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Ungheria: Altro che lotte proletarie...

category ungheria / romania | economia | opinione / analisi author Monday February 23, 2009 17:24author by Barikád Kollektíva - (Collettivo Barricada)author email shmintaka at yahoo dot com Report this post to the editors

Report sulla situazione in Ungheria

La crisi permanente del capitalismo riserva una bella batosta dopo l'altra alla classe lavoratrice mondiale: è di questi tempi il collasso dei mercati finanziari, il volume della produzione cala ovunque in tutto il mondo, ci sono continue serrate. La recessione chiede dazio anche in Ungheria. Tuttavia, la situazione ungherese differisce da quella dell'Europa Occidentale per il fatto che la borghesia magiara ha iniziato il suo attacco frontale contro le condizioni di vita della classe lavoratrice ben prima di quanto abbiano fatto le borghesie dell'occidente europeo... [English]


Altro che lotte proletarie...

Relazione sulla situazione in Ungheria [1]

 

La crisi permanente del capitalismo riserva una bella batosta dopo l'altra alla classe lavoratrice mondiale: è di questi tempi il collasso dei mercati finanziari, il volume della produzione cala ovunque in tutto il mondo, ci sono continue serrate. La recessione chiede dazio anche in Ungheria. Tuttavia, la situazione ungherese differisce da quella dell'Europa Occidentale per il fatto che la borghesia magiara ha iniziato il suo attacco frontale contro le condizioni di vita della classe lavoratrice ben prima di quanto abbiano fatto le borghesie dell'occidente europeo. Durante l'estate del 2006, è iniziato un brutale aumento delle tariffe e dei prezzi su quasi ogni cosa: cibo, gas, elettricità, benzina, perfino i trasporti pubblici sono diventati sempre più cari, dal momento che la borghesia ungherese ha fatto di tutto pur di mantenere la sua competitività rispetto agli altri gruppi borghesi della regione, mentre i processi del mercato mondiale spingevano nella stessa direzione. [2]

Nonostante i continui attacchi portati contro le condizioni di vita della classe lavoratrice, la borghesia deve comunque affrontare problemi molto seri: il deficit pubblico è estremamente alto ed il debito con l'estero è in costante crescita, mentre la recessione mondiale si avverte sempre di più anche in Ungheria. La stabilità finanziaria sarebbe molto importante per loro - prima di tutto, allo scopo di pompare sempre più denaro verso le loro compagnie, ma anche per tenere efficiente lo Stato, dato che la borghesia ha ancora bisogno di una polizia, di un esercito e di una amministrazione pubblica funzionante. E, naturalmente, devono dare qualche avanzo anche alla classe lavoratrice, che schiamazza e che ogni 4 anni va a votare come un gregge di pecore. In secondo luogo, la situazione economica del paese dovrebbe essere stabilizzata anche al fine di stimolare il flusso di capitali dall'estero, per poter reggere la produzione (dato che da questo momento in poi occorre fare i conti con una seria recessione) e sulla distanza, introdurre l'Euro, da cui ci si aspetta che debba garantire condizioni più prevedibili e sicure per la gioia del loro parco di spazzatura.

Quindi i capitalisti hanno cercato di metter sotto la classe lavoratrice già nel 2006. In conseguenza di questo salasso, il livello delle condizioni di vita della classe lavoratrice è peggiorato considerevolmente nell'anno 2007, che è stato coronato dalla borghesia al potere con l'introduzione - all'interno dello schema della cosiddetta "riforma della sanità pubblica" - del ticket sulle visite, del ticket giornaliero in ospedale e inoltre il licenziamento di diverse migliaia di lavoratori del pubblico impiego. La situazione è peggiorata con l'esplosione dei prezzi degli alimentari a livello mondiale che ha causato un aumento considerevole dei prezzi anche in Ungheria: durante la seconda parte del 2007, il prezzo della farina era salito del 60 per cento rispetto al 2006, il pane e le uova aumentati di oltre il 20 per cento. Tutto questo ha portato ad un aumento evidente dello scontento tra la classe operaia, ma anche in questo caso non vi è stato niente altro che la solita pratica riformista del valorizzare la merda.

