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Venezuela: Terrore a Perijá

category venezuela / colombia | lotte indigene | altra stampa libertaria author Saturday February 14, 2009 01:06author by El Libertario, Venezuelaauthor email ellibertario at nodo50 dot org Report this post to the editors

* Quello che segue è un articolo che nella sua versione originale è stato pubblicato il 30.01.09 sul Mundo, quotidiano di Caracas. Scritto da un militante del Collettivo editore de El Libertario, si chiede attenzione per la situazione denunciata. Tutto fa temere un’aggressione sanguinosa contro le etnie originarie che vivono nell’ occidente del Venezuela.
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- Nel mezzo de la can can mediatico condizionato dal referendum sull’emendamento ( che si realizzerà il 15/02/2009) sono stati omessi gravi avvenimenti che sono accaduti nello stato di Zulia. E nello specifico, nella montagne di Perija’. Si tratta di una situazione pericolosa che sta vivendo l’etnia degli Yukpa a causa del recupero delle terre.

I latifondisti allevatori hanno preso possesso intenzionalmente di terreni che erano di proprietà storica degli Wayúu, Barí y Yukpas. Questi hanno reagito nel 2008 occupando alcune fattorie per riscattare quello che, da tempi ancestrali, gli apparteneva. Lo Stato ha reagito promettendo di pagare il ben fatto degli allevatori con una formula di condono. Non ostante le promesse, questi condoni non sono stati effettuati e, a causa dei petrodollari, sembra poco probabile che lo vengano.

Di fronte a questa possibilità gli allevatori hanno fatto pressione sugli aborigeni pere espellerli dalle fattorie recuperate. I sicari nella zona sono all’ordine del giorno e la Guardia Nazionale Bolivariana ( polizia militarizzata agli ordini del Governo centrale) hanno aggredito e spaventato chi appoggia la causa indigena, situazione che danneggia anche chi lavora nel trasporto, che adesso ha paura di lavorare. Il capo degli Yukpa Sabino Romero Izarra si trova in pericolo: le minacce sono piovute contro di lui e si teme l’azione degli assassini mercenari, come quelli che causarono la morte del padre centenario due anni prima. Le associazioni di diritti umani si sono mobilitate, a partire dalla Società dell’Uomo e Natura- animata dal antropologo Luisbi Portillo – e dalla Rete di Appoggio per la Giustizia e la Pace. Hanno effettuato denuncie ai tribunali, dove si è raggiunta una misura di protezione quantomeno timida, perché la DISIP ( polizia politica), incaricata di renderla operativa, si presenta solo occasionalmente nei luoghi in questione.

Di fronte a questa terribile congiuntura lo Stato ha assunto una condotta complice. Non è accidentale tale condotta in una zona dove si trovano i guerriglieri colombiani delle FARC e dell’ ELN. Anche gli sfollati del paese vicino ledono il diritto alla terra degli aborigeni. E in ultimo, come se non bastasse, sono presenti miniere transnazionali di Irlanda, Brasile e Cile, che con la benedizione del governo estraggono il carbone con le tecniche più dannose per l’ambiente e la salute pubblica.

Diventa necessario che l’opinione pubblica nazionale e internazionale conosca questo problema, per arrestare la scalata dei latifondisti, che bloccati sulle loro posizioni di forza, attraverso la complicità/ inadempienza dello Stato, vogliono apabullar il settore più debole. Allo stesso tempo, denunciamo che gli attivisti per i diritti degli indigeni e gli attivisti ecologici hanno il divieto di transitare per la zona a causa dello stato di sito strategico imposto dalla Forza Armata “ rivoluzionaria e bolivariana”.

Mentre l’officialismo e l’opposizione elettorale si combattono i voti in una povera campagna, dove si grida solo a favore o contro dell’elezione presidenziale indefinita, senza discutere nient’altro, stanno succedendo questi fatti deprimenti che mettono a nudo la prassi di un modello politico autoritario sviluppato dal guadagno petrolifero e dove il militarismo si trova nel suo pieno apice.

Sono espressione del terrorismo di Stato Venezuelano, la qual traiettoria è indiscutibile, a partire dalla sparizione realizzata dagli alunni della scuola delle Americhe durante operazioni degli anni sessanta, passando per il genocidio del Caracazo e i massacri di Yumare, Centaura, El Amparo, “ Los Amparitos” Llano Alto e Paragua. Attualmente è presente nelle montagne di Perija’ e i suoi destinatari sono le etnie schiacciate dalle multinazionali, dagli allevatori e dagli sfollati. Il tutto sotto il mandato di un governo e una legislazione che presumono di beneficiare i popoli originari.

[Per consultare i documenti sull’anarchismo e anarchici del Venezuela in italiano, andare alla sezione “ other languages” nella pagina web www.nodo50.org/ellibertario]

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