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Georges Fontenis, 1920-2010

category francia / belgio / lussemburgo | storia dell'anarchismo | opinione / analisi author Wednesday September 22, 2010 20:08author by David Berry e Guillaume Davranche Report this post to the editors

Per più di 50 anni, Georges Fontenis ha partecipato alle lotte più importanti e, come il suo vecchio compagno Denis Berger dice nella recensione a Changer le monde: "Lui sapeva come andare avanti, come cambiare se necessario le sue idee, ma fondamentalmente è sempre rimasto fedele alle scelte fatte in gioventù. Era ed è rimasto un rivoluzionario". [English]
Georges Fontenis intorno al 1970
Georges Fontenis intorno al 1970


Georges Fontenis, 1920-2010

David Berry & Guillaume Davranche

Con la morte di Georges Fontenis, abbiamo perso una delle figure preminenti del movimento rivoluzionario francese del dopo-guerra. Fontenis ha svolto un ruolo importante nella ricostruzione e nell'azione riformatrice del movimento anarchico francese, nel sostegno alla lotta di indipendenza algerina negli anni '50 e '60; è stato attivista di primo piano nel Maggio '68 e da qui fautore della (ri)costruzione del movimento comunista libertario negli anni '70; negli ultimi anni della sua vita è stato uno dei pilastri del movimento Libre Pensée; era entrato nella Union des Travailleurs Communistes Libertaires (UTCL) nel 1980, e di conseguenza è diventato poi militante di Alternative Libertaire (1991), in cui è rimasto fino alla sua morte all'età di 90 anni.

Georges Fontenis era nato il 27 aprile 1920 da una famiglia operaia ed ha passato la sua infanzia nella cosiddetta "cintura rossa" della regione parigina. Da giovane leggeva i giornali sindacali e socialisti di suo padre, ma pure quelli anarchici, trotskyisti e pacifisti come "Le Libertaire", "La Vérité" e "La Patrie Humaine". Al tempo del Fronte Popolare, rimase deluso dalla svolta neo-patriottica del Partito Comunista - che aveva adottato proprio in quel periodo, grazie alla politica estera di Stalin, il nome ufficiale di Partito Comunista Francese (mentre prima era "Partito Comunista, sezione francese dell'Internazionale Comunista") - e da quello che egli ritenne un tradimento della rivoluzione spagnola. Era ugualmente critico verso la posizione che i pacifisti intransigenti avevano assunto nei confronti della guerra di Spagna (c'erano molte sovrapposizioni in Francia tra i pacifisti e gli anarchici in quel periodo) nonché verso la linea "ministerialista" assunta dalla dirigenza della CNT. (Molti anni dopo, Fontenis avrebbe scritto un opuscolo sugli Amici di Durruti). Fu in questo periodo che Fontenis entrò a far parte della Union Anarchiste, ed all'età di 17 anni aveva già letto le opere complete di Bakunin (sei volumi) come pure la maggior parte delle opere di Kropotkin.

Durante l'occupazione, Fontenis ed i suoi amici anarchici continuarono ad incontrarsi segretamente ed egli divenne un membro della CGT (Confédération Generale du Travaille) clandestina. Dopo la Liberazione, insieme al trotskyista Marcel Pennetier e ad altri, contribuì a costituire Ecole Emancipée (una longeva organizzazione di insegnanti collegata all'anarcosindacalismo ed alla sinistra estrema). In ragione di questo suo impegno nel movimento sindacale (quando i sindacati erano fuori-legge), il Ministero dell'Istruzione nominò Fontenis alla commissione incaricata di epurare gli insegnanti che avevano collaborato con le forze di occupazione nazista e di Vichy (il reazionario regime fantoccio guidato dal maresciallo Pétain che si era insediato nella metà meridionale della Francia dal 1940 al 1944).

Anni di difficili e pericolosi sforzi per ricostruire il movimento anarchico culminarono nella creazione della Fédération Anarchiste (FA) sul finire del 1944, in cui Fontenis era il militante più giovane nel comitato esecutivo provvisorio. Gli venne dato l'incarico particolare di rilanciare la Jeunesses Anarchistes, di cui è stato anche segretario per qualche tempo. Contemporaneamente, divenne membro del gruppo Parigi Est della FA (vale a dire il 10°, 14° e 20° arrondissements). Ed era anche insegnante di scuola primaria nella stessa zona di Parigi.

