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Conferenza della Resistenza Popolare Palestinese tenutasi in 3 villaggi della Cisgiordania

category mashrek / arabia / irak | lotte sul territorio | cronaca author Monday July 25, 2011 19:45author by Palestine Solidarity Project Report this post to the editors

Nel marzo 2011, un gruppo di rappresentanti dei comitati popolari dei distretti di Hebron, Betlemme, Ramallah e Nablus si sono riuniti spinti da una sola idea: creare una conferenza per coordinare la resistenza popolare in Palestina. Tutte le comunità attive, comprese Beit Ommar, Ni'lin, Bil'in, Budrus, Iraq Burin, Al Ma'asara, Nabi Saleh, At Tuwani, Yatta, ed altre aree che avevano dei comitati popolari sono state invitate ad un grande meeting per discutere su come creare un organismo di promotori di base che mettesse insieme un'occasione di incontro per i palestinesi sul tema della resistenza popolare. [Engilsh]
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La Conferenza della Resistenza Popolare Palestinese tenutasi in 3 villaggi della Cisgiordania


Nel marzo 2011, un gruppo di rappresentanti dei comitati popolari dei distretti di Hebron, Betlemme, Ramallah e Nablus si sono riuniti spinti da una sola idea: creare una conferenza per coordinare la resistenza popolare in Palestina. Tutte le comunità attive, comprese Beit Ommar, Ni'lin, Bil'in, Budrus, Iraq Burin, Al Ma'asara, Nabi Saleh, At Tuwani, Yatta, ed altre aree che avevano dei comitati popolari sono state invitate ad un grande meeting per discutere su come creare un organismo di promotori di base che mettesse insieme un'occasione di incontro per i palestinesi sul tema della resistenza popolare. Sebbene queste conferenze non siano una novità per la Palestina, e sebbene Bil'in organizzi ogni anno una conferenza di richiamo internazionale, in questa conferenza c'è stato un impeto partecipativo che ha coinvolto attivisti da tutta la Cisgiordania, da Gerusalemme, (e da Gaza per via telefonica) per conoscersi, discutere e pianificare diversi aspetti della crescente resistenza popolare. L'organismo eletto alla conclusione dei lavori è formato dai rappresentanti del comitati popolari di Budrus, Ni'lin, Deir Qaddis, Nabi Saleh, Iraq Burin, Burin, Awarta, Gerusalemme, Al Ma'asara, Al Walaja, Beit Ommar, Beit Ula, Sourif, Hebron, Yatta (Susya e Tuwane) e della città di Gaza.

Allo scopo di rappresentare pienamente gli scopi della conferenza, che puntavano a riunire gli attivisti impegnati in attività similari ed in azioni comuni, oltre a presentare ad una più ampia audience palestinese il cuore della resistenza popolare, la conferenza si è tenuta in 3 giorni in 3 diversi villaggi:

Il primo giorno si è tenuta a Beit Ommar, un villaggio di 17.000 abitanti nel distretto di Hebron, con gli interventi di:

  1. Mohammed Elias, del Comitato Nazionale per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni
  2. Ayed Morrar, coordinatore del comitato popolare di Budrus a nome dei comitati popolari
  3. Khawla Abu Mrir, esponente del comitato popolare di Yatta ed organizzatrice dei diritti delle donne
  4. Nash'et Luheidi (Rappresentante dei comitati di resistenza di Gaza, in collegamento telefonico)
  5. Bekah Wolf, del Progetto Solidarietà Palestina a nome del Movimento di Solidarietà per la Palestina.
Nella giornata erano previsti momenti di dibattiti interattivi con domande e risposte su questioni come quella dell'unità palestinese, il suo ruolo nella resistenza popolare e la costituzione di uno Stato Palestinese con: Aziz Dwiek (dirigente di Hamas in Cisgiordania), Naim Morrar (a nome della resistenza popolare), Tawfiq Atirawi (membro del Comitato Centrale di Fatah), e come moderatore il giornalista Mohamed Al Leham.

La seconda giornata della conferenza si è tenuta a Ni'lin, con una popolazione di 5000 abitanti, che è riuscita a mantenere una resistenza popolare ad oltranza al Muro dell'Apartheid Wall per oltre 3 anni, subendo pesanti perdite pari a centinaia di arresti e 5 attivisti uccisi nel corso delle manifestazioni. Questa seconda giornata è stata dedicata alla questione dei prigionieri palestinesi.

