user preferences

Upcoming Events

Economy

No upcoming events.
italia / svizzera / economia / opinione / analisi Friday November 17, 2017 02:04 byBrunoL

consideriamo essenziale interpretare il concetto di imperialismo globalizzato e finanziario. Questo si manifesta con forme più grossolane, come l'invasione militare, all'oggetto di studio a cui questo testo si collega, i rapporti complementari e subordinati delle Transnational Corporations (TNC), paradisi fiscali, capitale finanziario come forma di accumulazione selvaggia contemporanea, indebitamento assicurato di intere popolazioni e l'esistenza di una nefasta somma di élite organiche che agiscono attraverso porte girevoli su scala nazionale e transnazionale, servendo e localizzando l'attuale versione del neoliberismo.


Per una definizione dell'imperialismo nella fase del capitalismo globale e finanziario post-2008


Ho lavorato sul tema della globalizzazione finanziaria dall'agosto 2008, al culmine della "crisi" - che io chiamo crisi-farsa - originata dalla bolla immobiliare americana e dalla conseguente liquidazione di mutui senza zavorra. Il passo precedente di questa ricerca è stato fatto nel libro "Svelare la farsa con il nome di crisi" (Bruno Lima Rocha / Anderson Santos Vista: encurtador.com.br/abPVX). Vale la pena ricordare che il 2008 non è stata la prima "crisi" del dopo-Guerra Fredda se consideriamo la situazione del pianeta dopo gli attacchi dell'11 settembre del 2001. Da quel momento, ho deciso di dedicare parte dello sforzo analitico per collegare alcune variabili fondamentali per la scala del dominio planetario di questo mondo post-2008.

E' necessario caratterizzare l'azione imperialista nel XXI secolo sia nelle cosiddette "rivoluzioni colorate", come nel suo effetto successivo, l'internazionalizzazione delle imprese nazionali, la dismissione del patrimonio collettivo e lo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali non rinnovabili. L'obiettivo permanente è la finanziarizzazione delle economie subordinando la volontà sovrana delle società reali. In questa azione congiunta e combinata, l'opinione pubblica viene coinvolta in maniera strutturale. La capillarità di Internet e la manipolazione dei Big Data da parte di fornitori statunitensi implicano la fragile sovranità delle società civili dell'America Latina.

Una variabile di base è il concetto di imperialismo e la necessità di una sua revisione. Vivendo in America Latina e insegnando scienze politiche e relazioni internazionali, ci troviamo automaticamente in una posizione polarizzata dagli Stati Uniti e nella capacità di proiettare altri inserimenti nel Sistema Internazionale lontano dall'asse anglosassone e dall'Europa Unita. Allo stesso tempo, una nozione realistica ci fa evitare qualsiasi adesione alle posizioni della Russia, dell'India e ancora meno della Cina. Nel nostro caso, osservando le relazioni asimmetriche del potere globale dal Brasile come paese continentale leader, è possibile manovrare all'interno dell'ombrello BRICS, ma riconoscendo l'esistenza di un imperialismo cinese su scala globale e le relative proiezioni dentro e fuori l'Eurasia per queste tre potenze.

Con queste avvertenze, consideriamo essenziale interpretare il concetto di imperialismo globalizzato e finanziario. Questo si manifesta con forme più grossolane, come l'invasione militare, all'oggetto di studio a cui questo testo si collega, i rapporti complementari e subordinati delle Transnational Corporations (TNC), paradisi fiscali, capitale finanziario come forma di accumulazione selvaggia contemporanea, indebitamento assicurato di intere popolazioni e l'esistenza di una nefasta somma di élite organiche che agiscono attraverso porte girevoli su scala nazionale e transnazionale, servendo e localizzando l'attuale versione del neoliberismo.

Tale sistema di dominio opera attraverso una dimensione complementare di intellighenzia e spionaggio elettronico (vedi interruzione dei segnali o il sigint- lo spionaggio di segnali elettromagnetici), l'appoggio giuridico-politico e non ideologico dei media specializzati (come il ruolo del "giornalismo" economico), agenzie di analisi "di rischio", le raccomandazioni degli organismi di Bretton Woods (come il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale), gli operatori "nazionali" legati a fondi voluminosi e poco o nulla regolamentati come gli hedge funds e l'insieme di strumenti di accumulazione attraverso il cosiddetto sistema bancario ombra. Al primo posto, attiva in ogni società reale, osserviamo l'interiorizzazione degli interessi esterni (imperialisti) tramite gli accordi di cooperazione legale internazionale, negli istituti e nei think tank della "nuova" destra (che si è diffusa come metastasi in America Latina), nel soggiogamento delle istituzioni dello stato capitalista - riducendo i margini della democrazia di massa - ed espandendo tanto gli spazi di mercato - la commercializzazione - come la privatizzazione delle risorse, delle società e dei beni collettivi (come le riserve di risorse naturali) e la pressione costante proveniente dalla maggior parte dei vertici della piramide delle nostre società per essere assorbite come partner di minoranza nella distopia del capitalismo globale con la "libertà e l'efficienza" del mercato.

Nella dimensione dell'obiettivo permanente, il modus operandi su scala mondiale esprime la crescente concentrazione di TNC - inclusi i conglomerati cinesi, russi, indiani e fino a poco tempo fa brasiliani la cui capacità di interconnessione è inversamente proporzionale alla conservazione di risorse rinnovabili del pianeta e dei biomi. L'internazionalizzazione delle catene di approvvigionamento secondarie, l'interdipendenza subordinata di interi mercati e società reali- come la vendita nel mercato dei futures di colture agricole e la dollarizzazione di prodotti primari - e una produzione scientifica piramidale in cui la circolazione della ricerca scientifica è inversamente proporzionale al segreto industriale e alle capacità di ricerca e sviluppo con contenuto nazionale, definiscono un pianeta in cui i conglomerati di capitali trasversali e il controllo degli azionisti multipli, ma subordinati a centri decisionali esterni, aumentano le fragilità di ogni paese e fanno della sovranità decisionale un obiettivo sempre più distante .

