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La realtà dei sindacati irlandesi dopo l’accordo di Croke Park

category irlanda / gran bretagna | lotte sindacali | opinione / analisi author Tuesday August 03, 2010 19:09author by Gregor Kerr - Workers Solidarity Movement Report this post to the editors

Dal n°116 di "Workers Solidarity", luglio/agosto 2010

A metà giugno si è fatta la conta dei voti. Gli organismi dirigenti del sindacato dei Servizi Pubblici dell’Irish Trade Union Congress hanno accettato “l’accordo di Croke Park”. Il “partneriato sociale”, che si pensava morto e sepolto quando nel dicembre 2009 il governo aveva imposto unilateralmente il taglio agli stipendi nel pubblico impiego, sembra essere resuscitata a nuova vita.


La realtà dei sindacati irlandesi dopo l’accordo di Croke Park


A metà giugno si è fatta la conta dei voti. Gli organismi dirigenti del Comitato per i Servizi Pubblici dell’Irish Trade Union Congress [1] hanno accettato “l’accordo di Croke Park”. Il “partneriato sociale”, che si pensava morto e sepolto quando nel dicembre 2009 il governo aveva imposto unilateralmente il taglio agli stipendi nel pubblico impiego, sembra essere resuscitata a nuova vita.

Ma c’è una differenza. Se prima i dirigenti sindacali pensavano che il partneriato gli permetteva di influenzare le scelte del governo (come hanno erroneamente pensato negli ultimi 20 anni), ora tutto quello che possono portare a propria difesa è dire che “si tratta del male minore” e che “è meglio stare sotto la tenda che non fuori”.

E’ la prova della forza di persuasione dei dirigenti sindacali sugli iscritti. Nell’INTO [2], per esempio, si è passati dal 79% di iscritti favorevoli ad un’azione di lotta per impedire i tagli ai salari dello scorso ottobre 2009, ad un 63% di voti favorevoli ad un accordo che mantiene gli stessi tagli più modifiche alle condizioni di lavoro. Che cosa era cambiato in 7 mesi da ribaltare completamente il voto dei lavoratori?

La cosa più ovvia da pensare è che i dirigenti sindacali abbiano fatto leva sul fattore paura. Hanno sostenuto che l’unica alternativa all’accordo era affrontare una lunga campagna di lotte sindacali. La minaccia di una “guerra sindacale” con mesi di scioperi è stata usata come leva per piegare gli iscritti.

I dirigenti non credevano nell’azione sindacale come arma vincente. Non fa parte della loro cultura di conflitto sindacale, l’idea che si potesse mettere a punto una strategia con scioperi a rotazione ed iniziative in zone chiave del paese – una strategia costruita alla base e finalizzata a colpire il governo ed a modificare l’analisi che nel movimento sindacale si faceva sul come affrontare la crisi finanziaria.

Un ulteriore elemento del “fattore paura” è stato il come i dirigenti sindacali hanno speculato sugli eventi in Grecia. Nonostante fosse chiaro che la grave situazione economica e sociale della Grecia fosse riconducibile all’insaziabile sete di profitti degli speculatori finanziari a cui si opponeva un forte movimento sindacale a difesa dei posti di lavoro, i dirigenti sindacali irlandesi se ne sono usciti con dichiarazioni semplicistiche quali “il conflitto di strada è l’unica alternativa a questo accordo”.

Dirigenti sindacali come Jack O’Connor, Sheila Nunan e Peter McLoone hanno preso questa posizione rispetto all’accordo di Croke Park poiché hanno accettato la linea TINA ("There Is No Alternative") [3] del governo. Così 20 anni di partneriato hanno portato il movimento sindacale a non avere più una vera alternativa sociale ed economica. Credono sinceramente che è meglio “stare sotto la tenda”.

E sono riusciti a far passare nel sindacato la linea TINA perché gli anarchici, i socialisti e quelli che avevano un punto di vista diverso non sono riusciti a radicarsi veramente nel sindacato. Ci sono stati dei tentativi di gruppi di base, specialmente all'INTO e all'IMPACT [4], per opporsi all’accordo. Ma senza riuscire a collegarsi con la stragrande maggioranza degli iscritti per poter esporre una strategia alternativa.

E ora è questa la sfida per chi nel sindacato resta fondamentalmente in disaccordo con l’attuale strategia di acquiescenza ed accettazione degli attacchi ai livelli di vita. Non va interrotta la lotta per restituire un’anima vera ai nostri sindacati. Occorre costruire un’alternativa a partire proprio dai gruppi di base che si sono uniti per opporsi a questo accordo, per iniziare rapidamente a discutere ed a sviluppare una strategia alternativa.

Gregory Kerr

Traduzione a cura dell’Ufficio Relazioni Internazionali della Federazione dei Comunisti Anarchici.

Articolo tratto e tradotto dal n°116 (luglio/agosto 2010) di "Workers Solidarity", foglio del Workers Solidarity Movement.

Note del traduttore:

1. Congresso Irlandese dei Sindacati, confederazione di 55 sindacati, rappresentando circa il 35% dei lavoratori. L'ICTU è l'affiliato irlandese alla CES.
2. Irish National Teacher’s Organization, sindacato nazionale degli insegnanti.
3. "Non c'è alternativa".
4. Irish Municipal, Public and Civil Trade Union, sindacato i cui iscritti si trovano principalmente nei settori scuola, sanità, municipali, pubblico impiego, telecomunicazioni e aviazione.

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