I primi congressi della nuova FA tendevano a riprodurre gli stessi conflitti ideologici che avevano già diviso il movimento tra gli anni '20 e '30, e più precisamente quello tra "sintetisti" e "piattaformisti". (Pubblicata a Parigi nel 1926 da un gruppo di anarchici esuli russi ed ucraini, la Piattaforma sosteneva che in Russia il movimento aveva fallito non a causa delle circostanze, né solo a causa della repressione bolscevica, ma anche a causa della propria mancanza di linea politica, nonché dell'inconsistenza ideologica e pratica. Nel 1928 Sébastien Faure pubblicò una risposta alla Piattaforma, La Synthèse anarchiste, in cui si respingeva la necessità di una maggiore unità organizzativa a favore di legami molto meno vincolanti tra i gruppi.) Fontenis, come la maggior parte degli attivisti della sua generazione, non sapeva nulla della Piattaforma, ma guardava molto alla lotta sociale e politica in termini di conflitto di classe ed era favorevole ad una maggiore coerenza ideologica ed organizzativa all'interno del movimento. Fu sotto l'influenza di anarchici rivoluzionari come Louis Mercier-Vega che le giovani generazioni dei militanti della FA iniziarono ad interessarsi alla Piattaforma ed alle opere di Camillo Berneri.

Nel congresso FA del 1946, a Digione, Fontenis intervenne a nome dei giovani anarchici di JA, criticando "i vanitosi, autoreferenziali palloni gonfiati i cui discorsi sono del tutto negativi e distruttivi" (Changer le monde, p.58). Venne visto come qualcosa di nuovo, dinamico, che non apparteneva a nessuna delle fazioni esistenti; di conseguenza, le sue posizioni si guadagnarono un ampio appoggio in una organizzazione divisa e così venne eletto segretario generale della FA.

Nonostante i suoi conflitti interni, il movimento anarchico stava vivendo un periodo di crescita. Fontenis firmò una serie di articoli sui "Problemi dell'istruzione e della scuola" sul settimanale "Le Libertaire", e diventò oratore ufficiale (spesso col nome di Fontaine) nelle iniziative pubbliche organizzate dalla FA. Quando la CGT si spaccò nel 1947 agli inizi della Guerra Fredda, la FA invitò i lavoratori a prendere le distanze sia dalla CGT dominata dagli stalinisti che dal nuovo sindacato riformista ed anticomunista CGT-FO (Force Ouvrière). Invece la FA proponeva una "terza forza": "Né Thorez [all'epoca segretario del PCF], né De Gaulle, né Stalin, né Truman" ("Le Libertaire", 23 ottobre 1947). Diventato direttore di "Le Libertaire" ed avendo preso un anno di aspettativa non retribuita a scuola, Fontenis iniziò a partecipare alle iniziative pubbliche organizzate tra il 1947-48 dal PCF, dal Partito Socialista, dai Gaullisti e dalla RDR (Rassemblement Démocratique Révolutionnaire, un movimento democratico-socialista-rivoluzionario di breve vita che ebbe il sostegno illustre di Jean-Paul Sartre come di diversi noti ex-trotskysisti) con la finalità di confrontarsi pubblicamente con i loro oratori e di presentare le posizioni politiche della FA.

Verso la fine degli anni '40, si acuirono le differenze all'interno della FA, per cui insieme ad altri esponenti di primo piano (Roger Caron, Serge Ninn, Louis Estève, Maurice Lavorel ed altri), Fontenis fondò una sorta di vitale gruppo segreto denominato Organisation-Pensée-Bataille sulla base del libro scritto da Berneri nel 1937. L'esistenza della OPB sarebbe poi stata rivelata nel 1954 nel Memorandum du groupe Kronstadt e sarebbe stata fortemente criticata da alcuni. Lo stesso Fontenis, anni dopo, avrebbe criticato "il romanticismo cospirativo" di quell'esperienza. Eppure, la OPB fu per certi versi il sintomo della reazione dei militanti più giovani contro le "vecchie barbe" nella FA. Prima che la OPB fosse operativa, gli stessi "tradizionalisti" nella FA si erano già organizzati in una fazione ed avevano costituito, secondo Maurice Joyeux, una "lobby epistolare": "Non era un gruppo strutturato per espellere dalla Federazione Anarchica quelli che avevano altre opinioni, ma una rete nazionale di corrispondenza che puntava però allo stesso obiettivo, vale a dire, predeterminare gli esiti del congresso sulla base di proposte che erano già state formulate, al di fuori del congresso." (Maurice Joyeux, L'Affaire Fontenis in "La Rue", n°28, 1980).