Questo insieme complesso si realizza nell'accumulazione selvaggia della ricchezza attraverso gli impegni di rimborso - obbligazioni, titoli, strumenti finanziari - e depositi all'estero in un autentico casinò globale protetto da una legislazione specifica in territori con giurisdizioni speciali. Sia gli individui che le aziende sono beneficiari di questo meccanismo e i depositi nei "paradisi" possono essere considerati la forma contemporanea di arricchimento. I valori che si accumulano in queste giurisdizioni eludono sia il fisco dei paesi - e quindi non si trasformano in politiche pubbliche o di finanziamento dell'apparato statale - né aumentano il reddito medio delle società. È esattamente l'opposto. Il modello di accumulazione finanziaria e l'azione dell'imperialismo nella sua fase di globalizzazione post-2008 vede l'aumento della circolazione del "settore finanziario" non regolamentato, in modo che la ricchezza non provenga nemmeno dallo sfruttamento del lavoro e dall'estrazione di plusvalore. Il capitalismo esistente non ha più bisogno di generare un volume di lavoro vivo e un massiccio impiego diretto, ma di subordinare le società a fini privati ​​in nome della "crescita" di alcuni settori o della "stabilità".

L'assenza di lavoro vivo e il sequestro della capacità estrattiva degli Stati aumenta la lacuna di rappresentanza e la cattura di beni collettivi da parte di entità private, dato che i loro rappresentanti entrano e escono dal governo e dalle tecnocrazie di carriera. Come si può vedere, la complessità dell'imperialismo contemporaneo ci costringe ad affrontare importanti sfide teoriche e organizzative.


Bruno Lima Rocha é professore di scienze politiche e relazioni internazionali / (www.estrategiaeanalise.com.br para textos e colunas de áudio / estrategiaeanaliseblog.com para vídeos e entrevistas / blimarocha@gmail.com para E-mail e Facebook)

(traduzione a cura di Alternativa Libertaria/fdca - Ufficio Relazioni Internazionali)

internacional / economia / opinião / análise Wednesday November 15, 2017 07:37 byBrunoL

Vemos como essencial interpretar o conceito de imperialismo globalizado e financeiro. Este se manifesta desde formas mais grosseiras, como uma invasão militar, até o objeto de estudo o qual este texto se vincula, as relações complementares e subordinadas de Transnacionais (TNCs), paraísos fiscais, capital financeiro como forma de acumulação selvagem contemporânea, endividamento securitizado de populações inteiras e a existência de uma soma nefasta de elites orgânicas agindo através de portas giratórias em escala nacional e transnacional, a serviço e se locupletando da versão atual do neoliberalismo.


Traçando uma definição de imperialismo na etapa do capitalismo global e financeiro pós-2008

Novembro de 2017, Bruno Lima Rocha

Venho trabalhando com o tema da globalização financeira desde agosto de 2008, no auge da “crise”- ao qual denomino farsa com nome de crise – originada pela bolha imobiliária dos EUA e a consequente liquidação de hipotecas sem lastro. A etapa anterior desta pesquisa foi materializada no livro “Desvelando a farsa com nome de crise” (Bruno Lima Rocha/Ânderson Santos, Ver: encurtador.com.br/abPVX). Vale recordar que a de 2008 não foi a primeira “crise” da era pós Guerra Fria embora tenha sido aquela a afetar o planeta após os ataques de 11 de setembro de 2001. A partir daquele momento, decidi dedicar parte do esforço analítico para conectar algumas variáveis fundamentais para a escala de dominação planetária deste mundo pós-2008.

É preciso caracterizar a ação do imperialismo no século XXI tanto nas chamadas “revoluções coloridas” como em seus efeitos subsequentes, com a internacionalização de empresas nacionais, a cessão de patrimônio coletivo e a exploração desenfreada de recursos naturais não renováveis. A meta permanente é a financeirização das economias subordinando a vontade soberana de sociedades concretas. Nesta ação conjunta e combinada, a opinião pública é atingida de forma estrutural. A capilaridade da internet e manipulação de Big Data pelos provedores estadunidenses implicam na frágil soberania das sociedades civis latino-americanas.

Uma variável de fundamento é o conceito de imperialismo e a necessidade de sua revisão. Estando na América Latina e lecionando na ciência política e nas relações internacionais, automaticamente nos colocamos em uma posição polarizada quanto aos Estados Unidos e as capacidades de projetar outras inserções no Sistema Internacional distantes do eixo anglo-saxão e da Europa unificada. Ao mesmo tempo, a noção realista nos faz evitar qualquer adesão às posições da Rússia, Índia e menos ainda da China. Para nosso caso, observando as relações assimétricas de poder global a partir do Brasil como país líder continental, é possível manobrar dentro de um guarda chuva dos BRICS, mas reconhecendo a existência de um imperialismo chinês em escala global e projeções afins dentro e fora da Eurásia para estas três potências.

Com todas estas ressalvas, vemos como essencial interpretar o conceito de imperialismo globalizado e financeiro. Este se manifesta desde formas mais grosseiras, como uma invasão militar, até o objeto de estudo o qual este texto se vincula, as relações complementares e subordinadas de Transnacionais (TNCs), paraísos fiscais, capital financeiro como forma de acumulação selvagem contemporânea, endividamento securitizado de populações inteiras e a existência de uma soma nefasta de elites orgânicas agindo através de portas giratórias em escala nacional e transnacional, a serviço e se locupletando da versão atual do neoliberalismo.