La terza giornata si è tenuta a Budrus, primo luogo della lotta popolare ad aver successo nel 2004, quando riuscì a far rimuovere il Muro dell'Apartheid da quasi tutto il territorio interessato dalla resistenza popolare, senza ricorrere alla giustizia israeliana. Tra i relatori, Abdelrahim Meloueh (vice-comandante del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina), Qais AbdelKarim (vice-comandante del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina), il dottor Jamal Mhessein (membro del Comitato Centrale di Al Fatah), Ziad Al Arda (vice-comamdante del Fronte Arabo di Liberazione) e Azmi Shyoukhi, a nome dei comitati di resistenza popolari, intervenuti in un dibattito moderato da Bashir Tamimi del Comitato Popolare di Nabi Saleh. La conferenza si è conclusa con una manifestazione sulle terre liberate di Budrus per poi proseguire in direzione del Muro dell'Apartheid, dove c'è stato il solito impatto con i gas lacrimogeni ed i proiettili di acciaio ricoperti di gomma.

Oltre 1.000 Palestinesi hanno partecipato alla conferenza nei tre giorni, compresi rappresentanti di località da Qibya a Nablus, insieme ad una rappresentanza di attivisti internazionali ed israeliani. Alla fine dei lavori è stato approvato un documento che riportiamo qui sotto.

Il comitato organizzatore ha discusso nuove modalità per coordinare gli sforzi, specialmente a proposito del piano della Autorità Palestinese in vista del riconoscimento dello stato palestinese da parte dell'ONU previsto per settembre. Alla fine di tutto è stata una conferenza stimolante e gratificante per tutti coloro che l'avevano fortemente voluta!


DOCUMENTO FINALE

I Comitati di Resistenza Popolare in Palestina


La Conferenza della Resistenza Popolare Palestinese è stata voluta dai comitati della resistenza popolare nazionale, dagli attivisti di base contro gli insediamenti coloniali, contro il Muro dell'Annessione, in coordinamento con le istituzioni ufficiali della società civile. Si è tenuta per 3 giorni in 3 località diverse: il primo giorno, 16/7/2011, a Beit Ommar (distretto di Hebron), il secondo giorno, 17/7/2011, a Ni'lin (distretto di Ramallah) ed il terzo giorno, 18/7/2011, a Budrus (distretto di Ramallah). Nelle tre giornate c'è stata la partecipazione sostanziale dei comitati locali, dei Governatori dei distretti di Ramallah, di Al Bireh e di Hebron, del Ministro per il Muro e gli insediamenti coloniali, dei dirigenti del Comitato Centrale, dell'OLP e dei movimenti islamici, allo scopo di giungere ad un assetto globale della realtà politica, sociale e di lotta della Palestina nonché di studiare ed adottare i mezzi necessari per stimolare la resistenza popolare ancora in deficit di partecipazione, specialmente a fronte della ferocia dell'intensificarsi degli attacchi sionisti contro gli esseri umani, gli alberi e le pietre; un attacco in corsa contro il tempo per imporre il fatto compiuto nell'illusione di poter revocare un diritto o di dimostrare che sia illegittimo. Questa conferenza giunge in un momento particolare per la mobilitazione dello stato di lotta del popolo palestinese, per sviluppare meccanismi di consolidamento della presenza nei territori, per imporre sul terreno la volontà nazionale palestinese e per costruire davvero lo Stato palestinese. A questo scopo, la Conferenza esprime la necessità di attivare il movimento di resistenza popolare allo scopo di giungere al livello necessario tramite lo sviluppo di modalità di azione decise da tutti i Comitati ufficiali di resistenza, popolari e nazionali, preso atto che la Conferenza ha espresso le sue riserve su quei comitati e quelle organizzazioni che non si impegnano a raggiungere il livello richiesto. La Conferenza ha indicato metodi e mezzi per attivare il ruolo dei comitati di boicottaggio, quali almeno il boicottaggio delle merci israeliane, il boicottaggio della normalizzazione con il nemico israeliano, come pure il boicottaggio del mercato del lavoro israeliano, in particolare nei territori occupati nel 1967, ed in questo contesto la Conferenza esprime la necessità di trovare alternative per i lavoratori palestinesi che lavorano con gli insediamenti, ed invita anche il Congresso a proibire ed a criminalizzare gli investimenti in progetti economici con partners israeliani degli insediamenti fatti a qualsiasi titolo sulla terra palestinese. In questo senso, la Conferenza esprime la necessità di perseguire coloro i quali sono coinvolti in utilizzo improprio ed in vendita della terra palestinese agli occupanti israeliani, affinché siano puniti per i loro crimini di fronte ai tribunali palestinesi ed alla legge palestinese. In riferimento alla costituzione dello Stato palestinese, la Conferenza fa affidamento al ruolo della dirigenza palestinese, guidata dal Presidente Abu Mazen, il quale sta girando tutto il mondo per preparare la nascita dello Stato palestinese e fare i passi necessari in questa direzione senza dover pagare dazio ai sospetti dell'amministrazione USA e dei suoi agenti sparsi nel mondo nel cercare di diffondere menzogne ed inganni.