Nel 1948, un gruppo di anarchici spagnoli chiese aiuto a Fontenis per l'organizzazione di un attentato alla vita di Franco: c'era bisogno di un aeroplano che doveva essere acquistato da qualcuno di nazionalità francese. Non solo l'attentato non riuscì, ma nel febbraio 1951, in seguito ad una rapina in un ufficio postale di Lione, Fontenis venne arrestato ed accusato dalla polizia di esserne complice sulla base di pretestuosi legami con i ladri e con i circoli degli esiliati spagnoli in Francia. Venne presto rilasciato.

Al congresso della FA a Lille nel 1951, Fontenis non si candidò per l'elezione nel comitato nazionale ed André Moine divenne segretario generale. Tuttavia Fontenis continuava il suo lavoro con la OPB e contribuiva a "Le Libertaire". In quel congresso, le due principali tendenze all'interno della FA si scontrarono su 3 questioni: quella del sistema di voto nel congresso (una testa, un voto); quella della posizione della Federazione rispetto ai sindacati e dell'appello per uno "sciopero gestionario" (sciopero con occupazione e controllo operaio); e quella della politica del "Terzo Fronte" - con gli slogan "Contro Stalin, ma non con Truman. Contro Truman, ma non con Stalin" - e "Terzo fronte proletario".

Il congresso successivo di Bordeaux (1952), adottò una posizione "comunista libertaria", ma fu solo nel 1953 che la FA cambiò ufficialmente il suo nome in Fédération Communiste Libertaire (FCL), dopo un referendum tra i militanti. La nuova organizzazione proseguiva nelle stesse attività, ma con maggiore enfasi sul lavoro anticoloniale, con maggiore incoraggiamento ai militanti perché si impegnassero di più nel lavoro sindacale, e con un maggiore apertura verso il portato delle analisi marxiste. Si trattava di portare la lotta di classe al centro della politica del movimento anarchico, un obiettivo che Fontenis - intanto rieletto segretario generale - sostenne attivamente. Nel 1953, insieme a 4 esponenti della OPB (Serge Ninn, René Lustre, Roger Caron ed André Moine), lavorò alla revisione di una serie di questioni teoriche sui "Problemi Centrali" con articoli apparsi su "Le Libertaire", che poi andarono a costituire il corpo di un opuscolo intitolato Manifeste du communisme libertaire. Questo lavoro è tutt'oggi letto, con grande influenza in America Latina.

Il ruolo centrale svolto da Fontenis in questo frangente spinse molti anarchici tradizionalisti ad attaccarlo sul piano personale con una campagna di demonizzazione che sarebbe durata anni, con l'accusa di "fontenismo" o di "fontenisismo". Nel 1953 venne nuovamente rilanciata la Federazione Anarchica, rigettato il "piattaformismo" a favore del "sintetismo", con in testa Maurice Joyeux, Maurice Laisant ed Aristide Lapeyre. Il suo organo di stampa divenne "Le Monde Libertaire".