Tal sistema de dominação opera através de uma dimensão complementar de inteligência e espionagem eletrônica – e a quebra de sinais, sigint -, o aval jurídico-político e por que não ideológico de mídia especializada (como o papel do “jornalismo” econômico), das agências de análise de “risco”, das recomendações dos organismos ainda originários de Bretton Woods (como o FMI e o Grupo Banco Mundial), dos operadores “nacionais” vinculados aos volumosos e pouco ou nada regulados fundos de tipo hedge e o conjunto de instrumentos de acumulação através do chamado shadow banking. Na ponta, agindo em cada sociedade concreta, observamos a internalização de interesses externos (imperialistas) como nos acordos de Cooperação Jurídica Internacional, os institutos e think tanks da “nova” direita (que se alastram como metástase na América Latina), a captura das instituições do Estado capitalista – diminuindo a pouca margem da democracia de massas – e ampliando tanto os espaços de mercado – marketização –, como a privatização de recursos, empresas e patrimônios coletivos (como as reservas de recursos naturais) e a constante pressão da maior parte do topo da pirâmide de nossas sociedades em serem absorvidas como sócias minoritárias da distopia do capitalismo global com “liberdade e eficiência” de mercado.

Na dimensão da meta permanente, o modus operandi em escala mundo, vemos a concentração cada vez maior de TNCs – dentre estas incluem conglomerados chineses, russos, indianos e até há pouco tempo atrás, brasileiros – cuja capacidade de interconexão é inversamente proporcional à preservação dos recursos não renováveis do planeta e os biomas. A internacionalização de cadeias secundárias de suprimentos, a interdependência subordinada de mercados inteiros e sociedades concretas – como na venda no mercado futuro de safras agrícolas e a dolarização de produtos primários – e uma produção científica piramidal onde a circulação de pesquisa cientifica é também inversamente proporcional ao segredo industrial e a capacidade de pesquisa e desenvolvimento com conteúdos nacionais definem um planeta onde os conglomerados de capitais cruzados e controle acionário múltiplo, mas subordinado a centros decisórios externos, aumentam as fragilidades de cada país e fazem da soberania decisória uma meta cada vez mais distante.

Este conjunto complexo tem na acumulação selvagem de riqueza através de compromissos de resgate – títulos, papéis, instrumentos financeiros – e depósitos ultramarinos um autêntico cassino global protegido por legislação específica em territórios com jurisdições especiais. São beneficiários deste mecanismo tanto indivíduos como empresas, podendo ser considerado o depósito em “paraísos” a forma contemporânea de enriquecimento. Os valores que acumulam nestas jurisdições evadem tanto do fisco de países – e por tanto não se transformam em políticas públicas ou financiamento do aparelho de Estado – como tampouco aumentam a renda média das sociedades. É justamente o contrário. O modelo de acumulação financeira e a ação do imperialismo em sua etapa de globalização pós-2008 vê o aumento de circulação da “indústria financeira” não regulada, fazendo com que a riqueza não seja sequer oriunda especificamente de exploração de mão de obra e extração de mais valia. O capitalismo atual já não necessita gerar um volume de trabalho vivo e de emprego direto volumoso e sim subordinar as sociedades para fins privados em nome do “crescimento” de alguns setores ou da “estabilidade”.

A ausência de trabalho vivo e o sequestro da capacidade extrativa dos Estados aumenta a lacuna de representação e a captura dos bens coletivos pelos entes privados, sendo que seus representantes estão dentro e fora dos governos de turno e das tecnocracias de carreira. Como se observa, a complexidade do imperialismo contemporâneo nos obriga a desafios teóricos e organizativos de vulto.


Bruno Lima Rocha é professor de ciência política e de relações internacionais / (www.estrategiaeanalise.com.br para textos e colunas de áudio / estrategiaeanaliseblog.com para vídeos e entrevistas / blimarocha@gmail.com para E-mail e Facebook)

internacional / economia / opinião / análise Wednesday November 08, 2017 21:41 byBrunoL

As agências de “análise” são empresas privadas dos EUA operando como vetores do cassino financeiro global, gerando a subordinação de sociedades inteiras. Isso ocorre em todos os países do “ocidente” ampliado, sendo que as regiões eurasiáticas sob a influência direta da China, Rússia e Índia conseguem sofrer outras projeções de poder. No caso da América Latina, sofremos hoje uma dupla intervenção, tanto das potências ocidentais – com os Estados Unidos à frente - como da presença chinesa cada vez maior em todas as camadas da economia real. Neste texto, fazemos uma breve digressão no papel de operador político das agências de “análise” na Europa pós-crise de 2008 e depois voltamos ao nosso Continente observando uma das chances desperdiçadas no período anterior.