Naturalmente, i sindacati hanno usato questa occasione per chiamare allo sciopero una classe lavoratrice attonita, per metterla in fila nelle strade a protestare contro la "riforma della sanità pubblica", l'aumento dell'età pensionabile e lo smantellamento di alcune linee ferroviarie.[3] Il 21 novembre 2007, nell'ambito della "Giornata della Solidarietà Sociale", le ferrovie si sono fermate per 6 ore, una parte degli insegnanti è entrata in sciopero, il servizio si è fermato per 2 ore nella compagnia aerea Malév, in alcuni servizi della Volán (compagnia di autobus) ed in alcune altre grosse aziende. In tutto il paese, parecchie migliaia di lavoratori sono entrati in sciopero, e in serata, hanno manifestato sotto il Parlamento a pietire almeno alcune piccole concessioni da parte della borghesia - che, naturalmente, non ha fatto altro che cagargli addosso. Da un punto di vista borghese, ogni cosa andava alla perfezione: non vi era stata nessuna interruzione significativa della produzione, il controllo sindacale funzionava bene, i lavoratori potevano esprimere il loro scontento nell'ambito della cornice data dai diritti democratici. La pace sociale era consolidata.

La borghesia ha potuto perciò continuare con calma la sua terapia d'urto contro la classe lavoratrice. Il governo ne ha persino aumentato la dose nel corso del 2008. Durante l'anno passato, ha aumentato il prezzo del gas 4 volte, pari a più del 27%. I prezzi degli alimentari hanno pure continuato a crescere; inoltre, gli effetti della recessione mondiale hanno raggiunto l'Ungheria nella seconda metà dell'anno. Molte fabbriche hanno chiuso oppure hanno tagliato la produzione, soprattutto nel settore dell'auto e dell'elettronica. Dall'autunno 2008, più di 20mila lavoratori sono stati licenziati, il numero ufficiale dei disoccupati ha raggiunto i 470mila. E non siamo ancora alla fine, dato che ulteriori licenziamenti vengono annunciati quasi ogni giorno. Dall'inizio del 2009, altri 10mila lavoratori sono stati licenziati. Nel frattempo, si vive da ottobre 2008 in uno stato di semi-bancarotta a causa del crack del sistema bancario mondiale e della grande debolezza del fiorino [la moneta ungherese - ndt]. Al fine di evitare un collasso totale, il governo ha chiesto al FMI, alla BM ed alla UE un credito di 20 miliardi di euro, che entreranno nelle banche, riempiranno le riserve statali e fermeranno l'indebolimento del fiorino. Il debito sarà pagato nel giro di 3-5 anni - da noi...

Nel bel mezzo dell'impoverimento della classe operaia e nella sua corsa verso il baratro, i sindacati hanno portato avanti scioperi completamente difensivi anche nel 2008, che non hanno niente a che fare con le lotte proletarie, di cui non si è vista traccia nel corso del 2008. L'assenza generale dell'auto-organizzazione proletaria ha molte ragioni. Per prima cosa, pesa la funesta eredità del passato, il cui effetto distruttivo può essere ancora avvertito nel presente: durante l'epoca di Kádár, il potere bolscevico aveva pacificato la classe operaia garantendo una relativa sicurezza di vita, era stato liquidato ogni tipo di auto-organizzazione proletaria ed espropriata persino la terminologia del movimento comunista. D'altro canto, dopo la "transizione", la classe operaia è stata atomizzata da una dura competizione tra lavoratori, dalla disoccupazione, dal volatilizzarsi di quei posti di lavoro un tempo relativamente stabili, dalla mobilità del mercato del lavoro. Oggi, i lavoratori agiscono esclusivamente in base ai loro interessi individuali, le comunità operaie nei posti di lavoro sono essenzialmente scomparse, la solidarietà di classe è quasi inesistente, e molti degli stupidi lavoratori ungheresi non sono nemmeno consapevoli di far parte di una classe sociale. E questi lavoratori egoisti, nichilisti, con la loro falsa coscienza possono essere facilmente manipolati dai vari media borghesi, i quali dosano la loro propaganda controrivoluzionaria in proporzioni ogni giorno sempre più grosse, grazie alle conquiste della cosiddetta "società dell'informazione".

