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italia / svizzera / repressione / prigionieri / comunicato stampa Monday October 23, 2017 02:56 byAlternativa Libertaria/FdCA

CHI MUORE LOTTANDO VIVE PER SEMPRE IN OGNI COMPAGNO!
SANTIAGO MALDONADO PRESENTE!

SANTIAGO MALDONADO PRESENTE!

Negli ultimi giorni abbiamo ricordato i tre anni dal ritrovamento del corpo di Luciano Arruga, i sette anni dall'uccisione di Mariano Ferreira ed il 20 ottobre abbiamo appreso della conferma di ciò che avevamo intuito, e cioè che il corpo ritrovato nel fiume Chubut è quello di Santiago Maldonado.

Un ragazzo di quartiere sparisce perchè non voleva rubare per la polizia,un altro muore per mano di un gang perchè lottava contro la precarizzazione del lavoro, e un altro è scomparso perchè lottava per l'autonomia del popolo Mapuche. In tutti questi casi ci sono elementi in comune, la repressione di stato colpisce quelli che risultano essere pericolosi perché fanno parte di una gioventù che non si sottomette, non abbassa la testa e non obbedisce al sistema. Contro la repressione nei quartieri, contro il lavoro precario e per l'autodeterminazione dei popoli, per tutte queste rivendicazioni così pressanti continueremo a combattere.

Lo stato ha mostrato il suo volto più terribile e vorace, il meccanismo della scomparsa forzata è una metodologia a cui le classi dominanti ricorrono, con le loro particolarità, nelle diverse congiunture. E sono evidenti anche le operazioni dei media, determinati nell'inoculare nella società un atteggiamento di smobilitazione cercando di attribuire le responsabilità di ciò che sta succedendo a chi lotta dal basso.
Nonostante ciò, non sono stati in grado di fermare le enormi mobilitazioni popolari di vari settori in tutto questo tempo e temono per la crescita della rabbia e dell'indignazione del nostro popolo che, davanti ad una tale offesa alla sua dignità, scenderà presto nelle strade di tutto il paese.

CHI MUORE LOTTANDO VIVE PER SEMPRE IN OGNI COMPAGNO!
SANTIAGO MALDONADO PRESENTE!

Federaciòn Anarquista de Rosario

(traduzione a cura di Alternativa Libertaria/fdca - Ufficio Relazioni Internazionali)
italia / svizzera / imperialismo / guerra / opinione / analisi Friday October 20, 2017 23:23 byAlternativa Libertaria/fdca

Le rilevanze della crisi:
Piano di riarmo in tutti i paesi del mondo
Libertà di espressione
Contrazione dei diritti e dei salari in tutti i paesi
Convulsioni politiche
La lotta culturale di classe per i diritti dell’individuo, contro neo fascismo e razzismo

La crisi o meglio la ristrutturazione del capitale sta macinando carne umana a conferma che il capitalismo non è un sistema chiuso che si auto-riproduce, ma un rapporto sociale nel quale giocano forze antagoniste storicamente e che oggi vedono una di queste forze, il proletariato, in ritirata.

A chi aggiunge che oggi la crisi del capitalismo è anche crisi del soggetto umano e quindi inserita in un mutamento antropologico che lascia attoniti e senza strumenti è il caso di ricordare che in tutte le epoche di grandi sconvolgimenti economici e sociali si è avuta questa approssimazione al disastro percepito e solamente grandi pensatori sono riusciti a coglierne il senso ed a ricondurre al senso una nuova situazione. Ma sempre si è ripartiti dalla democrazia e dalle pratiche di lotta degli oppressi per modificare l’esistente, non abbiamo dei ai quali affidare le nostre suppliche, le mura delle carceri non crolleranno con un “mantra”ma con l’azione rivoluzionaria.

Alcune rilevanze:

Piano di riarmo in tutti i paesi del mondo

Libertà di espressione nei paesi europei

Contrazione dei diritti e dei salari in tutti i paesi

Convulsioni politiche

La lotta culturale di classe per i diritti dell’individuo, contro neo fascismo e razzismo

1) Piano di riarmo in tutti i paesi del mondo

Il riarmo sta facendo passi da gigante, tutti i paesi europei sono coinvolti in politiche belliche, dentro l’alleanza atlantica (come sempre a guida USA ) che sempre più ha acquisito un potere spropositato. Nelle scelte di politica estera dei governi europei si gioca il futuro della indipendenza europea e il proprio riconoscimento come uno dei poli imperialisti sulla scena mondiale; le spese militari e la produzione bellica sono escluse da ogni riduzione dei volumi di spesa, nei bilanci statali è la sola voce che aumenta le proprie spese, nel silenzio più assoluto. Come si addice alle operazioni sporche e di guerra, gli Stati fanno passare le vendite di armamenti come grandi successi commerciali.

