giugno). Tre fattori sembrano scatenare la reazione dei lavoratori:
  1. le durissime condizioni alle quali vengono sottoposti durante la settimana di lavoro: ritmi e carichi di lavoro non sostenibili, le angherie nonché ricatti continui, con l'aggiunta del peso dei due giorni lavorativi aggiuntivi e il fatto che il mese successivo si fa della cassa integrazione (CIGO);
  2. la presenza di oltre metà degli addetti posti in cassa integrazione e con nessuna realistica prospettiva di rientro;
  3. la CIGS in scadenza il 13 luglio di cui nessuno parla (né FIAT né i sindacati firmatari del contratto FIAT).
Quello che Pomigliano sembra far emergere è la necessità verificata e in atto di costruzione di una linea di unità fra i lavoratori in produzione in cassa integrazione tanto della sede centrale quanto di quelle periferiche (vedi Nola) ed i lavoratori dell'indotto. Non lasciando la situazione alcuno spazio al rilancio del +1 o ai proclami, si verifica, sul campo, fatte le differenze di "peso", una convergenza del sindacato rivendicativo/conflittuale.

Emerge inoltre il dato della sostanziale modifica dell'organizzazione del lavoro (operativa): lavoro in continua emergenza con applicazione declinata sul lavoro vivo del Toyotismo e dei suoi derivati, il sostanziale irrigidimento e fragilita di fronte alle lotte, anche di quelle lungo la filiera produttiva , che obbliga alla scelta della gestione autoritaria della forza lavoro: quello che abbiamo definito il "fascismo"in fabbrica.

Non a caso FIAT ha fatto applicare le sue "specifiche" all'indotto nella filiera breve mentre su quella lunga che coinvolge altre aree geografiche nulla può.

I sabati lavorativi sono di recupero imposti dal mercato e per recuperare auto incomplete da consegnare nel mese di giugno, sino ad arrivare al punto che i sindacati complici, gli unici che possono indire assemblee retribuite durante l'orario di lavoro non lo fanno, restituendo così le 10 ore di assemblea retribuite alla produzione.

Nemmeno la proclamazione dello sciopero dello straordinario mette le/i lavoratori al riparo da rappresaglie (con disubbidienza del comando e messa in discussione del contratto di lavoro FIAT, sei passibile di azione disciplinare), perché i sindacati che lo proclamano sono esterni, non riconosciuti dal padrone e quindi non hanno l'agibilità in senso lato. La realtà: chiusure di stabilimenti già operate da FIAT (Termini, Avellino, Imola, ecc.) e situazione che vede molte realtà nell'incertezza e, da quel che sembra delinearsi, un ridimensionamento ulteriore degli addetti. Tutto questo, insieme alle condizioni drammatiche della prestazione lavorativa - quando si lavora -, rende necessaria una reazione della classe che come vediamo si sta costruendo. Lo sciopero con manifestazione del 28 giugno di tutto il gruppo FIAT è di verifica, sé riuscirà sarà un segnale forte sulla strada, lunga, della capacità di costruire la reazione della classe lavoratrice che passa per il recupero della dignità, della sua autonomia e della sua unità rispetto ai processi capitalisti in atto.

Viap

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