Questa è la ragione per cui i lavoratori che sono in ansia per il loro posto di lavoro, che sono scontenti a causa del peggioramento dei livelli di vita, che sono imbevuti di varie ideologie borghesi, seguono i sindacati come animali al traino. Il 7 aprile 2008, i lavoratori della BKV (Aziende per i Trasporti di Budapest) hanno scioperato dall'alba alle 13.00. Chiedevano un maggiore sostegno statale per la compagnia al fine di prevenire futuri licenziamenti. Alla fine di novembre, anche i lavoratori del pubblico impiego sono scesi in strada, protestavano contro l'abrogazione della tredicesima mensilità e contro i massicci licenziamenti, e chiedevano un aumento salariale del 4% che era già stato loro promesso. Hanno minacciato uno sciopero per gennaio 2009 se le loro richieste non fossero state accolte. Circa 10mila tra vigili del fuoco, insegnanti, poliziotti, operatori della sanità pubblica, ecc, si erano riuniti sotto il Parlamento e dopo aver consegnato la loro petizione, se ne sono tornati pacificamente a casa, da cittadini ben educati. Ed i sindacati hanno fatto pienamente il loro dovere, trovando presto un accordo col governo in base al quale dal 2009 i lavoratori riceveranno la tredicesima mensilità in forma di versamenti mensili. In cambio, i sindacati si sono impegnati a non indire scioperi fino al settembre 2009.

La fine del 2008 è stata ricca di eventi. Ai primi di dicembre i lavoratori della Malév erano di nuovo in sciopero. Chiedevano un nuovo contratto collettivo, la fine del ricorso all' outsourcing, ed il pagamento degli stipendi arretrati. La borghesia ha fatto venire dei crumiri dalla Grecia, per cui lo sciopero ha perso mordente fino alla seconda metà di dicembre, poi il sindacato lo ha sospeso. Durante il 2008, i ferrovieri hanno scioperato diverse volte. L‘ultimo sciopero il 14 dicembre, indetto dal VDSZSZ (Sindacato Libero dei Ferrovieri) che ha ottimi rapporti con il Fidesz, la principale forza dell'opposizione [Unione Civica Ungherese, partito conservatore democristiano - tr.]. La richiesta era quella di sempre: una indennità di 250mila fiorini per ogni ferroviere ed un aumento salariale del 10% per i lavoratori in outsourcing. Lo sciopero è stato infine sospeso per il Natale - "sacra festività" in cui anche la lotta di classe si prende una pausa... In seguito tutti i sindacati eccetto il VDSZSZ hanno accettato un aumento salariale del 4.1% - l'offerta della compagnia -, ma una ripresa dello sciopero è attesa nel 2009.

La crescita dello scontento nella classe operaia viene continuamente strumentalizzato -oltre che dai sindacati- anche dalla destra, la quale porta avanti una campagna fatta di slogan anticapitalisti, di attacchi al capitale "straniero" e di promesse di portare lo "Stato ungherese" sotto il loro governo fuori dal cosiddetto "capitalismo selvaggio", cioè una sorta di umanizzazione dello sfruttamento capitalista. In questa campagna, il Fidesz è riuscito a mobilitare continuamente quei lavoratori che erano caduti vittime del magico incantesimo di Viktor Orbán [segretario del Fidesz - tr.] ed a dare fiato all'ideale nazionale contro "la riforma della sanità pubblica" iniziata nel 2007. Il Fidesz ha organizzato parecchie manifestazioni nel paese contro la privatizzazione degli ospedali, poi ha iniziato una raccolta di firme per indire un referendum. C'è stata una grande mobilitazione di massa. Alla fine, l'esito del referendum del 9 marzo 2008 - con circa 4 milioni di votanti -, ha costretto il governo a cancellare il ticket sulle visite, il ticket sui giorni di degenza in ospedale e le tasse universitarie. Ovviamente tutto ciò ha dato una grande popolarità al Fidesz, per cui è abbastanza certo che nel 2010 quelle sagome dei cristiano-nazionali saranno alla guida del paese un'altra volta.

Questa eventualità è resa ancora più probabile dal fatto che una parte considerevole della classe lavoratrice ungherese è attualmente abbruttita dal nazionalismo, dall'antisemitismo e da una forte avversione verso gli zingari.[4] In una situazione in cui le condizioni di vita dei lavoratori sono in costante peggioramento e cresce lo scontento, aumenta sempre più forte la tendenza a trovare un capro espiatorio ed alcuni gruppi di lavoratori si organizzano in brigate fasciste dedite al linciaggio. Ne è un eclatante esempio la Guardia Ungherese che è nata nel 2007. Questa organizzazione è stata fondata dal Jobbik, uno dei partiti fascisti [il "Movimento per un'Ungheria Migliore - tr.]. Uno dei suoi scopi è quello di "rafforzare l'auto-difesa nazionale" e, alla lunga, quello di costituire una Guardia Nazionale. Fin dal 2007 si assiste ad un reclutamento incessante, sono state create organizzazioni provinciali e si parla di più di 2000 aderenti. Inoltre, da poco puntano anche alla iniziazione dei bambini, preoccupandosi dunque di dare continuità a questo così tanto nobile impegno. Questi gruppi che marciano con simboli fascisti hanno organizzato parecchie manifestazioni nel paese contro il "crimine zingaro" e recentemente hanno persino messo in atto la pratica del bersaglio. Se necessario, questi gruppi non esiteranno a fare guerra ai proletari che si ribellano e ad aiutare la polizia, proprio come hanno fatto i loro camerati in Grecia non molto tempo fa...

