Comunicato di Alternative Libertaire sull'introduzione dello stato d'emergenza in Francia...
Il testo in questione prevede, su semplice decisione amministrativa, il coprifuoco, perquisizioni, tribunali militari, divieto di assembramento, chiusura di cinema, bar, teatri, luoghi di riunione, ma anche controllo dei giornali e dei media. Lo stato d’emergenza durerà 12 giorni, quindi fino al 20 novembre, e potrà essere rinnovato.
Questa legge è stata applicata in Algeria tra il 1955 e il 1962, e in Nuova Caledonia nel 1984-1985, per sedare la rivolta indipendentista.
Con la proclamazione dello stato di emergenza è evidente la risposta che lo Stato intende dare allo sfacelo sociale, alla disoccupazione, alle discriminazioni, alle umiliazioni di cui sono vittime i quartieri popolari.
Siamo ormai apertamente alla gestione coloniale dei sobborghi.
L’esplosione delle violenze in tutta l’area metropolitana ha reso evidente, se ce ne fosse stato bisogno, l’oppressione insopportabile che deriva da 30 anni di regressione sociale e di otto anni di politiche securitarie (1).
Lo Stato confessa la sua incapacità a padroneggiare la situazione, annunciando il richiamo dei riservisti delle forze di polizia. Potrà anche fare ricorso all’esercito, come reclama l’estrema destra, e lanciarsi in una escalation di repressione: non avrà ragione di una rivolta le cui cause sono così profonde, e a cui basterà una nuova scintilla per ristoppiare.
La popolazione dei quartieri interessati dalla violenza finora ha dato prova di grande dignità e rimarcabile sangue freddo, rifiutando di trattare i rivoltosi come delle canaglie, come avrebbe voluto lo Stato.
Pensiamo di essere in sintonia sia con loro che con i rivoltosi reclamando:
Traduzione a cura di FdCA - ufficio relazioni internazionali
(1) Vedi comunicato AL del 6 novembre 2005: "Una settimana di rivolta contro l’ingiustizia sociale"