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Friday March 08, 2013 19:01 by Commissione etiche e politiche di genere FdCA - Federazione dei Comunisti Anarchici fdca at fdca dot it
Vogliamo che i prossimi siano gli anni delle donne
8 marzo, nulla da festeggiare in questa data che segna al suo attivo, in Italia, già ben 10 donne uccise per mano di ex, compagni, mariti, fidanzati. Other statements:Latin America:
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Dopo gli anni delle veline, gli anni della vittimaVogliamo che i prossimi siano gli anni delle donne8 marzo, nulla da festeggiare in questa data che segna al suo attivo, in Italia, già ben 10 donne uccise per mano di ex, compagni, mariti, fidanzati. Dopo secoli di silenzio, anche l'Italia scopre finalmente il femminicidio. E la donna velina (oggetto in vendita) cede il posto alla donna vittima (oggetto di violenza). Sacrosanto rendere conto dell'aumento della violenza di genere, scardinare l'omertà del sistema e denunciare l'assenza di reti di sostegno. Ma l'attenzione mediatica alla vittimizzazione estrema rimane nella migliore delle ipotesi denuncia, privilegia le brave donne, spesso oscurando le irregolari e le donne più fragili (prostitute, straniere, trans), nega diritto di parola alle vittima, di solito morta, per lasciarlo a tutti coloro che sono intorno. Sempre, ancora, le donne sono rese deboli. E' la profonda crisi economica, i tagli al sociale, l'esclusione dal mondo del lavoro il ridurle nuovamente ad angeli del focolare relegate al ruolo di badanti o di mamme "amorevoli per forza" a causa dei costi inaccessibili degli asili nido, delle scuole materne e dalla scomparsa del tempo pieno nelle scuole, situazioni economiche disastrose, famiglie, nella migliore delle ipotesi, monoreddito, condite di malcontento, disagio e rinunce, che porta le donne ad essere sempre più esposte alla violenza di genere, violenza che si manifesta via via sotto forme differenti che possono condurre all'atto estremo. La dipendenza economica dal partner dà spesso adito a violenza psicologica determinata dal dover chiedere denaro in casa per poter gestire il bisogno "primario" del nucleo familiare in faticosi slalom alla ricerca del discount più conveniente. Ma per renderci forti occorre che ricominciamo a parlare del lavoro, dei diritti, a rivendicare uno spazio proprio delle donne. Dalle condizioni materiali di vita delle donne dipende la loro capacità di liberarsi da vincoli oppressivi, più o meno consapevoli, e di aprire spazi di libertà e di trasformazione. Se il capitalismo ci ha sempre considerate un esercito di riserva per il mercato del lavoro, per secoli le lavoratrici hanno combattuto contro la subordinazione alle logiche di un'economia femminile utile solo come sostegno alla famiglia, che si poteva accontentare quindi, di un valore economico inferiore. Se negli anni Novanta, a fronte di un tasso di occupazione maschile rimasto stabile, si è assistito ad una crescita della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, questo ha coinciso con un progressiva "femminilizzazione" del mercato del lavoro che ha aperto la strada alla "flessibilità" ovvero allo smantellamento progressivo dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. E se la femminilizzazione del mercato ha anche comportato fenomeni di de-segregazione a favore delle donne, a spese però di un diffuso fenomeno di sub-appalto dei lavori di cura ad altre donne, allo stesso tempo ha significato l'aumento di una domanda di lavoro "povera" e ha favorito il processo di flessibilizzazione - precarizzazione. Così l'ideologia del destino naturale delle donne nel ruolo di cura dei bambini, anziani, malati, il contrattacco ideologico, il cosidetto backlash patriarcale e capitalista, contro il femminismo radicale e la libertà delle donne nelle scelte pubbliche e private, ha lavorato al disconoscimento delle donne nella loro pretesa di partecipare allo spazio pubblico a 360 gradi come attrici collettivamente riconosciute nello spazio sociale, nella vita dei paesi cosiddetti democratici. Il cortocircuito si è verificato nella (scarsa, più vantata che reale) implementazione delle politiche di "conciliazione" dei tempi di vita e di lavoro delle