Le guerre in corso vedono con differente profondità l’intervento diretto dei paesi europei, nei vari scenari bellici: in Ucraina, in Siria, in Iraq, in Yemen, la presenza militare in centro Africa ed in Sudan, mentre si consumano a decine repressioni sanguinose ed operazioni di contenimento delle fratture regionali di questo scontro interimperialistico, che come nella vicenda libica ha decretato un rinvio delle mire imperialistiche del capitale europeo, essendo intervenuti sul territorio libico ed in pieno antagonismo, interessi nazionali da salvaguardare. Francia, Inghilterra ed USA hanno di fatto destabilizzato un regime per assicurarsi commesse e fonti energetiche altrimenti dirette al capitalismo italiano che la faceva da padrone nell’area per motivi storici e politici, una guerra quella in Libia che ha assunto tutte le caratteristiche del vecchio colonialismo europeo, uno dei motivi di arresto della costruzione del polo imperialistico auspicato dalla BCE.

Le guerre e la spoliazione di materie prime restano il principale motivo all’esodo di milioni di persone da quelle aree, le guerre volute dai potenti come sempre sono pagate dal proletariato, e l’arrivo di milioni di braccia e di bocche da sfamare danno fiato alle più becere forme e fortune politiche che rispolverano razzismo e fascismo.

In questa drammatica fase sta a noi riconoscere che questo fenomeno è la regola del capitalismo, l’eccezione sono i momenti alti di lotta che il proletariato ha costruito. Rompere questa continuità di potere è nostro compito, e per questo dovremo usare tutta la nostra intelligenza, per costruire basi solide a recuperare la forza necessaria alla azione anarchica e rivoluzionaria.

Il debito dei paesi guerreschi resta il detonatore delle future crisi belliche, l’imperialismo come categoria unitaria è il metro di lettura di eventi che sembrano estraniarci dalla realtà del conflitto imperialista in corso, il quale non esclude l’utilizzo delle armi chimiche e termonucleari. Nostro impegno deve essere quello di una costante lotta antimilitarista: la risposta al caos informativo si trova nell’analisi sistemica.

2) Contrazione dei diritti e dei salari in tutti i paesi

Tutti i paesi europei sono sconvolti dalla crisi di accumulazione del capitale, il quale per far fronte al fenomeno non ha esitato a modificare pesantemente le condizioni di vita dei lavoratori. Dalla Germania, all’Italia, la Francia, la Spagna, l’Inghilterra e l’Irlanda tutti i governi di emanazione padronale hanno cancellato diritti e modificato legislazioni che avevano un impatto importante sulla vita dei lavoratori. Bassi salari, disoccupazione e precarizzazione del lavoro hanno favorito il sistema finanziario, ultimo terminale dell’accumulazione del capitale attraverso la manifattura. I sindacati si sono lacerati e sono stati travolti da questa onda politica, nel peggiore dei modi si è pensato di ricorrere al potere politico del proprio Stato per equilibrarne gli eccessi, senza vedere che la posta in gioco era altissima ed il solo pensarsi come interlocutore del proprio capitalismo nazionale ci ha condotti ad una resa incondizionata. Se il progetto neoliberale ha solide basi nella propria azione politica anche il sindacato deve trovare nel livello europeo un campo minimo di azione, visto che nessun governo europeo e tantomeno i tecnocrati che lavorano al polo imperiale pensano di rendere omogeneo il prelievo fiscale e la tassazione, e stipulare accordi europei che valgano per tutti. Il dumping sociale è ingrediente indispensabile all’attacco dei diritti dei lavoratori, che stanno pagando un prezzo altissimo in questa ristrutturazione del capitale.

L’errore della sinistra europea è stato quello di pensarsi supporto attivo alle politiche neoliberali, quella sindacale inclusa. Sullo sfondo di una crisi del capitale senza vie d’uscita che non fosse la macelleria sociale si è rivolta ad elucubrazioni sulla moneta evitando di avere al centro il soggetto di classe.

Una nuova politica passa attraverso la richiesta di maggior salario, di riduzione di orario di lavoro, di difesa del reddito, e di maggiore welfare, una tassazione dei patrimoni e progressiva. La classe al centro dunque e lavorare per una sua ricomposizione su scala europea.