08 de novembro de 2017, Bruno Lima Rocha
As agências de “análise” são empresas privadas dos EUA operando como vetores do cassino financeiro global, gerando a subordinação de sociedades inteiras. Isso ocorre em todos os países do “ocidente” ampliado, sendo que as regiões eurasiáticas sob a influência direta da China, Rússia e Índia conseguem sofrer outras projeções de poder. No caso da América Latina, sofremos hoje uma dupla intervenção, tanto das potências ocidentais – com os Estados Unidos à frente - como da presença chinesa cada vez maior em todas as camadas da economia real. Neste texto, fazemos uma breve digressão no papel de operador político das agências de “análise” na Europa pós-crise de 2008 e depois voltamos ao nosso Continente observando uma das chances desperdiçadas no período anterior.
Sempre cabe perguntar. O que legitima as agências de risco? Os contratos dos fundos de investimento controlando os maiores volumes de investimento do cassino financeiro global. Em tese – longínqua e distante - as chamadas agências de “análise” de risco produziriam indicadores críveis para investidores interessados em adquirir ações ou dívidas na forma de títulos ou produtos financeiros exóticos gerados por agentes econômicos privados. Isto nas origens, porque a relevância destas empresas de bens simbólicos cresceu. Afirmo que estas agências, a partir das três maiores, Standard & Poor’s (S&P), Moody’s e Fitch Rating são peça fundamental da engrenagem capitalista em sua etapa financeira, reforçando um mecanismo de legitimação que reforça e blinda o papel nefasto que a especulação financeira tem.
Recordando o ataque contra a Europa do Sul forçando o ajuste pós 2008-2009
No auge da etapa de “ajuste“ da farsa com nome de crise, do estouro da bolha imobiliária dos EUA e a venda de derivativos baseados em hipotecas não cobertas, as agências de “análise” reforçaram o empobrecimento do sul europeu. A S&P apontou diretamente suas baterias contra a Europa. Trata-se da mesma agência que até dias antes da falência do Lehman Brothers – em setembro de 2008 – classificava-o como AAA. É um papel semelhante ao aval que a empresa de auditoria contábil Arthur Andersen dera para a empresa de energia Enron, sendo que esta pediu concordata em dezembro de 2001 após o exercício de contabilidade “criativa”. A diferença é que a Arthur Andersen acompanhara a diretoria da Enron direto para uma investigação de fraude corroborada pela auditoria;já a S&P seguiu sem ser muito incomodada pelas autoridades da União Europeia.
Os fatos são reveladores. Em 13 de janeiro de 2012 a S&P rebaixou a classificação da dívida (e dos títulos desta) de nove países europeus, incluindo a França, potência latina da Zona Euro e rival da Alemanha no projeto da Europa unificada. Já em 16 de janeiro de 2012 veio a consequência, com o também rebaixamento do Fundo Europeu de Estabilidade Financeira (European Financial Stability Facility, EFSF, ver esm.europa.eu ), composto por todos os Estados já depreciados pela mesma agência. Imediatamente, o ex-vice-presidente do Goldman Sachs e então (atual) presidente do Banco Central Europeu, Mario Draghi, pediu celeridade dos países membros na busca por ajustes de austeridade. Vale observar que o ESM, organismo gestor do EFSF, tem sede em Luxemburgo, paraíso fiscal continental e é gerido como um fundo de investimento e “estabilidade” para a Europa pós-2008. Na prática, opera como legitimador da maior transferência de renda coletiva para fins privados da história da humanidade.
O que ocorrera em 2012 é base para o sistema de domínio que segue. Tanto a S&P como o próprio Draghi são, agente e ator, diretamente responsáveis pela fraude com nome de “crise” que até hoje assola a Europa, em especial a “Europa do Sul”. Desaparecera por mágica a relação causal direta do aumento da dívida pública dos países membros, fruto da maior transferência de riqueza em forma financeira e depreciação de renda coletiva, quando os Estados passaram recursos públicos para bancos privados insolventes após haverem negociados derivativos podres.
Quando o movimento por outra globalização expandiu-se, nos anos ’90, uma das bandeiras consensuais era a instauração da Taxa Tobin, onerando a especulação internacional. É pouco. É preciso desmontar o poder de legitimação das instituições financeiras que impõem suas vontades sobre Estados soberanos e governos eleitos, incluindo as agências de “análise”.
A jogatina e a traquinagem não correm sem “riscos” para os influenciadores das roletas dos cassinos. Como era de se esperar, a tentativa de respostas legais e institucionais avançara (se arrastou eu diria) mesmo por dentro das estruturas de poder do ocidente. O procurador do município de Trani, Michele Ruggiero, na região de Milão, abriu – à época - investigação junto ao aparato da Guarda de Finanças (ligada ao Tesouro Italiano, mas com outras funções de polícia) e adentrou em diligência dentro do escritório da referida agência na cidade que consagrara Silvio Berlusconi como presidente de clube de futebol com projeções “populistas de direita”. A S&P e a Moody’s estavam (seguem estando e sempre estiveram) na alça de mira da Justiça da Itália, justamente por fazerem – ou supostamente haverem feito – aquilo que são acusadas: manipulação de dados e julgamentos imprudentes e infundados. A S&P em julho de 2011 e a Moody’s em maio do mesmo ano geraram fatos políticos a partir de relatórios supostamente “técnicos” ainda com o jogo político oficial em andamento (no Parlamento a primeira, e com o mercado em aberto, na segunda). Além do tradicional comportamento de manada, os informes puseram contra a parede a capacidade de mando do próprio governo italiano. As agências de “análise” derrubaram um governo soberano em plena Europa unificada. Imaginem o que não podem fazer – e fazem – com países latino-americanos?
A grande chance perdida para uma nova arquitetura financeira
Nossos países da Semi-periferia poderiam ter medidas de proteção mútua, tais como fundos de emergência e índices de risco (já previstos no Fundo de Resgate e no Banco dos BRICS), por fora das estruturas estabelecidas pela atual hegemonia financeira recebendo ameaças diretas. Este arranjo foi interrompido pela guinada à direita do Brasil. É preciso compreender que a internalização de interesses externos adentra os Estados através das portas giratórias entre o sistema financeiro, a autoridade monetária e as pastas ministeriais formadoras da “equipe econômica”. Assim, por mais surreal que pareça, o balizador das dívidas dos países – e dos papeis de títulos públicos - são índices de empresas privadas de análise de risco (da possível ausência de pagamento), a saber, Standard & Poors, Moody’s e Fitch. Para os organismos financiadores do capitalismo, a informação produzida através destas empresas é considerada superior à coproduzida pelas autoridades de países como Brasil, Rússia, Índia, Indonésia, China e Coréia do Sul. Retirar a absurda legitimidade das empresas de “análise” de risco e, ao mesmo tempo, iniciar acordos multilaterais em busca de novos lastros para além do fator dólar-dólar, tal como uma possível moeda cambial dos emergentes, teria sido um belo primeiro passo. Teria.
O papel das agências de “risco” e sua projeção de interesses na América Latina poderiam ter enfraquecido. A gangorra começaria a pender para outros lados se blocos regionais ou de países, como a Celac, Unasur e Mercosul, e a partir da relação Brasil-África do Sul, forçassem uma nova condição de barganha dentro dos BRICS. Com as viradas à direita no Continente, o inverso foi feito e agora a China aposta em engolir e controlar as possibilidades de produção primária e infraestrutura existentes, concorrendo diretamente com os EUA em sua área de influência direta. A América Latina, com o Brasil à frente, segue sua sina de internalizar interesses externos em nome do “país”. Herança maldita colonial que nos segue assombrando.
Versão atual da Maldição de Malinche, ao invés de “exportar” para a metrópole estanho, cobre, prata e ouro para cunharem moedas europeias, exportamos a riqueza na forma financeira. Vão os dividendos e ficam os compromissos da dívida coletiva. O moderno imperialismo coloca nossas populações no prego.

