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Sullo sciopero indetto dal Cosatu contro la crisi energetica, alimentare e prezzi della benzina

category africa meridionale | economia | opinione / analisi author Sunday August 10, 2008 16:20author by Zabalaza Anarchist Communist Front - ZACFauthor email zacf at zabalaza dot netauthor address Postnet Suite 47, Private Bag X1, Fordsburg, 2033, South Africa Report this post to the editors

Comunicato dello ZACF

Lo Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF) esprime la sua solidarietà con i lavoratori iscritti al Congress of South African Trade Unions (Cosatu), la cui campagna nazionale per lo sviluppo di un'azione di massa contro la crisi energetica è culminata in uno sciopero generale nazionale che fermerà tutto im paese nella giornata di mercoledì 6 agosto.


Azione di massa concentrata su un solo punto...


Condividiamo la preoccupazione del Cosatu sul fatto che l'incremento del 27,5% operato dalla Eskom sui prezzi dell'elettricità (suscettibili di ulteriori aumenti da parte degli enti locali) ed approvato dal National Energy Regulator del Sud Africa, per sostenere i piani di espansione della Eskom pari a 343 miliardi di rand, verrà avvertito pesantemente dai poveri e dai lavoratori a basso salario. Questo incremento delle tariffe metterà a rischio migliaia di posti di lavoro, dato che le compagnie , su cui già pesano i forti aumenti del prezzo dei combustibili e dei tassi, cercheranno di mantenere i loro margini di profitto espellendo forza-lavoro o si vedranno persino costrette a chiudere la produzione.

La decisione della Eskom di ridurre le forniture di elettricità alle miniere e ad altre industrie, come pure la minaccia di queste ultime di abbandonare ogni ulteriore investimento produttivo, potrebbero portare congiuntamente ad una perdita di posti di lavoro; cosa che probabilmente sta già accadendo. Ma, a causa della incompetenza dello Stato e della Eskom, del taglio dei costi di impronta neoliberista, delle privatizzazioni e delle fallimentari politiche di investimenti fatte negli anni '90, probabilmente questi tagli alle forniture elettriche sono inevitabili. Diversamente ci troveremmo probabilmente di fronte ad imprevedibili e cronici black-out che andrebbero a colpire le industrie ed i consumatori, i ricchi ed i poveri allo stesso modo. L'elettricità non si crea con i miracoli. La riduzione di elettricità è un dato reale che non può essere bypassato. Quello che è necessario fare è che la classe lavoratrice guidi una richiesta di energia alternativa le cui fonti vanno esplorate ed implementate al più presto possibile, dando la priorità di fornitura energetica ai quartieri più poveri e quindi all'industria per mantenere ed aumentare i posti di lavoro.

Sosteniamo quindi il Cosatu, in quanto organizzazione della classe lavoratrice, nel suo tentativo di trovare una soluzione all'attuale crisi dell'energia ed alla politica dei tagli, che colpisce non solo i sud-africani, ma tutte le persone che attualmente risiedono nel paese, indipendentemente dalla loro nazionalità.

Occorre che il programma governativo di fornitura elettrica ai quartieri più poveri, per quanto già insufficiente, non venga compromesso dalla crisi energetica e dai recenti aumenti dei prezzi e che il costo dei tagli energetici non venga scaricato sulle classi più deboli e sui lavoratori.

...ma nessuna azione sugli altri

Nel suo documento dell'1 agosto 2008, in risposta alle critiche sul fatto che lo sciopero chiedeva un aumento pari a zero su tutti i beni, il segretario generale del Cosatu Zwelinzima Vavi ha dichiarato che la protesta in atto era "essenzialmente contro l'aumento del 27% del prezzo dell'elettricità", ma non contro l'aumento dei prezzi alimentari, della benzina e del costo del denaro. Ma perchè il Cosatu non si mobilita anche su questi punti? La classe lavoratrice ne viene seriamente colpita, come il Cosatu ben sa. I dirigenti del Cosatu dovrebbero sapere che non sarà il mercato a trovare da sè la soluzione, così come sanno sicuramente che l'alto costo del denaro -finalizzato al contenimento dell'inflazione- non migliora affatto le cose. Perchè allora la più potente organizzazione della classe operaia nel paese non prende l'iniziativa su questi punti?

Come può Vavi pensare che la crisi alimentare, della benzina e dei tassi possa essere affrontata con trattativa separata? Che razza di dirigente sindacale è colui il quale chiama i lavoratori all'azione diretta sulla sola questione dell'elettricità e poi pensa di sedersi ad un tavolo a trattare con il nemico su altre questioni strettamente collegate alla crisi energetica? Questa confusione indebolisce di fatto la classe lavoratrice.

