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Del nuovo in Libano: l'attacco israeliano

category mashrek / arabia / irak | imperialismo / guerra | comunicato stampa author Friday July 28, 2006 00:34author by Al-Badil al-Chououi al-Taharruri - (Alternativa Comunista Libertaria) Report this post to the editors

Comunicato dei compagni libanesi d'Al-Badil al-Chououi al-Taharruri

Noi diciamo NO ad Hezbollah in quanto partito reazionario, religioso, filo-iraniano; diciamo NO al progetto di Bush, Blair e Chirac, secondo i quali questi attacchi sproporzionati (attaccare tutto il Libano per liberare alcuni soldati) sarebbero un atto di legittima autodifesa da parte di Israele; diciamo NO al comportamento del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, timido ed ambiguo; diciamo NO al governo libanese incapace, debole, contraddittorio, che passa il tempo a chiedere aiuto, a contabilizzare i danni...


Del nuovo in Libano: l'attacco israeliano

Al-Badil al-Chououi al-Taharruri

Di nuovo il Libano è piombato in una guerra senza fine. Hezbollah libanese, movimento politico-religioso sciita, ha catturato due soldati israeliani il 12 luglio 2006 dopo aver varcato la frontiera sud del Libano ed aver ucciso forse otto soldati israeliani. Israele non aspettava altro per dare il via al suo piano d'attacco già pronto da tempo, esattamente come fece nel 1982 quando Israele invase il Libano col pretesto di un tentativo di assassinio ai danni dell'ambasciatore israeliano a Londra.

Ma questa volta l'attacco d'Israele è di una portata ineguagliabile, mai vista prima in Libano. Invece che ad un'invasione, siamo di fronte ad attacchi aerei e dal mare che colpiscono dovunque: l'aereoporto, i quartieri periferici di Beirut-sud, bastioni di Hezbollah, le grandi arterie che collegano i paesi e le città del Libano, i porti, i quartieri residenziali, ecc. Si direbbe veramente che vogliano paralizzare totalmente il paese e seminare il terrore, cosa che non si può fare senza uccidere dei civili, finora 180 dall'inizio di questa guerra otto giorni fa. Tutto indica che non siamo ancora che al principio del conflitto, poiché i paesi occidentali hanno contattato gli Stati Uniti perché chiedessero ad Israele (!) di permettere l'evacuazione dei loro connazionali (diverse migliaia), cosa che non si è verificata nemmeno durante la guerra civile del 1975...

Questo attacco deve essere collocato in un quadro più generale. A nostro avviso esso si inserisce all'interno del progetto americano di un Grande Medio Oriente. George W. Bush vuole creare una grande zona a lui favorevole e che inglobi paesi arabi ed Israele, che metteranno fine, in un modo o nell'altro, al conflitto nel Vicino Oriente. Iran e Siria si oppongono a questo progetto, il che va visto come una buona cosa, beninteso. Ma il limite sta nel fatto che Siria ed Iran, i quali sostengono Hezbollah e che combattono i progetti di Bush e del governo israeliano, sono paesi palesemente e totalmente reazionari, sotto tutti gli aspetti.

D'altra parte, Hezbollah (il Partito di Dio!!) è una formazione che, malgrado tutto quello che ha fatto per cacciare Israele dal sud del Libano e malgrado il grande numero dei martiri inviati a compiere il loro dovere religioso, viaggio senza scalo verso il paradiso di miele e di donne, non risponde più, e da molti anni, alle attese dei libanesi. D'obbedienza iraniana, il "Partito di Dio" è nettamente ed ostinatamente contro le libertà. Eccone alcuni esempi: non si può più vivere nei quartieri di Hezbollah. Nei villaggi dove Hezbollah è maggioritario, si consiglia di abbassare il volume della musica e di non mettere canzoni adatte alla danza del ventre. Da essere un partito di resistenza e di sacrificio, il "Partito di Dio" è diventato un partito insopportabile: le donne sono obbligate più o meno a vestirsi di nero, la vendita dell'alcool è proibita, è complice sottile ed indiretto degli intrallazzi della Siria (corruzione, infiltrazione siriana in tutte le istituzioni libanesi, ecc.).

E' così che Hezbollah ha provocato contro di sé una forte reazione popolare. Dopo qualche mese i grandi capi politici libanesi si sono riuniti nel Parlamento (nelle c.d. Riunioni per il Dialogo Nazionale) al fine di trovare una soluzione ai problemi cruciali del paese, cioè le milizie di Hezbollah. In effetti Hezbollah ha rifiutato di consegnare le armi all'esercito libanese, effettivamente costituendo uno Stato dentro lo Stato. Ed è con una grande arroganza che il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha lanciato le sue minacce violente e medievali (taglio di testa, di braccia, etc.) contro chi tentasse di prendergli le armi. Erano anni che Hezbollah non faceva più nulla contro Israele se non reclamare l'identità libanese delle fattorie di Shebaa. Hezbollah fa paura per il suo fanatismo ma anche per la popolarità su cui può contare in certi settori della società libanese, e per la politica dei "martiri per la patria" che promuove. Ma senza la Siria e l'Iran (soprattutto senza i finanziamenti iraniani), non esisterebbe nessun Hezbollah.

Dall'umiliante ritiro della Siria dal Libano, due grandi correnti politiche si confrontano nel paese: quella del 14 marzo (data dell'immensa manifestazione in seguito all'assassinio dell'ex-primo ministro Rafik al-Hariri), e quella dell'8 marzo, a favore della Siria, a cui si è unita la corrente cristiana del generale Aoun dopo che gli hanno promesso la presidenza della Repubblica. La corrente del 14 marzo ha, secondo noi, tutte le caratteristiche di un movimento relativamente "rivoluzionario" se confrontato col movimento dell'8 marzo in cui troviamo i corrotti sotto tutela siriana ed i nostagici del pasato nero del Libano. L'atteggiamento scandaloso è quello del Partito Comunista Libanese. Un certo numero di persone all'interno della loro maggioranza nostalgica del nasserismo arabo, ha dato vita ad una terza corrente senza odore e colore e molto debole. C'è già stata una scissione (Intifada dei comunisti), molto vicina ad Al-Badil.

Ancora una volta, la posizione politica che si deve adottare di fronte a quello che succede deve essere chiara, deve andare al di là di denunciare gli attacchi israeliani. Noi diciamo NO ad Hezbollah in quanto partito reazionario, religioso, filo-iraniano; diciamo NO al progetto di Bush, Blair e Chirac, secondo i quali questi attacchi sproporzionati (attaccare tutto il Libano per liberare alcuni soldati) sarebbero un atto di legittima autodifesa da parte di Israele; diciamo NO al comportamento del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, timido ed ambiguo; diciamo NO al governo libanese incapace, debole, contraddittorio, che passa il tempo a chiedere aiuto, a contabilizzare i danni, ed a rimettersi ai tribunali internazionali.

A nostro avviso, solo una grande unione di una nuova sinistra, che aveva iniziato a prendere corpo con la nascita della corrente del 14 marzo, è in grado di far fare dei passi avanti alle cose. Nel frattempo dobbiamo trovare cibo e soprattutto le medicine per quel milione di libanesi sfollati a causa della guerra. E poi è necessario che ci siano delle forze d'intervento per favorire un indispensabile cessate-il-fuoco, il quale non può essere ottenuto se non in seguito a pressioni verso questi due belligeranti a cui tutto il mondo sta gridando: non ci piacete.

Al-Badil al-Chououi al-Taharruri

(Alternativa Comunista Libertaria)

Libano, 17 luglio 2006


Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

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