Intanto la FCL si impegnava sempre di più nelle campagne anticoloniali degli anni '50, sostenendo che i rivoluzionari francesi dovevano adottare una politica di "sostegno critico" al movimento nazionalista algerino. A differenza di molti anarchici e di parte della sinistra, la FCL sostenne l'appello per il diritto all'indipendenza dall'inizio dell'insurrezione e questa posizione si guadagnò l'appoggio di un certo numero di intellettuali politicamente impegnati, tra cui Daniel Guérin. Il giornale della FCL andava a ruba nei quartieri parigini con presenza di immigrati algerini, come a Goutte d'Or o in città come Roubaix con un alto numero di lavoratori immigrati. Non si trattava di un sostegno puramente verbale: si trattava di creare reti di cosiddetti porteurs de valise, vale a dire corrieri che trasportavano denaro, documenti e persino armi per i combattenti indipendentisti algerini. La FCL ed il suo giornale pagarono le conseguenze di queste attività con ripetuti atti repressivi da parte dello Stato: censura, accuse e multe, sequestro di alcuni numeri di "Le Lib" (diminutivo con cui veniva chiamato il giornale). Nell'estate del 1955, tre esponenti del comitato editoriale, compreso Fontenis, vennero arrestati con l'accusa di attentato alla sicurezza nazionale.

Fu in quel periodo che, avendo lanciato un dibattito sul tradizionale astensionismo elettorale del movimento anarchico, il comitato nazionale della FCL decise di presentare una lista di candidati "antiparlamentari" alle elezioni generali del 1956. L'unica lista che venne presentata - nel 13° arrondissement di Parigi - ottenne solo 2.500 voti, e Fontenis negli anni seguenti avrebbe stigmatizzato quella scelta come "un errore piuttosto ridicolo", in parte perché produsse divisioni e fece allontanare alcuni dei gruppi FCL più attivi, in parte perché alcuni militanti "si fecero assorbire dalle potenziali ramificazioni della campagna" (Changer le monde, p.129).

Sottoposta ad una repressione continua - arresti, accuse e sequestri del giornale - il comitato nazionale della FCL giunse alla conclusione nel luglio 1956 che non era più possibile fare uscire "Le Libertaire"; mentre doveva essere mantenuta la mobilitazione contro la guerra in Algeria. Nel numero di "Le Libertaire" in cui si annunciava la chiusura (12 luglio), apparve anche un "Appello per un fronte unito dei rivoluzionari" firmato da Fontenis ed altri militanti della FCL, ma anche da un certo numero di trotskyisti appartenenti a varie tendenze. Sfortunatamente questo appello cadde nel vuoto ed il giorno dopo Fontenis e gli altri attivisti della FCL vennero arrestati ed interrogati dalla DST (la Direction de la surveillance du territoire, un corpo dei servizi segreti del Ministero degli Interni). Dopo il loro rilascio sotto sorveglianza, Fontenis ed altri 3 compagni (Paul Phillippe, Pirre Morain and Gilbert Simon), entrarono in clandestinità, ritenendo che il paese fosse sulla soglia di una situazione rivoluzionaria.

Fontenis, che viveva sotto falso nome in una stanza non riscaldata del 18° arr. di Parigi, riceveva un aiuto finanziario dalla Federazione ed aveva il compito di ristabilire i contatti con i gruppi della provincia. Lavorava alla creazione di reti di rivoluzionari in tutto il paese e prese contatti con militanti di altre organizzazioni, tra cui va ricordata Nouvelle Gauche (un piccolo gruppo rivoluzionario antistalinista che comprendeva ex trotskyisti come Jacques Danos ed Yvan Craipeau ed il marxista libertario Daniel Guérin). Sviluppò anche stretti legami con il Mouvement libertaire nord-africain (MLNA), il Mouvement national algérien (MNA) e con il FLN (Front de libération national) algerino. (Le Fil du Temps ha prodotto al riguardo un documentario su DVD intitolato: Une résistance oubliée (1954-1957), des libertaires dans la guerre d'Algérie)

Durante il periodo di clandestinità, la FCL riuscì a produrre 2 numeri del giornale "La Volonté du peuple", che veniva diffuso davanti ai cancelli delle fabbriche ed agli incroci pieni di traffico delle periferie parigine. Uscirono anche parecchi numeri della rivista "Les Cahiers de la critique sociale", con articoli sugli eventi in Ungheria, come pure sul materialismo storico ed altre questioni teoriche.