3) Convulsioni politiche

La risultante politica della fase è drammatica: l’abbandono ormai decennale del campo sociale da parte della social democrazia, artefice delle politiche liberiste, antioperaie e antisociali, ha modificato in profondità ogni capacità di resistenza e di solidarietà di classe e laddove sopravvivono non hanno grande risultanza. Quello che fu il movimento rivoluzionario è quasi estinto e rischia di vivere di slogan proclamati da un Personal Computer, la vittoria del capitale è ramificata e sconvolgente, ideologicamente e nella rappresentazione di sé; le classi subalterne sono in balia di demagoghi e ciarlatani che ambiscono a carriere politiche con facili vittorie basate sull’istinto della paura e sulla impotenza di ogni azione collettiva, nonostante in qualche luogo si tenti di ripartire con battaglie elettorali con al centro la prassi democratica, visti i tempi necessariamente interclassisti, con successi alterni ( in Grecia e Spagna in modo particolare). E' urgente la ricostruzione e radicamento a livello territoriale di soggetti sociali collettivi capaci di esprimere rappresentanza di classe, con riconquista di spazi e di conflitto/negoziazione nei territori.

4) Libertà di espressione nei paesi europei

La libertà di stampa ritenuta da sempre nel movimento rivoluzionario un'appendice borghese deve essere oggi riconsiderata a pieno titolo come necessaria al diritto alla informazione. Strumento del sistema di potere globale della oligarchia finanziaria esercita un potere dissuadente ed orienta le coscienze degli individui distraendole dalle operazioni guerresche e dagli affari di rapinatori in doppio petto. I media in generale assolvono a questo compito indispensabile per la creazione del consenso attorno ai governanti, il caos disfunzionale di immissione massiccia di informazioni inutili, parziali e false, sono parte di questa tattica di controllo sociale e serve alla atomizzazione individuale ed alla assoluta mancanza di prospettiva collettiva di un riconoscimento storico della classe in quanto tale, la verità è sempre la prima vittima della guerra, quella militare e quella sociale.

5) La lotta culturale di classe per i diritti dell’individuo, contro neo fascismo e razzismo

L’impegno e la militanza e la presenza dei compagni e delle compagne nei più svariati settori del sociale e del mondo sindacale è un passaggio obbligatorio per restare ancorati alla realtà ( anche quando non ci piace), per esplicitare la nostra azione nello “spirito del tempo” calandoci in realtà complesse e contraddittorie per modificarne il corso storico.

Quando realizziamo che oggi ci sono Stati europei ( in maggioranza almeno) che appoggiano le lotte per i diritti civili, per gli omosessuali e per la battaglia di genere, e che buona parte del mondo finanziario si dichiara antirazzista ed antifascista (nel senso di anti-protezionismo statale), allora nostro compito è quello di stare in queste lotte e di metterne in evidenza il lato classista, fare emergere le contraddizioni tra il diritto borghese e la struttura classista che ne regola il campo e la rivendicazione.

La barbarie che avanza non può vederci relegati a semplici spettatori, non possiamo alimentare il disincanto ed il cinismo diffuso, l’indifferenza a quanto avviene nel mondo ed in Europa sta forgiando le nuove leve del nazismo e del razzismo. Nostro compito è innanzi tutto organizzare sui territori la nostra presenza di libertari e di anarchici calati nella dura realtà del momento, nelle battaglie culturali e storiche, per respingere un revisionismo ignorante che fa breccia nella nostra classe e conquista spazi al fascismo, quello politico e quello religioso, che affronti le migrazioni epocali che avvengono sotto i nostri occhi e che ci vedono schierati in difesa della vita delle persone.

La necessità di ribadire queste basi ideali e di elaborarne la tattica e la strategia è nostro compito essenziale, non possiamo arrenderci proprio ora che la crisi del capitale sta mostrando la propria mostruosità tra le sue pieghe, stare sempre da questa parte della barricata è nostro compito storico.

Alternativa Libertaria/fdca99° Consiglio dei Delegati - Correggio, 8 ottobre 2017
italia / svizzera / migrazione / razzismo / comunicato stampa Friday October 20, 2017 23:04 byAlternativa Libertaria/fdca

Per la libera circolazione, contro la criminalizzazione della povertà, della solidarietà, del dissenso

E’ vero, gli esseri umani si sono sempre spostati nella storia. Da soli o popoli interi, per fame di conoscenza, di cibo e di libertà. E se anche oggi si muovono milioni di persone in marcia o condotte in luoghi di segregazione, questo rappresenta non la fine della storia ma solo la fine del sogno liberista, che pretende che i confini degli Stati consentano la libera circolazione delle merci e del capitale ma tengano imprigionati gli uomini.