Bruno Lima Rocha é professor de relações internacionais e de ciência política (www.estrategiaeanalise.com.br para textos e áudios / estrategiaeanaliseblog.com para vídeos e entrevistas / blimarocha@gmail.com para E-mail e Facebook)

aotearoa / pacific islands / economy / opinion / analysis Tuesday November 07, 2017 10:45 byPink Panther

This article addresses the issue of Public Private Partnerships (PPP) in the context of major roading infrastructural work undertaken in Aotearoa/New Zealand, with some comparative reference to the Grenfell Towers disaster in London.

On October 26th, it was reported (stuff.co.nz) that two sections of the Waikato Expressway had experienced problems with rutting. Rutting is when grooves appear in a road where the wheels of vehicles run along. It is a problem normally associated with dirt roads and tracks rather than a modern multi-carriage roadway that had only been completed in December 2012 (in the case of the Te Rapa section) and opened in December 2013 (in the case of the Ngaruawahia section). This comes only four months after it was reported that the Kapiti Expressway in the lower North Island, which opened in February 2017, had major issues caused by the failure of the waterproofing of the roadway. Both Expressways were constructed as part of the 2008-2017 National-led government’s much vaunted Roads of National Significance that were designed to improve key stretches of the state highway network that had been neglected for many years by successive governments.

The explanation given by Peter Simcock of the NZ Transport Agency for the rutting problems on the Waikato Expressway was “While we did challenge the designs … we received all the assurances from their experts – and they were recognised paving experts – that they would perform.”
As far as the cause of the Kapiti Expressway’s problems were concerned the explanation given by NZTA Highways Manager Neil Walker was “It’s too early to say what could be causing these changes, but we are monitoring the condition of the surface at these locations very closely in order to determine whether any remedial work will be required.”

No matter how one looks at the issue, the failure of two major prestige roading projects is not a good look for any government or the companies involved with the construction of the Expressways (Fulton Hogan and Opus Consultants in the case of the Waikato Expressway and Fletcher Construction and Higgins Contracting, and engineering consultancy Beca in the case of the Kapiti Expressway). It also exposes a major flaw with the Private Public Partnership (PPP) arrangements that are often used in infrastructure projects.

A PPP is defined by Wikipedia as: “A public–private partnership is a cooperative arrangement between two or more public and private sectors, typically of a long-term nature.” In plain English, the government contracts out a particular infrastructure project to private companies who then sign a contract about what is to be done, when it is to be done and how much it is expected to cost. In theory PPPs’ are meant to be more cost effective and reduce the costs placed upon governments. In practice, as has been seen with the Expressways, they are plagued with problems. Part of the problem lies with the tendency to tender out contracts to companies who are either very cosy with the government (as in the case of Fletcher Construction, which has a history of working with the state that goes back to the depression of the 1930s’) or who are well known for doing things on the cheap (as in the case of Fulton Hogan), often through the use of subcontractors.

While it could be argued from a financial point of view that there is nothing wrong with this kind of thing, the Grenfell Tower fire in London in June 2017 proved that such arrangements can have deadly consequences. When the Royal Borough of Kensington and Chelsea Council tendered contracts for the Grenfell Tower renovations the company that won the contract was Rydon. However, there were at least eight other contracted and subcontracted companies involved in the renovation project. Not only was there little or no oversight over which contractor or subcontractor was responsible for their particular area of expertise but it proved be an administrative nightmare with each company deploying their own teams of experts, design teams, project managers, workers and administrators. With virtually no one responsible for overseeing what was going on the Grenfell Tower effectively became a death trap even before the renovations had been completed. (The Guardian, June 15th, 2017.) The renovations would later be listed as a major contributing factor in the deaths of at least 80 people in the fire.

The many companies that are involved in Private Public Partnerships, raises questions not only as to safety but accountability. Who is held to account when things go wrong? In the case of the two Expressways the government, the NZ Transport Agency and the various private contractors have blamed each other and the weather for the problems but, as of the time of writing, no one has stepped up and stated they had not done their job properly. More telling is that no one has been held to account for the failures that have already occurred on the Expressways within the short time they have been open.

In regards to the Grenfell Tower fire the sheer number of companies involved in the renovations has created some serious accountability and safety concerns. In the above quoted article in The Guardian one fire safety expert highlighted concerns:
“Ben Bradford, a fire safety expert who is managing director of the risk consultancy BB7, said the multiple links in the chain of contractors could cause safety problems. “There’s probably multiple failings that have occurred in this particular case,” he said. “The work, in terms of fire stopping, often falls to a sub-contractor. They don’t always realise the critical nature of the components they’re installing in the overall system.”
He also claimed that the partial privatisation of the building inspection regime sometimes led to a “race to the bottom” to reduce fees and limit the number of safety inspections carried out.”

In the past mistakes would occur on projects, but at least there was a clearer chain of command and it was a bit easier to know where to point the finger if things went wrong. However, with the development of PPPs’, that chain of command is not only confusing but it’s often nearly impossible to hold anyone to account when things go wrong.

It is true that construction by a PPP can be done faster in some cases than previous models. The Kapiti Expressway was completed four months ahead of schedule for example, but the consequences can be both expensive as in the case of the Waikato and Kapiti Expressways, and deadly as in the case of the Grenfell Tower fire in London.

Regardless of how it is packaged and labelled PPPs’ have largely combined the worst aspects of governments and the corporate sector and the biggest losers in this latest trend are the working class and the poor. More often than not it’s their taxes that largely pay the corporate sector to build these projects which, for the most part, do not benefit the people who suffer the most inconvenience and disruption to their lives.

In the case of the Grenfell Towers the renovations were largely undertaken to make the building look more attractive to the surrounding neighbourhoods, which include some of the wealthiest people in the United Kingdom, rather than for the benefit of the residents. In the case of the Kapiti Expressway it was mostly constructed to benefit truck drivers rather than the people of Kapiti, at least according to the opponents of the Expressway. (Wellington Scoop News – October 1st, 2009)

An article in the Anarchist Library dated September 2nd, 2011, summed up private public partnerships perfectly:

“What is the dream of every private company? To register large profits, constantly during the length of time and without risk. … The ingenious private-public partnership (PPP) cannot be seen in any other way: a passing of public money to … large private contractors, with no apparent benefit for the State.”