donne, portata avanti in modo sciagurato e contraddittorio insieme allo smantellamento progressivo del welfare pubblico. Alle donne veniva proposto, e ora imposto dalla crisi economica, di conciliare i loro molti impegni obbligati nel posto di lavoro e nel tenere in piedi i destini delle loro famiglie, invece di puntare a una condivisione e una corresponsabilità nei compiti di cura. La progressiva privatizzazione del welfare ha fatto il resto: costi dei servizi molto alti a fronte di salari molto bassi delle donne, o di progressiva incentivazione del part-time, stanno portando all'ulteriore precarizzazione e alla successiva uscita in massa dal mondo del lavoro, proprio in concomitanza con la crisi che è stata a lungo preparata e si è abbattuta alla fine del decennio scorso. Il risultato è sotto gli occhi di tutte e tutti noi, le donne che sono state costrette culturalmente ed economicamente a subire massicciamente la flessibilità e la precarizzazione fino ad arrivare a livelli di nuova povertà che arrivano a livelli tragici nella vita delle donne separate o divorziate con figli. La violenza di genere, fenomeno che è sempre stato presente e forte nella società patriarcale contro le donne che hanno espresso volontà di indipendenza e autonomia di fronte le regole date come naturali e ovvie dentro i legami familiari, si è così accresciuta perché il valore delle donne nel capitalismo è diminuito in modo esponenziale e così la capacità di agire effettivamente istanze di libertà che le donne oggi vivono come necessarie per la loro sopravvivenza in un mondo che si sta facendo sempre più oppressivo. Per questo come femministe comuniste anarchiche proponiamo per questo 8 marzo di rimettere al centro l'attenzione per le condizioni di vita e di lavoro delle donne, giovani e meno giovani, cittadine della terra e non di una sola nazione, in una prospettiva internazionale ed europea, favorendo spazi di consapevolezza culturale ed economico-sociale che portino ad una nuova conflittualità delle donne contro il capitalismo che ci ha preso a bersaglio della sua volontà di distruzione di ogni riconoscimento di dignità del lavoro e del lavoratore, di sfruttamento senza alcuna regola. Dobbiamo chiedere con forza che in questa fase storica non vi siano discriminazioni ulteriori a scapito delle donne, colpite già, da sempre, nelle loro fasi più delicate della vita, a partire dal diritto all'autodeterminazione. Desideriamo con forza un ritrovarci e un ritrovare solidarietà, sorellanza, rabbia, una rabbia costruttiva per il nostro presente e per un futuro che non vogliamo e non dobbiamo consegnare alle nostre giovani e ai nostri giovani con lo sfruttamento, la violenza, la discriminazione dell'oggi. Vogliamo riprenderci le nostre vite, la consapevolezza del nostro valore, delle nostre capacità, vogliamo poter vivere una vita degna, libera e consapevole. Che siano le donne oggi a dire basta e a proporsi come soggetto rivoluzionario, in un percorso comune che vada oltre ogni confine, perché, in fondo è questo l'8 marzo ed è l'unico 8 marzo possibile. Con l'augurio, e il desiderio, di continuare a costruirlo tutto l'anno. Commissione etiche e politiche di genere Federazione dei Comunisti Anarchici8 marzo 2013
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In tempo di crisi la violenza contro le donne è prima di tutto economica 01:17 Sat 26 Nov 0 comments Alla violenza dei singoli, del sistema economico, dello Stato si può e si deve reagire con la solidarietà, con la partecipazione attiva, con il rilancio dell'attività e dell'impegno femminista e il contrasto alle scelte di governo economico, con la valorizzazione reciproca delle competenze e con una sana, reale e costruttiva esplosione di rabbia collettiva e individuale, per riprenderci questa metà del cielo (e della terra) e il diritto per tutte a una vita degna, libera e consapevole. La notte nera di Fano 16:13 Tue 28 Jun 1 comments Quando accade una violenza così grave come lo stupro di una minorenne compiuto da altri minorenni, durante una manifestazione culturale fortemente voluta e sponsorizzata da una amministrazione comunale, e pensata proprio per i giovani, le parole sembrano sfuggire e il senso di: sconfitta, disgusto, depressione, ci