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L’organizzazione politica e l’organizzazione di massa

category internazionale | movimento anarchico | opinione / analisi author Monday August 30, 2010 00:12author by Keir Snow - Liberty & Solidarity Report this post to the editors

Se può apparire naturale l’istinto ad organizzarsi con compagni del medesimo orientamento politico, è allora il caso di prendere in considerazione quale ruolo dovrebbe avere l’organizzazione politica. In questo mio contributo propongo un modello di organizzazione di classe, utile a confrontare la natura e le funzioni dell’organizzazione politica e dell’organizzazione di massa. Come tutti i modelli, anche questo si pone sul piano ideale, tenendo forse conto più delle cose come dovrebbero essere, che di come sono attualmente.
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Come l’organizzazione di massa dovrebbe relazionarsi con le organizzazioni politiche è una questione chiave per i socialisti dato che chiaramente si auspicano organizzazioni di massa permanenti che sostengano e facciano crescere la coscienza di classe, che ottengano vittorie su cui consolidarsi e rafforzarsi per poter vincere ancora.

Allora quali sono le caratteristiche peculiari di una organizzazione politica coesa? Ci si aspetta che vi sia una stretta unità teorica e tattica tra militanti che perseguono gli stessi obiettivi. In ragione di ciò, le dimensioni di un’organizzazione politica sono spesso alquanto ridotte, dal momento che non vi sono tante persone in giro che credono in un qualsiasi specifico tipo di socialismo a cui un’organizzazione politica possa far riferimento e che contemporaneamente mettano in atto azioni condivise nell’attività quotidiana.

Del tutto diversa è l’organizzazione economica di massa, che per la maggior parte dei libertari è la chiave della rivoluzione. Può trattarsi molto verosimilmente di un sindacato, sebbene anche altri organismi come i comitati dei residenti in un quartiere possano essere compresi nell’organizzazione di massa. Come ben si intende dal nome, le organizzazioni di massa sono di grandi dimensioni, ma proprio per questo non hanno un grande tasso di coesione politica. Un altro importante fattore da tener presente nell’analizzare i due tipi di organizzazione sono le loro possibilità. Un piccolo gruppo ha meno possibilità, dato che queste ultime dipendono primariamente dalle risorse finanziarie e dal tempo messo a disposizione dai militanti, tuttavia con una disciplina collettiva, queste possibilità possono essere in qualche modo incrementate. Le organizzazioni di massa, invece, hanno grandi capacità, potendo contare su disponibilità di fondi e di risorse umane, se poi queste vengano utilizzate o no, ed in quale direzione, si tratta di un’altra questione.

Alcuni socialisti, sia nel campo libertario come in quello statualista, credono che l’organizzazione di massa dovrebbe coincidere con l’organizzazione politica, in altre parole sono dei “partitici”. Un ottimo esempio di partitismo in campo statualista è il Partito Socialista Scozzese (PSS), la cui strategia di base è quella di crescere. Tuttavia, si possono trovare idee simili anche in campo libertario, come dimostra il caso dell’AIT e dei suoi gruppi affiliati, ciascuno dei quali cerca di costruire ibride organizzazioni di massa politico/economiche.

Questo approccio comunque, può funzionare solo laddove le politiche rivoluzionarie dell’organizzazione politica sono state devitalizzate (vedi il caso del PSS), dal momento che gran parte dei lavoratori britannici sono almeno socialdemocratici e quindi poco propensi a far parte di un’organizzazione rivoluzionaria, oppure lì dove l’organizzazione politica “di massa” resta piccola, come nel caso delle affiliate all’AIT. E’ il caso di tenere in considerazione che si stanno qui osservando le tendenze generali, dal momento che è certo che sia nel PSS che nell’AIT ci sono militanti che non ne condividono la attuale linea.

Un altro modello, ma più elaborato, di approccio all’organizzazione di massa si può trovare sia nel campo libertario che in quello statualista, prevedendo la partecipazione e l’attività dell’organizzazione politica all’interno della più ampia organizzazione di massa. Questo è il modello adottato dalla maggior parte dei gruppi piattaformisti ed anche da molti gruppi trotzkyisti, almeno quando gli conviene per il loro intervento sindacale. Questo modello prevede fondamentalmente che l’organizzazione politica si impegni direttamente nella militanza all’interno dell’organizzazione di massa in cui i militanti sono presenti. Questo modello prevede altresì che l’organizzazione di massa cresca e svolga un ruolo nello sviluppo della coscienza della classe lavoratrice, tramite un implicito rafforzamento di classe che le viene dall’organizzazione.