There is a need to explore alternative models that are more efficient, have more accountability, consider the environment and local infrastructural needs and also eliminate the role of private greed and the cosy relationship between the government and the private sector. As Anarchists we are open to discussion about what specific shape that might take. We are also realistic in recognising there will never be a perfect approach to these issues. Nevertheless, we do think our methods can do a much better job in tackling the questions of how to make such major decisions as whether, when and how to build basic infrastructure. Generally we see a decentralised and eco-friendly economy, allowing for genuinely democratic community control combined with a federalised means of co-ordinating large scale projects, as the basic idea of running society. We believe that would go a long way to eliminating many of the difficulties of the current system and get us out of the rut we are all in.

Also see: http://www.awsm.nz/2013/07/02/road-to-somewhere-protest...orua/
internacional / economia / opinião / análise Sunday October 15, 2017 08:04 byBrunoL

O tema da lavagem de dinheiro ganha volume e importância nas ações de Cooperação Juridica Internacional e obedece à agenda de projeção de poder em termos securitários vindo do Império. Iniciando na década de ’80, e desenvolvido em paralelo ao esforço de apoio aos mudjahiddin do Afeganistão lutando contra a ocupação da União Soviética, a circulação de ativos não rastreáveis ocupou a agenda das agências de inteligência, redes de terrorismo, narcotráfico, tráfico de armas e atividades complementares a segurança avançada dos Estados líderes – como em operações de cobertura e financiamento dos contras da Nicarágua, treinando em Honduras. O inimigo global do “ocidente” estava sendo derrotado e, automaticamente, os alvos permanentes tinham de ser modificados.

14 de outubro de 2017, Bruno Lima Rocha

O tema da lavagem de dinheiro ganha volume e importância nas ações de Cooperação Juridica Internacional e obedece à agenda de projeção de poder em termos securitários vindo do Império. Iniciando na década de ’80, e desenvolvido em paralelo ao esforço de apoio aos mudjahiddin do Afeganistão lutando contra a ocupação da União Soviética, a circulação de ativos não rastreáveis ocupou a agenda das agências de inteligência, redes de terrorismo, narcotráfico, tráfico de armas e atividades complementares a segurança avançada dos Estados líderes – como em operações de cobertura e financiamento dos contras da Nicarágua, treinando em Honduras. O inimigo global do “ocidente” estava sendo derrotado e, automaticamente, os alvos permanentes tinham de ser modificados.

A partir da década de ’90 do século XX, na esteira da tentativa de mundializar as bases institucionais do pós-consenso de Washington, os Estados Unidos conseguiram fazer aprovar uma série de medidas, antes passando por debate conceitual, onde caracterizavam as formas de estruturação do crime organizado. O próprio conceito de organização criminosa implica em certa complexidade de tipo empresarial, e com boa capacidade de gerenciar recursos. Destas tarefas, uma parte sempre delicada é transformar recursos obtidos de forma ilegal em legais e tangíveis, resgatáveis de alguma forma, podendo ser transformados em fatores de acumulação não apenas nominal.

Se observarmos a sequência de acontecimentos na chamada guerra às drogas e a política de securitização na América Latina, veremos o caso colombiano como exemplar. O consumo de cocaína explodindo nos EUA, a interpenetração dos carteis entre as oligarquias dominantes na Colômbia e a estratégia do Império de aplicar o Plan Colombia. A meta não era e nem jamais foi acabar com o tráfico, mas interromper a evasão de divisas dos EUA para o nosso vizinho latino-americano, incluindo o agravante que se tratava de exportação de agro-indústria com poucos insumos, cadeia de valor ilegal e não tributada.

Os carteis de Cali e antes de Medellín capturaram uma parcela importante dos poderes de Estado colombiano, o que também motivou aos EUA a intervir de maneira estrutural. O período anterior ao Plan Colombia implicou em captura de partes do combalido poder de Estado, assim como do Estado paralelo – na formação das unidades paramilitares incentivadas com o Projeto Convivir – e este movimento opera como preparação para a tomada quase completa com soberania mais que limitada em função das ações de “segurança hemisférica”.

A exposição de motivos para a legislação brasileira anti-lavagem

A lei brasileira é datada de 03 de março de 1998 (ver encurtador.com.br/grFGV) e na sua epígrafe de definição: “Dispõe sobre os crimes de "lavagem" ou ocultação de bens, direitos e valores; a prevenção da utilização do sistema financeiro para os ilícitos previstos nesta Lei; cria o Conselho de Controle de Atividades Financeiras - COAF, e dá outras providências.”
É muito interessante observar as exposições de motivos do então ministro da Justiça do primeiro governo Fernando Henrique Cardoso (FHC, 1995-1999 e 1999-2002), em especial os itens 21, 34 e 89. A mesma foi tornada pública como documento oficial em 18 de dezembro de 1996 e fundamenta a criação da lei já citada (para a íntegra do texto ver: encurtador.com.br/rvET8)

Conforme destacado acima, elenco os seguintes motivos, em ordem numérica:

Item 21 da exposição de motivos do então ministro Nelson Jobim (1996), titular do MJ, para a promulgação da Lei 9613 – “embora o narcotráfico seja a fonte principal das operações de lavagem de dinheiro -, não é a sua única vertente. Existem outros ilícitos, também de especial gravidade, que funcionam como círculos viciosos relativamente à lavagem de dinheiro e à ocultação de bens, direitos e valores. São eles o terrorismo, o contrabando e o tráfico de armas, munições ou material destinado à sua produção, a extorsão mediante sequestro, os crimes praticados por organização criminosa, contra a administração pública e contra o sistema financeiro nacional. Algumas dessas categorias típicas, pela sua própria natureza, pelas circunstâncias de sua execução e por caracterizarem formas evoluídas de uma delinquência internacional ou por manifestarem-se no panorama das graves ofensas ao direito penal doméstico, compõem a vasta gama da criminalidade dos respeitáveis. Em relação a esses tipos de autores, a lavagem de dinheiro constitui não apenas a etapa de reprodução dos circuitos de ilicitudes como também, e principalmente, um meio para conservar o status social de muitos de seus agentes.