Sabato 21 ottobre alle 14:30 in Piazza della Repubblica per dire che:
- migrare #nonèreato
- accogliere #nonèreato
- povertà #nonèreato
- solidarietà #nonèreato
- dissenso #nonèreato

Nessuno potrà domani chiederci voi dove eravate, il nostro compito, il nostro dovere, è sempre quello di stare dalla parte di chi i torti li subisce, dalla parte degli sfruttati, degli ultimi della terra che così tanto stanno spaventando le certezze borghesi di un’ Europa finita sugli scogli della paura alimentata da stregoni sanguinari, spaventati dall’arrivo di milioni di persone che si volevano sottosviluppati e diversi, psichiatrizzati avrebbe detto Franz Fanon. Non sarà facile sorreggere il peso dello scontro, una nuova fase della lotta antimilitarista ed antifascista ci vedrà coinvolti come sempre, per l’internazionalismo proletario contro il capitalismo e le sue sempre nuove, sempre vecchie, forme di sfruttamento e di violenza. Perchè nostra patria è il mondo intero....

italia / svizzera / lotte sindacali / evento comunista anarchico Friday October 13, 2017 18:30 byAlternativa Libertaria/FdCA

Livorno, 21 ottobre - presso DopoLavoro Ferroviario, Viale Ippolito Nievo

Welfare aziendale - ulteriore strumento per ridurre il costo del lavoro e far avanzare i processi di privatizzazione dei servizi pubblici
necessità di una prospettiva solidaristica ed unitaria per le clssi subalterne
lil dibattito sarà introdotto da Annibale Viappiani del Cordinamento Mondo del Lavoro di Alternativa Libertaria/fdca
italia / svizzera / genero / comunicato stampa Sunday October 01, 2017 00:55 byAlternativa Libertaria/FdCA

Alternativa Libertaria/fdca aderisce e partecipa alla giornata internazionale del 28 settembre per difendere ed estendere il diritto all’aborto, che è diritto all’accesso a un aborto sicuro, libero, e gratuito per tutte le donne.

Alternativa Libertaria/fdca aderisce e partecipa alla giornata internazionale del 28 settembre per difendere ed estendere il diritto all’aborto, che è diritto all’accesso a un aborto sicuro, libero, e gratuito per tutte le donne.
Anche all’interno dell’Unione Europea, che si propone come campione nella difesa dei diritti umani, il diritto delle donne a disporre liberamente dei propri corpi viene spesso limitato e posto dopo gli interessi del capitale e merce di scambio politico con le frange reazionarie e patriarcali. Proibito o molto limitato in 5 paesi europei, negli altri paesi il diritto all’aborto è messo in discussione dalle varie politiche di austerità e dalla crescita di idee reazionarie.
Se in Italia si è finora riuscite a rispondere agli attacchi manifesti alla legge 194 non si riesce ancora, a quasi 40 anni dalla promulgazione, a garantirne la applicazione sul territorio nazionale.
Il diritto all’aborto rimane costantemente disapplicato all’interno delle strutture sanitarie, con la presenza storica e inamovibile di percentuali da record di obiettori (strumentali) di coscienza, per cui l’Italia è stata periodicamente richiamata dal Tribunale europeo per i diritti sociali, come dall’assenza di qualunque forma di percorso che lo renda accessibile alla gran parte delle donne.
Il peso di una gravidanza non voluta e non cercata, sempre altissimo e, data lo stato di precarietà vigente, di fatto insostenibile, ricade sempre sulle donne (le più fragili, le giovani, le precarie, le migranti…) e sulla società: se le IVG legali diminuiscono anno dopo anno cresce il ricorso all’aborto clandestino, con le ovvie conseguenze sulla salute delle donne che lo praticano.
Il tutto in un contesto in cui non è garantito né gratuito, come invece avviene in altri paesi europei, il ricorso alla contraccezione, anche d’emergenza, e l’aborto chimico rimane fortemente osteggiato nelle strutture ospedaliere e vengono periodicamente alla luce, anche all’interno delle strutture pubbliche, gravi fatti di intimidazione, vessazione e mala sanità che hanno come vittime le donne che cercano di abortire.
Le donne in questo paese continuano a lottare per rendere effettivo il diritto di autodeterminazione, e questo è il momento di occupare anche lo spazio politico europeo: un’occasione è l’appello alla mobilitazione in tutta Europa lanciato e seguito da centinaia di associazioni, sindacati e organizzazioni politiche europee. Il 28 settembre, che in Italia si affianca alla mobilitazione “Ve la siete cercata” contro la violenza sessuale e la sua strumentalizzazione, è una data che deve segnare l’inizio di una campagna unitaria, a livello europeo, per fare pressione sulle differenti istanze statali e interstatali europee.
Della campagna europea non ci interessa tanto la petizione che sarà recapitata ai membri del Parlamento Europeo il 28 di settembre a Bruxelles, ma l’occasione di una mobilitazione reale che dovrà essere forte. Non abbiamo illusioni su cosa potrebbero portare le prossime elezioni europee nel 2019. Serve un movimento di grande portata di donne e di uomini per la difesa dell’autoderminazione e dei diritti sociali. Per questo da questo 28 settembre, come rete di Anarkismo, ci impegniamo in una campagna europea condivisa con l’obiettivo di ricordare che spetta a ogni donna decidere liberamente del proprio corpo, e a nessun altro.

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