Il limite di questo modello però sta nel fatto che un piccolo gruppo politico ha anche meno possibilità, e il suo ambito di intervento, pur diventato la militanza nell’organizzazione di massa anziché nell’intera classe lavoratrice, resta pur sempre molto ampio con politiche per la maggior parte pur sempre socialdemocratiche, per cui l’influenza dell’organizzazione politica è comunque limitata.

Prendiamo in considerazione ora l’organismo di tendenza. Esso si colloca tra l’organizzazione politica e l’organizzazione di massa, sia in termini di dimensioni che di capacità e di coesione politica. L’organismo di tendenza permette all’organizzazione politica di perseguire gli stessi fini ma con alleati che li condividono, raggiungendo così una maggiore efficacia. Esso è anche un ambito di intervento meno grande, ma politicamente più vicino, in cui l’organizzazione politica può sperare di sviluppare la sua influenza con migliori prospettive di fare militanti.

Un classico esempio di organismo di tendenza è stata la Industrial Syndicalist Education League, praticamente una frazione conflittuale –tra le tante altre- all’interno del movimento operaio britannico tra il 1910 ed il 1914. A volte, dove non esistono organismi di tendenza adeguati, l’organizzazione politica può ritrovarsi a costituirli, cercando alleati all’interno dell’organizzazione di massa. Gli organismi di tendenza possono anche essere multilaterali e contaminarsi allo scopo di formarne di nuovi o di riformare quelli che esistono.

Questo modello organizzativo favorisce naturalmente le possibilità di coinvolgimento. E’ ovvio che l’organizzazione politica vorrà guadagnare a sé militanti esperti, i quali ovviamente dovrebbero essere molto vicini politicamente all’organizzazione. Queste persone che hanno iniziato iscrivendosi all’organizzazione di massa, poi entrando nell’organismo di tendenza, hanno già fatto il loro percorso e la loro esperienza politica, sviluppando capacità ed idee ed avvicinandosi all’organizzazione politica. E’ dunque dentro questi organismi di tendenza che si possono fare militanti.

Nella realtà, ovviamente, le cose non sono mai così semplici, e la maggior parte delle organizzazioni politiche, piuttosto che scegliere nettamente una delle strategia suddette, preferisce alternare, a volte rivolgendosi all’intera classe lavoratrice, altre volte agendo all’interno dell’organizzazione di massa ed altre ancora negli organismi di tendenza. Per esempio, quando si fa propaganda, la maggior parte dei gruppi socialisti produce il proprio materiale per il pubblico in generale, cosa alquanto inefficace date le limitate capacità dei gruppi, quando invece si può fare propaganda verso l’organizzazione di massa, dove è più facile trovare qualcuno che aderisca e che di conseguenza voglia fare tutti i passi per un suo coinvolgimento da militante.

La stessa cosa succede spesso anche nell’intervento nel territorio, dove invece di costruire un’organizzazione di massa come i comitati dei residenti, l’organizzazione politica magari mette su campagne temporanee e si pone essa stessa come organizzazione di massa permanente.

Mi auguro che il modello fin qui tracciato possa servire in qualche modo a comprendere come le organizzazioni politiche possano interagire con la classe lavoratrice. Le attuali correnti partitiche della sinistra sono fuori dall’organizzazione di massa e lavorano dappertutto tranne che nella sfera del mondo del lavoro, e l’uso inadeguato degli organismi di tendenza e di altre alleanze ha contribuito grandemente alla inefficacia della sinistra. Se noi cambiamo la nostra tattica per compensare le nostre limitate capacità, credo che possiamo fare dei passi avanti, incrementando di molto le nostre possibilità.


Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

Verwandter Link: http://www.libertyandsolidarity.org
author by HVT - HySpublication date Mon Aug 30, 2010 10:25author address author phone Report this post to the editors

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