Assim, a ênfase na circulação de ativos ocultos é focada no ato criminoso e na ação de irrigar a economia ilegal e, automaticamente, coloca a vigilância sobre esta atividade em uma escala global e com necessidade de cooperação.

Item 34 da exposição de motivos do então ministro Nelson Jobim (1996), titular do MJ, para a promulgação da Lei 9613 “Observe-se que a lavagem de dinheiro tem como característica a introdução, na economia, de bens, direitos ou valores oriundos de atividade ilícita e que representaram, no momento de seu resultado, um aumento do patrimônio do agente. Por isso que o projeto não inclui, nos crimes antecedentes, aqueles delitos que não representam agregação, ao patrimônio do agente, de novos bens, direitos ou valores, como é o caso da sonegação fiscal. Nesta, o núcleo do tipo constitui-se na conduta de deixar de satisfazer obrigação fiscal. Não há, em decorrência de sua prática, aumento de patrimônio com a agregação de valores novos. Há, isto sim, manutenção de patrimônio existente em decorrência do não pagamento de obrigação fiscal. Seria desarrazoado se o projeto viesse a incluir no novo tipo penal - lavagem de dinheiro - a compra, por quem não cumpriu obrigação fiscal, de títulos no mercado financeiro. É evidente que essa transação se constitui na utilização de recursos próprios que não têm origem em um ilícito.

Entendo que há um profundo equívoco na exposição acima, e não levava em conta - ao menos à época – a capacidade de irrigar o capital acionário aberto em Bolsa, assim como outras atividades lícitas. É evidente que não caracterizar a evasão e a compra de títulos e ações de empresas de capital aberto como um ilícito semelhante ao da lavagem traz uma profunda suspeição sobre o fluxo deste capital. Sabe-se perfeitamente bem que os recursos advindos de atividades ilícitas e evasão fiscal percorrem caminhos semelhantes como vem sendo comprovado por organizações internacionais de advocacy e consórcios investigativos do setor.

Item 89 da exposição de motivos do então ministro Nelson Jobim (1996), titular do MJ, para a promulgação da Lei 9613 “Como o curso da moeda, modernamente, é realizado quase que exclusivamente pelos sistemas financeiros de cada país, as operações de lavagem, num ou noutro momento, passarão pelos referidos sistemas. Considerando os modernos avanços das telecomunicações, o processo de integração, de globalização das economias e de interligação dos sistemas financeiros mundiais, verifica-se que as transferências financeiras, não só dentro do território nacional, como especialmente entre países, estão extremamente facilitadas. A modernização do sistema, ao permitir transferências financeiras internacionais instantâneas, notadamente àquelas direcionadas para paraísos fiscais e bancários, acaba dificultando a persecução, o descobrimento e a apreensão dos capitais procedentes de atividades delituosas e, conseqüentemente, aumenta a eficácia da lavagem de dinheiro. Por tudo isso, está evidente o importante papel - involuntário, registre-se - que o sistema financeiro desempenha e desempenhará - se não se envolver no combate a essas atividades delituosas - na consolidação de uma indústria de lavagem de dinheiro no País, o que certamente repercutirá negativamente perante toda a sociedade brasileira e internacional.

O item 89 falaria por si, relativizando o peso do Sistema Financeiro, o que é algo próximo do absurdo. O comentário para este item segue abaixo.

A hipocrisia estruturante do Sistema Financeiro Internacional

Como já foi afirmado por este analista em outros artigos, a maior parte dos chamados Paraísos Fiscais (acertadamente denominados de Jurisdições Especiais), fica sob a jurisdição ou soberania ampliada da Commonwealth Britânica (commonwealth.org) ou como Territórios Britânicos Ultramarinos (ver encurtador.com.br/ghv05). Em última instância, e como fora comprovado na intervenção das ilhas Turks e Caicos (ver encurtador.com.br/auyJV), é possível a ação discricionária da Grã Bretanha nestes governos, assim como ocorrera em outubro de 2010.

Para além das firmas de lavagem de dinheiro já reconhecidas em escala mundo, como a Mossack Fonseca (Panamá, mossfon.com) ou a Laveco (Belize, laveco.org), há uma presença de dimensões superlativas das maiores instituições bancárias britânicas em seus próprios paraísos fiscais. Segundo a New Economics Foundation (neweconomics.org), a existência de empresas subsidiárias, abertas como contas cobertura (shell companies) sob sigilo fiscal e Jurisdições Especiais apenas no Caribe britânico é desta ordem: o Barclays Bank tem 385 subsidiárias; o Royal Bank of Scotland (RBS) com 404; o HSBC possui 505 destas empresas a esta instituição vinculada e LloydsTSB outras 290 (dados de novembro de 2012, ver encurtador.com.br/flmq8).

Logo, o que se pode depreender é algo bastante simples. Toda a base de argumentação para o combate a lavagem de dinheiro não observa o ato de complementaridade e por vezes também de cumplicidade das instituições bancárias com a circulação de ativos em altíssima velocidade e origens mais que duvidosas. Faz parte da atual etapa de acumulação, aquilo que o economista Ladislau Dowbor está denominando apropriadamente de:

Em termos de mecanismos econômicos, é central na fase atual a apropriação da mais-valia, já não tanto nas unidades empresariais que pagam mal os seus trabalhadores, mas crescentemente através de sistemas financeiros que se apropriam do direito sobre o produto social através do endividamento público e privado. Esta forma de mais-valia financeira tornou-se extremamente poderosa. Frente aos novos mecanismos globais de exploração, que atuam em escala planetária, e recorrem inclusive em grande escala aos refúgios nos paraísos fiscais” (ver https://goo.gl/eNTSbK).