Fontenis venne infine preso dalla DST nel luglio 1957 e condannato a quasi 2 anni di carcere e ad una pena pecuniaria di oltre un milione di franchi. Fortunatamente, beneficiò della "amnistia collettiva" che nella tradizione francese viene applicata in occasione delle elezioni presidenziali, che videro il generale de Gaulle prendere il potere l'anno successivo. Restava da pagare la pena amministrativa, cosa che Fontenis fece con grandi difficoltà negli anni seguenti e grazie al grande aiuto ricevuto dai compagni. Sebbene fosse ora difficile per lui riottenere il suo lavoro di insegnante nella scuola pubblica, ci riuscì alla fine del 1958, anche se gli venne sbarrato l'insegnamento nella regione di Parigi a causa della sua fedina penale.

Con la fine della FCL, Fontenis entrò a far parte di un gruppo creato da ex attivisti della FCL chiamato Action communiste che aveva buoni rapporti con alcuni esponenti trotzkysti della opposizione interna al Partito Comunista e con alcuni esponenti del gruppo Socialisme ou Barbarie. Però Action communiste durò solo alcuni mesi e Fontenis si unì a Voie communiste, un ecumenico gruppo di estrema sinistra fondato sulla base dell'opposizione alla guerra in Algeria. Fontenis comparve presto tra i redattori del giornale omonimo, insieme a Denis Berger e Félix Guattari, tra gli altri. In quel periodo aveva adottato lo pseudonimo di G. Grandfond.

Contemporaneamente, Fontenis lavorava con discrezione con il movimento antifranchista di Resistenza Popolare e si ritrovò a lavorare insieme a vecchi compagni della FCL nelle lotte anticoloniali, nelle lotte sindacali (specialmente nella CGT e nel gruppo Ecole émancipée) e nelle lotte antifasciste dei Comités de défense de la République nella campagna di protesta contro il tentativo di golpe militare in Algeria e contro il ritorno al potere del Generale de Gaulle.

Ma al pari di altri ex militanti della FCL, sentiva che qualcosa si era perduto nel periodo tra 1957 e 1958, per cui si dedicò totalmente all'insegnamento. Si iscrisse alla prestigiosa Ecole Normale Supérieure a Saint-Cloud nel 1959, e divenne ispettore scolastico nel 1962-67, poi assistente alla cattedra di psicopedagogia presso la Ecole Normale per insegnanti di scuola primaria a Tours a partire dal 1967. Quindi ottenne la qualifica di dirigente.

Fontenis tornò ad avere ancora una volta un ruolo nel movimento libertario in occasione dei fatti del 1968. Insieme ai ferrovieri della minoranza rivoluzionaria interna alla confederazione sindacale antistalinista Force Ouvrière, agli studenti delle scuole superiori, ad alcuni esponenti della minoranza di opposizione interna al PCF ed a maoisti di varie tendenze, Fontenis contribuì a costituire a Tours (dove aveva preso residenza) il Comité d'action révolutionnaire (CAR), di cui divenne una delle figure guida. Nel CAR vi erano studenti delle scuole superiori della Jeunesse communiste révolutionnaire (JCR, gruppo di studenti comunisti espulsi dal PCF che avrebbero poi creato l'attuale LCR), militanti del PSU (Parti socialiste unifié), giovani comunisti e maoisti del Parti communiste marxiste-léniniste de France (PCMLF). Molte della attività del CAR venivano organizzate unitamente al PSU ed all'organizzazione giovanile maoista, l'Union des jeunesses communistes marxistes-léninistes (UJCML). A Tours il CAR aveva gruppi nell'università e in alcuni posti di lavoro, ed il 31 maggio 1968 adottò una "Piattaforma per un'organizzazione rivoluzionaria".

Rispetto al movimento anarchico del tempo, Fontenis fu severamente critico ed anni dopo avrebbe denunciato "la completa impotenza del movimento libertario" alla fine del 1967 e la "quasi totale assenza del movimento anarchico organizzato durante i fatti" del 1968 (Changer le monde, pp.156-6).

