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opinione / analisi
Wednesday February 29, 2012 17:46 by Equipo de Trabajo para el Norte de África - Confederación General del Trabajo
In Algeria, il regime militare mafioso, con la sua facciata civile, va avanti con la preparazione delle elezioni legislative, indette per il prossimo 10 maggio. [Castellano] Algeria: Mentre avanza la mascherata elettorale, continua la repressione dei movimenti socialiCon le recenti misure, la riforma della legge sui partiti politici, la Legge Elettorale, la legge sulle associazioni civili e sulla partecipazione politica delle donne, si pretende di "vendere la moto" di una democratizzazione del paese, alla stregua di quello che ha fatto il re Mohammed VI in Marocco con la sua riforma costituzionale, allo scopo di mantenere il controllo del potere e di preservare i privilegi della minoranza dominante, in particolare dei "grandi generali", della DRS (Dipartimento per l'Informazione e la Sicurezzza, il servizio segreto) e di tutto l'apparato di corruzione legato al governo, ai suoi partiti ed all'UGTA [Union Générale des Travailleurs Algériens, ndt]. Ignorando le lezioni delle rivoluzioni che hanno attraversato la regione e che hanno portato alla caduta di regimi dispotici e corrotti come quello di Ben Ali, di Mubarak e, con altre connotazioni, di Gheddafi, questo regime algerino - del tutto somigliante a quelli caduti - cerca di ingannare l'opinione pubblica nazionale ed internazionale mettendo mano a pseudo-riforme politiche attraverso un falso dialogo, un pacchetto di leggi ingiuste ed un processo elettorale intriso di corruzione. Repressione dei movimenti sociali e sindacaliLo scorso 22 febbraio, una manifestazione del Comitato dei Lavoratori del pre-impiego e del lavoro sociale, affiliato allo SNAPAP [Syndicat Nationnal Autonome des Personnels de l'Administration Publique, ndt], e del Coordinamento per la difesa dei diritti dei disoccupati (CDDC), davanti al palazzo delle esposizioni ad Algeri, è stata repressa con arresti.Quando Malika Fallil, la presidente del comitato dei lavoratori del pre-impiego e del lavoro sociale, e Tahar Belabes, presidente del CDDC, hanno cercato di dialogare con il ministro del lavoro Tayeb Louh e con Belkadem Abdelaziz, rappresentante del presidente Bouteflika, sono stati immediatamente fermati e condotti in commissariato. Questo è l'unico dialogo concesso dal governo: la sottomissione e la collaborazione oppure la repressione. Mentre la mascherata delle "sue" riforme democratiche prosegue, non si ferma la repressione contro i sindacati autonomi, sia con arresti arbitrari che non autorizzando la loro legalizzazione, come nel caso del CLA [Conseil des Lycées d'Algérie, ndt] e di altri sindacadi autonomi. Da parte del potere si intende mantenere il monopolio dell'UGTA come apparato istituzionale, corrotto e sottomesso, per il controllo dei lavoratori. Boicottare le elezioniDa parte delle forze di opposizione non collaborazioniste, si sta preparando il boicottaggio delle elezioni, denunciando la mascherata delle riforme e del falso processo elettorale per non accettare il ruolo di falso testimone.Ricordiamo che le elezioni del 2007 segnarono un indice di astensionismo del 64%, dato che andò a votare solo il 36% degli elettori. Da parte del sindacalismo autonomo, dei movimenti sociali dei disoccupati, del movimento Amazigh [berbero, ndt], questa volta emerge una maggiore coscienza del fatto che solamente la lotta può portare a cambiamenti reali della società algerina. L'unità di tutte queste lotte è sempre più necessaria, per superare tutte le intromissioni del potere, vero specialista della divisione e dell'uso di mezzi che minano dall'interno ogni resistenza (come la "clonazione" dei sindacati autononomi, creando così dei falsi doppi).
Mouatamid
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali. |
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