A alegação da lavagem de dinheiro como circuito de financiamento do terrorismo integrista ou como forma de circulação e formalização do capital de origem duvidosa tem base material, mas, ao mesmo tempo, opera como justificativa para a intervenção discricionária nos aparelhos jurídicos e na punição seletiva e discricionária no século XXI.
Bruno Lima Rocha é professor de relações internacionais e de ciência política
(www.estrategiaeanalise.com.br para textos e notas de áudio / estrategiaeanaliseblog.com para vídeos e longas entrevistas no rádio / blimarocha@gmail.com para E-mail e Facebook)

This page has not been translated into 한국어 yet.

This page can be viewed in
English Italiano Català Ελληνικά Deutsch



Economy

Sat 20 Apr, 01:05

browse text browse image

tyl.png imageFrom libertarian communism to corporate socialism Dec 20 22:58 by Miguel G. Gómez 10 comments

textLas promesas rotas de Vietnam Jun 17 18:08 by Mèo Mun 0 comments

Une toile de Diêu Hâu inspirée par une peinture traditionnelle vietnamienne imageVietnam : les promesses brisées du Vietnam Jun 11 19:33 by Mèo Mun 0 comments

images.jpg imageThe State and the power of Business Mar 08 02:15 by Zaher Baher 0 comments

salario_mnimo_2021.png imageElementos sobre el salario mínimo para 2021 Jan 26 02:22 by ViaLibre 0 comments

metroboulotdodo.png imageMétro, boulot, tombeau : le nouveau confinement Nov 01 01:28 by Union Communiste Libertaire 0 comments

19_de_junho_de_2020_4a_parte_parapoliciais_charge_rafael_costa.jpg imageNo Bananistão dos Parapoliciais (4ª parte): o perigo da complexidade no modelo de controle... Jul 20 02:18 by BrunoL 0 comments

afisa.jpg imageTο τέλος του ταξιδ&#... Jul 05 22:02 by Αναρχικοί Αγ. Αναργύρων-Καματερού 0 comments

eucorona.jpg imageEl Tribunal Constitucional alemán, contra Europa May 14 18:16 by José Luis Carretero Miramar 0 comments

bolsonaro_guedes_dedo.jpg imagePaulo Guedes e a crueldade institucional da farsa fiscalista May 04 00:49 by BrunoL 0 comments

tomarfortunas.jpg image1º de Maio Combativo – Tomar as Fortunas por Vida Digna May 02 19:17 by Coordenação Anarquista Brasileira 0 comments

1091179191_0_0_2300_1406_2300x1406_80_0_0_3ce437e77890f06d5a30302ef42a09ae.jpg imageShock en el Mercado Petrolero. Caos en el Laberinto Apr 30 01:51 by José Luis Carretero Miramar. 0 comments

textHere Comes Bourgeois Socialism – Again Apr 28 03:18 by Dimitris Fasfalis 3 comments

cnt_covid.png image¡Por Nuestra Seguridad, Sólo Actividades Esenciales! Apr 24 01:42 by CNT 0 comments

paulo_guedes_e_bolsonaro_maro2020.jpg imageA Pandemia no Brasil sob o desgoverno Bolsonaro Mar 24 02:13 by BrunoL 0 comments

farposicion_marzo_.jpg imagePosición FAR - Marzo 2020 Mar 24 01:05 by Federación Anarquista de Rosario 0 comments

79079723_1445463018958623_5419147111390248960_o.jpg imageYoung Workers Association was on the Streets against Economic Crisis Dec 09 19:22 by Devrimci Anarşist Falliyet 0 comments

huelga3mexicolahuelgadecananeaenlinleodelpintorymuralistapabloohiggins.jpg imageA Case for Anarchist Class Analysis May 01 04:59 by Leroy Maisiri 0 comments

48379723_1174700826034845_8760836494668595200_o.jpg imageYoung Workers Association's in the streets Against Economic Crisis Dec 24 23:45 by DAF 0 comments

plataformacampo_de_libra.jpg imageA Petrobrás pública é a salvaguarda da soberania do povo brasileiro Dec 19 06:32 by BrunoL 0 comments

yan.jpg imageΗ μπαρουφο-ιδεολ_... Dec 01 18:33 by Dmitri (αναδημοσίευση) 0 comments

far_contexto_internacional.jpeg imageContexto Internacional: "Guerra comercial y estado policial de ajuste" Nov 12 22:11 by Federación Anarquista de Rosario 0 comments

textThe US-Turkey stand-off in context: the US and the weaponisation of global finance Sep 13 19:04 by VASSILIS K. FOUSKAS and BULENT GOKAY 0 comments

golpe_entreguista.jpg imageBrasil em transe e o desmonte generalizado, duas constatações Sep 10 01:57 by BrunoL 0 comments

Federación Anarquista de Rosario image¡Ante la crisis económica y política la respuesta es desde abajo! Sep 02 01:04 by Federación Anarquista de Rosario 0 comments

greve_dos_caminhoneiros_2018.jpg imageA Petrobrás sob o controle dos especuladores e a greve dos caminhoneiros May 28 10:00 by BrunoL 0 comments

macri_fmi_sale.jpg imageFuga de dólares na Argentina e o papel dos acordos abutres no governo Macri May 16 21:42 by BrunoL 0 comments

unityandsolidarity.jpg imageAutogestión y cooperativismo. El avance sobre la producción. May 03 04:02 by José Luis Carretero Miramar 1 comments

download_8.jpg imageΑναρχική Κριτική... Mar 28 16:24 by Wayne Price 0 comments

us_missile.jpg image"Desmontando a mitologia liberal sobre a origem da tecnologia moderna" Jan 02 07:37 by BrunoL and Ricardo Camera 0 comments

more >>
© 2005-2024 Anarkismo.net. Unless otherwise stated by the author, all content is free for non-commercial reuse, reprint, and rebroadcast, on the net and elsewhere. Opinions are those of the contributors and are not necessarily endorsed by Anarkismo.net. [ Disclaimer | Privacy ]