Fu per questa ragione che, mentre era ancora impegnato col il CAR a Tours, riprese i contatti col suo vecchio compagno Pierre Morain e insieme a cui lanciò un "Appello agli ex-militanti della FCL ed ai militanti dell'UGAC [Union des groupes anarchistes-communistes]" nel tentativo di rilanciare il movimento comunista libertario in Francia. Ma senza grande successo. Allora Fontenis ed altri ex FCL fecero un gruppo comunista libertario chiamato Action Tours che entrò nell'UGAC. Fontenis si era anche impegnato nel Comité d'initiative pour un mouvement révolutionnaire (CIMR), fondato nel giugno 1968 da UGAC, JCR più altri vari gruppi rivoluzionari. All'interno dell'UGAC, non mancò di confrontarsi con i cosiddetti "spontaneisti" e con Guy Bourgeois, dichiarandosi a favore di un'organizzazione specifica strutturata, capace di avere un ruolo di avant-garde. Dopo un certo numero di meetings e di dibattiti, Fontenis organizzò insieme a Daniel Guérin un meeting nazionale a Parigi nel maggio 1969 che divenne a tutti gli effetti il congresso costitutivo del Mouvement communiste libertaire (MCL). Fontenis scrisse un documento sulle posizioni teoriche di fondo su cui nasceva il gruppo; Guérin divenne direttore del giornale "Guerre de classes".

La maggioranza del MCL, inclusi Fontenis e Guérin, si disse favorevole all'idea di una fusione con un altro gruppo, la Organisation révolutionnaire anarchiste (ORA), ma non se ne fece niente. Nel luglio 1971, alcuni gruppi dell'ORA si fusero con il MCL per creare la Organisation communiste libertaire, con "Guerre de classes" come giornale. La OCL aveva militanti in gran parte del paese, molto più del MCL, con un gran numero di militanti operai. Sul piano teorico la OCL si rifaceva alle correnti antiautoritarie del movimento operaio della Prima Internazionale, dell'anarcosindacalismo, del consiliarismo ed alle analisi di "Socialisme ou Barbarie". Con il diffondersi di una vasta apatia sociale negli anni dopo il 1974, la OCL entrò in crisi, alcuni gruppi divennero "spontaneisti" ed altri "ultrasinistri", per cui l'organizzazione si sciolse nel 1976.

Nel 1954, Fontenis aveva scritto per il giornale "Socialisme ou Barbarie" un articolo sull'attività rivoluzionaria all'interno dei sindacati e nel 1977, la Union des travailleurs communistes libertaires (UTCL) gli chiese il permesso di ripubblicarlo nel suo giornale "Tout le pouvoir aux travailleurs". La UTCL era nata da una tendenza sindacalista rivoluzionaria interna alla Organisation révolutionnaire anarchiste in seguito agli scioperi dei bancari, delle ferrovie e delle telecomunicazioni nel 1974. Avendo assunto posizioni critiche verso la tendenza ultrasinistra interna all'ORA che voleva smetterla col lavoro sindacale, la UTCL venne espulsa bel 1976 e si costituì come organizzazione indipendente nel 1978. La strategia della UTCL era basata sulla costruzione di una nuova organizzazione comunista libertaria all'interno del più ampio movimento anticapitalista per l'autogestione (controllo operaio). Fontenis, che si ritrovava in questa strategia, prese parte al congresso costitutivo ed entrò nel 1980.

Negli anni successivi vi furono incontri tra la UTCL e diverse organizzazioni appartenenti alla tradizione comunista libertaria o comunista anarchica, da cui scaturì nel 1989 la pubblicazione dell'"Appello per l'Alternativa Libertaria". L'esito finale fu nel 1991 il lancio di Alternative Libertaire (AL), a cui Fontenis aderì, mentre l'UTCL si dissolveva nella nuova organizzazione.

Durante gli anni '80 e '90, Fontenis scrisse moltissimo. Il suo Manifeste du Communisme Libertaire del 1953 venne ripubblicato nel 1985, ma uscirono altri due opuscoli: uno studio sugli allora quasi sconosciuti Amici di Durruti: Le Message révolutionnaire des "Amis de Durruti" (1983); ed un'analisi da un punto di vista rivoluzionario del periodo del Fronte Popolare: Il y a 50 ans, le Front populaire (1986). Il lavoro più importante però fu il suo studio semi-autobiografico sulla storia del movimento anarchico e comunista libertario in Francia nel dopoguerra, intitolato L'autre communisme (1990). Questo lavoro è stato ripubblicato altre due volte, nel 2000 e 2008, col titolo Changer le monde. Histoire du mouvement communiste libertaire (1945-1997).