A parte la Guardia Ungherese, i fascisti sono attivi in generale. Nel 2008 ci sono stati diversi attacchi a base di Molotov, granate ed armi contro le case di lavoratori di origine zingara. Come al solito, i fascisti sono scesi per le strade il 23 ottobre (nel 1956 giorno della rivolta popolare contro il regime comunista autoritario, ndt). Sebbene fossero solo alcune centinaia, hanno cercato di organizzarsi in modo più serio. Si sono messi dei cappucci, hanno portato delle bottiglie Molotov già preparate, persino una bomba artigianale trovata in un'auto dalla polizia, che in questo caso ha isolato facilmente i capi rivoltosi e messo i gruppi fascisti sotto controllo.

Ecco come si possono avvertire con forza gli effetti degli ultimi sviluppi della crisi mondiale anche in Ungheria. Nonostante il credito ricevuto di 20 miliardi di euro, si attende una ulteriore ondata recessiva nel paese, con nuovo indebolimento del fiorino. Di conseguenza, la borghesia continua coi suoi giri di vite: la condizione per poter ottenere qualche tipo di beneficio sarà quella della produttività del lavoro complessivo, vi è la prospettiva di nuovi aumenti delle tasse, altre misure restrittive, licenziamenti massicci. Ma, data la crescente disoccupazione, le restrizioni e la debolezza del fiorino, sarà molto difficile restituire i crediti in valuta straniera con altro aumento dei costi. Questo vuol dire che i livelli di vita della classe lavoratrice continuano a peggiorare, ci saranno meno nuovi investimenti, i consumi caleranno, così la recessione si farà sempre più profonda. Si tratta di un circolo vizioso che non cambierà granché nel breve periodo, né col cambio di governo atteso per il 2010 e nemmeno con un ulteriore aumento dei fascisti. La borghesia ungherese è in agitazione, sono in un tale stato confusionale che sono stati costretti ad ammettere che non sanno cosa aspettarsi in futuro.

Le previsioni non sono per niente buone: la recessione mondiale strangolerà ancora di più la classe operaia e lo stesso accadrà in Ungheria. Nel lungo periodo lo scontento dei lavoratori probabilmente crescerà ancora e allora il governo giocherà la carta ideologica dell'unità nazionale e dei sacrifici per salvare il paese. I sindacati rinnoveranno le loro manifestazioni riformiste. Tra le masse nazionaliste e quelle sotto il controllo sindacale, queste manovre potranno avere successo per poco. Ma se la classe lavoratrice di tutto il mondo si rende conto, visto il declino costante delle sue condizioni di esistenza, che non c'è più nessun posto dove ritirarsi e si libera delle illusioni democratiche, allora il proletariato che si auto-organizza in classe dovrà presto o tardi spazzare via la borghesia dappertutto - perciò anche qui in Ungheria - e creare la comunità umana mondiale: il comunismo.

Barikád Kollektíva

alla fine di gennaio 2009

http://www.anarcom.lapja.hu

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

 

Note:

1. Il presente resoconto fa parte di una serie di articoli iniziati nel 2005, dove abbiamo analizzato i cambiamenti della situazione economica e politica in Ungheria dall'epoca di Kádár ad oggi. I pezzi precedenti nell'ordine sono: "Al di là dei Carpazi comincia l'incubo", "The Reality of the Nightmare", "Spend Your Blood!", "Rouse?!", "Connections.."..

2. Ne abbiamo scritto a lungo nell'articolo intitolato "Spend Your Blood!".

3. Maggiori dettagli sull'attività controrivoluzionaria dei sindacati dopo la "transizione" nel report intitolato "The Reality of the Nightmare".

4. Sulle radici del nazionalismo ungherese e sulle sue forme di espressione ci siamo a lungo soffermati nel nostro articolo intitolato "Connections...".

 

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