La Conferenza dà il suo benvenuto al ruolo solidale degli attivisti internazionali che sopportano sacrifici per sostenere la nostra causa e le rivendicazioni del nostro popolo per ottenere la libertà e la liberazione dalla occupazione israeliana. La Conferenza saluta la fermezza dei nostri coraggiosi prigionieri per la libertà chiusi nelle carceri degli occupanti israeliani ed indice una mobilitazione popolare per la loro causa e per le loro richieste, per la fermezza del popolo della Striscia di Gaza sotto il peso delle bombe e di un assedio ingiusto.

La Conferenza riconosce le aree di vittoria e di successo ottenute dal nostro popolo, nonostante gli imbrogli sionisti, nelle località di Al-Asawiyah, Iraq Burin, Burin, Budrus, Kharbatha, Beit Liqia, Beit Duqqu, Ni'lin fino all'ultimo stop a Bil'in, che ha costretto l'Alta Corte Suprema Israeliana ad emettere una sentenza di spostamento del muro dell'annessione, riconquistando così i territori confiscati.

La Conferenza saluta le donne palestinesi che partecipano alla resistenza popolare fianco a fianco con gli uomini, invita a prestare più attenzione alle donne perchè senza di loro non è possibile ottenere una piena vittoria. Nel riassumere gli aspetti usciti in questi tre giorni, la Conferenza conferma le seguenti indicazioni tese a poter cambiare la situazione di fatto ed a migliorare la resistenza popolare in tutti i modi per sconfiggere l'occupazione ovunque la resistenza popolare sia testimone, fino a far sì che l'occupazione israeliana ceda sotto il peso della volontà popolare palestinese. La Conferenza ha deciso che il Comitato Promotore per la Conferenza della Resistenza Popolare Palestinese diventi un Comitato di Alto Coordinamento tra i comitati popolari per l'applicazione delle decisioni di questa conferenza fino alla costruzione di un organismo nazionale referente prima di settembre.

  1. La Conferenza invita le istituzioni ufficiali e quelle popolari ad un convegno più ampio per discutere la situazione attuale e per unificare i termini della Resistenza popolare.
  2. Invita i dirigenti palestinesi a sostenere la dichiarazione di nascita dello Stato palestinese all'interno del Consiglio di Sicurezza ed in tutti i consessi internazionali, senza curarsi dei tentativi ingannevoli messi in atto dagli agenti USA ed israeliani nel mondo.
  3. Invita i dirigenti a comunicare con tutto il popolo palestinese in ogni località, a supportare la loro fermezza nei loro territori, la creazione di progetti alternativi per compensare il boicottaggio del lavoro e dei prodotti israeliani.

  4. Invita la legislatura a promulgare leggi che colpiscano gli investimenti economici negli insediamenti israeliani, a promulgare leggi che criminalizzino chi vende o facilita la vendita di terreni palestinesi al nemico per portarlo poi davanti ai tribunali palestinesi.

  5. Sostiene la fermezza dei nostri coraggiosi prigionieri in tutti i modi utili a farli uscire di prigione.

  6. Invita i dirigenti palestinesi a porre la dovuta attenzione alle donne palestinesi, specialmente nelle aree rurali, per valorizzarne tutte le capacità che possono esprimere nel loro importante ruolo per la nazione.

  7. Invita tutti i movimenti nazionali ed islamici ad organizzare conferenze interne per studiare queste indicazioni e per sviluppare meccanismi per stimolare i loro aderenti a partecipare alle attività di resistenza ed allo sviluppo di nuovi metodi di resistenza e nuovi obiettivi.

  8. Invita tutti i movimenti nazionali ed islamici, specialmente Fatah ed Hamas ad essere devoti all'unità nazionale reale tramite la coesione popolare per poter meglio resistere all'occupazione ed agli insediamenti.

  9. Invita il governo ad adottare progetti di sviluppo in tutte le zone liberate allo scopo di proteggerle, la Conferenza pone l'enfasi sulle indicazioni della Resistenza Popolare per sostenere la resistenza nata nel 2009 con il progetto sulla terra liberata del villaggio di Budrus nel 2004 grazie alla resistenza popolare.

  10. La Conferenza adotta la proposta di lavorare all'organizzazione di una conferenza popolare generale per gettare le basi e le regole della resistenza popolare finalizzate a tutti gli aspetti nazionali, che sono concentrati soprattutto nella creazione di nuovi modelli di resistenza e di sostegno alla causa dei prigionieri.

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali

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