Non si tratta di un lavoro solo per vecchi militanti settantenni che riguardano agli anni passati ed alle vecchie dispute. Se da un lato è un lavoro che mette in chiaro certi episodi e risponde - dopo molti anni di silenzio - a certi attacchi personali, dall'altro non manca di autocritica e mantiene intatta la sua importanza per la storia del movimento anarchico dopo il 1945 con un'analisi adeguata delle lezioni della storia di quel periodo. Per molti giovani libertari che avevano partecipato per la prima volta alle lotte sociali della fine degli anni '80 (in particolare i cosiddetti "coordinamenti" messi su dai ferrovieri, dagli studenti, dagli insegnanti, dai postelegrafonici e dalle infermiere) e degli inizi degli anni '90 (campagne antifasciste, movimenti dei disoccupati e dei senza-casa, gli scioperi di massa dell'inverno 1995, ecc.), la prima edizione del libro di Fontenis significò poter guardare ad una nuova concezione dell'anarchismo, la rivelazione di una nuova storia, o - per usare un'espressione dello stesso Fontenis - l'esistenza di "un altro comunismo". In un periodo in cui i politici, i giornalisti e gli accademici - messi di fronte alla fine della socialdemocrazia mitterandiana ed al declino inarrestabile del Partito Comunista e del movimento sindacale - sapevano parlare solo di "consenso" e di "fine delle ideologie", la pubblicazione del libro di Fontenis coincise con la ripresa delle lotte e la comparsa di nuovi movimenti sociali.

Questo riapparire dei conflitti sociali coincideva con i tentativi di raggruppare gli anarchici. Fin dal 1918, quando in Francia appariva il concetto di "anarchismo tradizionale" e di "purezza anarchica", questi concetti sono stati usati per marginalizzare ed in certi casi demonizzare altre concezioni, in particolare quelle che ricercavano maggiore chiarezza ideologica e maggiore efficacia organizzativa, insieme a legami più forti col movimento operaio. Questa sorte toccò ai piattaformisti degli anni '20 e '30 (responsabili di aver creato già nel 1934-36 una prima Fédération communiste libertaire) tanto da essere condannati da Volin ed altri per supposto "bolscevismo anarchico". Venti anni dopo, la stessa accusa - quella di "marxistizzare" l'anarchismo, a sentire Maurice Joyeux - sarebbe stata rivolta alla seconda FCL, la cui storia viene spiegata da una prospettiva alquanto differente nel libro di Fontenis. Questo libro è stato dunque importante per aver demistificato l'esperienza della FCL e della OPB, per aver confutato le rappresentazioni dominanti di questi episodi nella storia del movimento così come erano state costruite da coloro che si arrogavano il diritto di sapere quale fosse il "vero" anarchismo. Lo stesso Fontenis è giunto ad ammettere che furono commessi alcuni errori (in particolare "le illusioni e gli eccessi della OPB"), ma ha anche insistito sul volere "stare ancora ai fatti essenziali".

Per molti anni, dopo la sua adesione ad AL, Fontenis ha scritto per il mensile "Alternative libertaire", ma poi, mano a mano che la sua salute si indeboliva, ha scritto sempre di meno. E' rimasto militante di AL fino alla sua morte nella sua dimora di Reignac-sur-Indre il 9 agosto scorso.

Per più di 50 anni, Georges Fontenis ha partecipato alle lotte più importanti e, come il suo vecchio compagno Denis Berger dice nella recensione a Changer le monde: "Lui sapeva come andare avanti, come cambiare se necessario le sue idee, ma fondamentalmente è sempre rimasto fedele alle scelte fatte in gioventù. Era ed è rimasto un rivoluzionario".

David Berry e Guillaume Davranche

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali


Traduzione italiana del Manifeste du Communisme Libertaire: http://www.anarkismo.net/article/17319

Traduzione inglese de Le Message Revolutionnaire des "Amis de Durruti": http://flag.blackened.net/revolt/spain/FODtrans/preface.html

Changer le monde è reperibile presso il sito di AL.

 

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