Il problema è il mercato...

E' ridicolo che in un paese produttore di alimenti come il Sud Africa, ci siano alti livelli di malnutrizione e di inedia, mentre i grandi marchi fanno i milioni speculando sui prezzi e sulla fame. Quando si parla di aumento dei prezzi degli alimentari è bene prendere coscienza che il problema sta nel mercato. Uno degli aspetti del neoliberismo è che - a partire dagli anni '70- ha fatto sì che i prezzi degli alimentari, insieme a quelli delle materie prime e dei tassi di scambio, si sono mossi più liberamente e con minore regolamentazione. Il che ha comportato uno stato di vulnerabilità per i consumatori e per i piccoli produttori, ed il dominio del grande capitale nel settore agrario (vedi gli USA), nell'industria alimentare (vedi la Tiger Brands in Sud Africa), e al dettaglio. In Sud Africa l'abolizione delle rigidità del mercato agricolo dell'era dell'apartheid, avvenuta negli anni '90, faceva parte di una tendenza globale. Ora, al di là di ogni ideale, noi riteniamo che una regolamentazione statale dei prezzi agricoli e la concessione di sussidi per i piccoli produttori agricoli siano preferibili ad un "libero mercato" che dà briglia sciolta agli speculatori ed ai cartelli agroindustriali.

Una tale regolamentazione, tuttavia, non può che verificarsi sulla base di una azione diretta di massa delle classi popolari; e se le classi popolari costringono lo Stato ad introdurre una tale regolamentazione, forse in qualche modo possiamo determinarne i termini ai fini degli interessi delle masse. Potrebbe essere una mobilitazione del Cosatu a cui daremmo il nostro pieno appoggio. E' il caso di far notare che questo approccio è in netto contrasto con quelle posizioni favorevoli ad un ruolo guida dei governi del "terzo mondo" all'interno dei vertici del WTO, i quali peraltro sembrano ora entrati in una fase di stallo. I governi dei cosiddetti paesi in via di sviluppo attaccano i sussidi all'agricoltura concessi nel primo mondo (sussidi di per sè problematici poichè tendono a favorire i giganti dell' agrobusiness) con l'effetto spiacevole di spingere verso maggior libero mercato, cosa che non aiuterà nè i lavoratori nè i poveri. Forse tutte queste implicazioni - soprattutto la necessità di attaccare direttamente il mercato ed ancor più di criticare apertamente la politica del governo - hanno a che fare con la incapacità del Cosatu di avere una propria analisi adeguata ed un programma di azione.

Tutti questi temi sono legati alla crisi dell'energia e dell'ambiente a lungo termine. La causa immediata dell'attuale disastro inflattivo sui prezzi alimentari è l'impennata del prezzo del petrolio -sia per i costi di trasporto e di trasformazione, sia per le tendenze verso il biocarburante. I cosiddetti esperti non sanno dire se si tratti di speculazione, di ricerca di extraprofitti da parte dell' Opec, o dell'approssimarsi del... picco. Ma anche se il prezzo del petrolio dovesse scendere per un periodo, è chiaro che incombe una crisi pesante, e probabilmente è più vicina di quanto si pensi.

Il Cosatu fa bene a chiedere energia rinnovabile, ma ci preoccupano i rischi della scorciatoia del biocarburante e dobbiamo starne in guardia.

...e l'azione diretta popolare è la risposta

Le richieste del Cosatu vanno nella direzione giusta, ma non faranno molta strada; a meno che la più forte organizzazione della classe operaia nel paese non si metta alla testa di una grande campagna per calmierare i prezzi degli alimentari di base, come pure per una regolamentazione dei prezzi da parte dello Stato e per sussidi ai piccoli produttori agricoli.

Chiediamo che il Cosatu continui la sua azione di massa fino a che il governo non deliberi investimenti su fonti di energia alternative e sostenibili, sulla fornitura di elettricità nei quartieri più poveri, sul congelamento delle tariffe dell'elettricità per gli abitanti di questi quartieri.

Chiediamo che il Cosatu dia il suo appoggio alle mobilitazioni dei movimenti popolari sociali per l'erogazione dei servizi, per assicurare energia sostenibile per tutti; chiediamo ai movimenti sociali popolari ed alla popolazione tutta di sostenere il Cosatu nella sua lotta contro la crisi energetica.

Per l'unità di lavoratori e disoccupati!

lotta per il cibo e per l'energia per tutti con l'azione diretta popolare!

Zabalaza Anarchist Communist Front


Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

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