invade. femminismi.it - un osservatorio sulla libertà femminile 20:47 Thu 01 Jul 0 comments Abbiamo iniziato a collaborare per unire le nostre competenze ed esprimerci su temi sui quali è sempre meno frequente ascoltare il parere di noi donne: la nostra salute, le politiche familiari, la gestione del potere politico, il lavoro, insomma la libertà femminile. Morale in pillola 16:43 Tue 13 Apr 0 comments Già da tempo però molte Regioni finanziano con bandi pubblici i consultori privati cattolici antiabortisti in aperta violazione della legge 194. Ora, con la crociata contro la RU486 gli antiabortisti arrivano a sostenere l'evidente assurdità che l'aborto chirurgico, abortire quando c'è l'embrione, è meglio che... abortire quando ancora l'embrione non c'è. [English] [Ελληνικά] Il meglio è nemico del bene. E il peggio? 18:15 Sun 09 Aug 0 comments Estate calda. Cosa di meglio di un bel tormentone clericale, per distrarre gli animi da problemi più seri e infiammare le coscienze? Dopo anni di ingerenze clericali, tra gli ultimi paesi in Europa, l'AIFA finalmente ha dato il via libera in Italia alla RU 486 (l'OMS lo ha fatto nel 2003). [English] Pesaro: Resoconto del presidio "Ferrara No Grazie", 3 aprile 19:33 Mon 07 Apr 0 comments Giovedì 3 aprile a Pesaro un centinaio di persone hanno contestato la presenza di Giuliano Ferrara e della sua lista "Aborto No Grazie". Il presidio, promosso dai centri sociali marchigiani e alla cui organizzazione hanno partecipato attivamente militanti della sezione locale FdCA, è stato colorato, partecipato e soprattutto rumoroso more >>Inclusione, conciliazione e condivisione. Il pasticcio al femminile di Fornero Mar 27 0 comments Circola in queste ore la relazione di Fornero sulla riforma del mercato del lavoro. E’ solo una relazione, non il testo di legge, ma già smaschera il trucco di quella che doveva essere la rivoluzione che parlava ai giovani e alle donne. A loro, le donne, Fornero dedica un intero paragrafo: Interventi per una maggiore inclusione delle donne nella vita economica. Ergo, la vita economica di questo paese passa per il lavoro, e le donne, ancora una volta, vanno “tutelate”, “incluse”. Vediamo come, secondo Fornero & co. 28 settembre, giornata internazionale per il diritto all’accesso all’aborto dovunque in Europa e nel... Oct 01 0 comments Alternativa Libertaria/fdca aderisce e partecipa alla giornata internazionale del 28 settembre per difendere ed estendere il diritto all’aborto, che è diritto all’accesso a un aborto sicuro, libero, e gratuito per tutte le donne. OTTO MARZO SCIOPERO INTERNAZIONALE DELLE DONNE Mar 01 0 comments La storia dell’8 marzo nel Novecento è quella di manifestazioni e scioperi. Anche dopo la sua consacrazione istituzionale questo giorno rimane quello della lotta femminista internazionale per una società in cui vivere libere da oppressioni patriarcali e capitaliste. Circa i fatti di Parma nella sede della RAF Dec 20 Romantic Punx 0 comments Uno stupro è sempre e comunque un atto fascista, anche se chi lo commette si dichiara antifascista. Italia: la sveglia della laicità e del rispetto delle differenze di genere finalmente suonata Jan 25 Alternativa Libertaria/Fdca 4 comments Alternativa Libertaria/FdCA ha partecipato in molte delle 100 piazze d’Italia in cui il 23 gennaio 2016 ci si è chiamati a raccolta per valutare la forza reale della società civile nella battaglia per i diritti civili delle persone LGBT e delle persone “semplicemente” eterosessuali che vogliono un mondo in cui ci siano più opportunità a regolare in termini civili le relazioni d’amore e d’affetto. In tempo di crisi la violenza contro le donne è prima di tutto economica Nov 26 Federazione dei Comunisti Anarchici 0 comments Alla violenza dei singoli, del sistema economico, dello Stato si può e si deve reagire con la solidarietà, con la partecipazione attiva, con il rilancio dell'attività e dell'impegno femminista e il contrasto alle scelte di governo economico, con la valorizzazione reciproca delle competenze e con una sana, reale e costruttiva esplosione di rabbia collettiva e individuale, per riprenderci questa metà del cielo (e della terra) e il diritto per tutte a una vita degna, libera e consapevole. more >> |