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Riuscito lo sciopero negli stabilimenti FIAT interessati dalla vertenza, con punte del 50-90%

category italia / svizzera | lotte sindacali | opinione / analisi author Monday July 18, 2011 15:20author by Viap - FdCA Report this post to the editors

Soddisfazione viene espressa dal portavoce del coordinamento FIOM della FIAT: sciopero riuscito nonostante il mancato impegno delle altre OO.SS. che pure avevano aderito.

Mentre gli azionisti si sono divisi centinaia di milioni di euro e alla struttura di comando, cioè a capi e capetti vari, sono andati migliaia di euro, alle lavoratrici/ori invece nulla, una semplice questione di classe.
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Riuscito lo sciopero negli stabilimenti FIAT interessati dalla vertenza, con punte del 50-90%


Lo sciopero riguarderà la settimana prossima anche la Sata di Melfi, Mirafiori, Iveco, Cnh e altri siti. La diversificazione della data ha la sua causa nella cassa integrazione, mentre la motivazione dello sciopero è la mancata corresponsione della seconda trance a saldo del premio di risultato concordato. Soddisfazione viene espressa dal portavoce del coordinamento FIOM della FIAT: sciopero riuscito nonostante il mancato impegno delle altreorganizzazioni sindacali che pure avevano aderito.

Mentre gli azionisti si sono divisi centinaia di milioni di euro e alla struttura di comando, cioè a capi e capetti vari, sono andati migliaia di euro, alle lavoratrici/ori invece nulla, una semplice questione di classe.

Dopo la non ammissibilità dell’articolo 28 (condotta antisindacale), decisione del giudice di Melfi nella sentenza contro il reintegro dei tre lavoratori iscritti FIOM, di cui 2 delegati della FIAT-Sata - sentenza contro la quale si farà ricorso - è giunta anche la decisione del tribunale di Torino sul ricorso presentato sempre da FIOM contro la newco di Pomigliano.

L’arcipelago delle aziende FIAT, sparse per il paese, inizia a vivere una realtà di lotte che, se non verranno “stoppate", raggiungerà un livello alto nella ripresa post-ferie. Lotte dovute all’estensione dell’accordo di Mirafiori a tutte le realtà produttive, alle ristrutturazioni, alle chiusure, alla continua riduzione del salario dovuta al ricorso alla cassa integrazione e alla mancata erogazione del salario aziendale concordato.

In un altro settore, quello della logistica (il facchinaggio per intenderci), due vertenze hanno avuto uno spazio a livello nazionale: si tratta della GFE di Reggio Emilia e della TNT di Piacenza: in realtà si tratta di false cooperative appaltatrici, a conferma che ormai il settore funziona con queste aziende che vengono costituite e disfatte in base alle esigenze.

Trattasi, in ambedue i casi, di vertenze che hanno come protagonisti lavoratrici/ori nella quasi totalità migranti; vertenze che hanno avuto sviluppo a seguito della ribellione alle condizioni salariali, di lavoro-orari e alla non applicazione del CCNL del settore.

La vertenza GFE si è conclusa dopo 8 mesi di lotta, dopo uno sciopero della fame e l’occupazione della sala consigliare della Provincia e presidio esterno alla stessa, con un accordo che trova una collocazione lavorativa ai 130 addetti della cooperativa. Un brutto accordo dovuto all’isolamento, all’indifferenza delle forze politiche e sociali tranne rari casi, al mancato rapporto tra i lavoratori della committenza, rigorosamente autoctoni, senza rappresentanza sindacale ben pagati da un lato ed i facchini dall’altro.

La conclusione di questa vertenza solleva una discussione all’interno della camera del lavoro di Reggio Emilia: dato che vi sono altri 5.000 addetti in queste condizioni, risulta pertanto fallito l’obiettivo di estendere il CCNL al settore e che ha visto la stessa CGIL isolata, messa all’angolo dai poteri: da quello economico in tutte le sue articolazioni, da quello politico ed amministrativo.

Alla TNT le cose vanno peggio: l’azienda ha licenziato i 150 addetti e non li riassume. La vertenza è sostenuta con presidi e picchetti e qui il riferimento sindacale è il SI-COBAS.

Abbiamo detto che si tratta di false cooperative appaltatrici aderenti in molti casi ad una centrale cooperativa creata dai committenti (UNCI) che applica il suo contratto firmato da un sindacato giallo costruito sempre da loro. La paga oraria è di 3.90€ lordi tutto compreso, lavoro a chiamata senza limiti d’orario, parte normativa inesistente.

Simile contratto viene firmato dal socio lavoratore al momento dell’assunzione e su tutto grava il ricatto legato al permesso di soggiorno.

Esempi di scomposizione e frammentazione della classe alla quale per il momento non si riesce a far fronte.

Viap
(FdCA)

16/07/11

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