Solidarietà agli arrestati per i fatti del 9 marzo a Roma, libertà per Paolo e altri, a studenti aggrediti dai fascisti, difendiamo spazi di agibilità per il conflitto sociale e di classe.
Purtroppo, in una giornata anche di gioia per una valutazione della volontà di vari settori di non farsi schiacciare senza lottare e senza proporre soluzioni alternative e anche praticabili per superare crisi e per rintuzzare attacchi a diritti e condizioni di lavoro, di reddito e sostanzialmente di vita, rispetto alla rassegnazione e alla sfiducia che "nulla può cambiare", si registrano aggressioni a studenti e studentesse, da parte di gruppi nazi fascisti, come avvenuto a esponenti del collettivo senza tregua e ai liceali del Righi, nonché ai manifestanti dei movimenti di lotta per il diritto all'abitare (anche con lo sgombero della tendopoli in VII Municipio a Roma) e per la manifestazione di fornte al CIPE, tra i sostenitori del Movimento No TAV e anche del sindacalismo di base.
Una risposta repressiva, spropositata rispetto alle azioni messe in campo, con metodi che ricordano periodi bui della nostra storia contemporanea, con l'uso della manovalanza fascista per "ammorbidire" giovani e studenti che si schierano a sostegno delle lotte operaie e delle classi lavoratrici, con un uso eccessivo della forza da parte di polizia e carabinieri, a "difesa" di sedi istituzionali, proprio per far capire che non si possono disturbare "i manovratori" (nel senso di coloro che elaborano e fanno applicare le manovre economiche-finanziarie e le inutili e dannose "grandi opere"...) e chi contesta ed esprime dissendo sociale va bastonato e arrestato.
Si esprime la solidarietà agli arrestati del 9 marzo di fronte al CIPE, con la richiesta di liberazione di Paolo di Vetta, attivo nei movimenti di lotta per la casa e dirigente sindacale USB e degli altri manifestanti fermati, ai movimenti di lotta per il diritto all'abitare e ai sostenitori del movimento NO TAV, sottoposti a repressione, sgomberi e a limitazioni della libertà personale e dell'esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero anche se differente da quello governativo, "palazzinaro" e padronale, agli antifascisti e a studenti e studentesse che stanno mobilitandosi, come tanti anni fa per le generazioni che li hanno preceduti, contro il ritorno del nazifascismo e dell'autoritarismo e con un sostengo alle lotte di reistenza operaia e sui luoghi di lavoro, non dimenticando per noi dell'USI l'impegno sulla questione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e nei territori, che ci fa rimanere ai primi posti per morti, feriti, mutilati sul lavoro e... da lavoro... a prescindere dal "punteggio" più alto o più basso dello spread, in nome della presunta crescita e sviluppo, con percentuali minime di aumento del PIL, non è giustificabile nè il peggioramento delle condizioni salariali, di ritmi e orari di lavoro, della "libertà di licenziare a piacimento", fino al rischio della vita.