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La riconquista della patria perduta

category italia / svizzera | repressione / prigionieri | comunicato stampa author Friday August 08, 2008 19:27author by Federazione dei Comunisti Anarchici - FdCAauthor email fdca at fdca dot it Report this post to the editors

Bari è la città-campione per l'avvio dell'operazione sicurezza voluta dal ministro La Russa che è iniziata oggi 4 agosto, con il dispiegamento di 3000 soldati su tutto il territorio nazionale. Una militarizzazione di fatto del territorio, che è iniziata ufficialmente a Bari, alle 7 del mattino, con la presenza del vice-ministro Mantovano e proseguirà a Roma, Torino, Milano, Napoli, Bologna, Verona, Padova, Palermo, Gorizia, Calabria. Sono 310 i militari impegnati in Puglia (205 a Bari - tra bersaglieri e marò -, gli altri a Foggia e Brindisi). [English] [Castellano]


La riconquista della patria perduta


LA DESTRA ALLA RICONQUISTA DELLA PATRIA PERDUTA

I BERSAGLIERI ENTRANO LENTAMENTE A BARI,

IL BATTAGLIONE SAM MARCO SBARCA TEMERARIAMENTE DAVANTI AI CENTRI PER GLI IMMIGRATI

Bari è la città-campione per l'avvio dell'operazione sicurezza voluta dal ministro La Russa che è iniziata oggi 4 agosto, con il dispiegamento di 3000 soldati su tutto il territorio nazionale.

Una militarizzazione di fatto del territorio, che è iniziata ufficialmente a Bari, alle 7 del mattino, con la presenza del vice-ministro Mantovano e proseguirà a Roma, Torino, Milano, Napoli, Bologna, Verona, Padova, Palermo, Gorizia, Calabria.

Sono 310 i militari impegnati in Puglia (205 a Bari - tra bersaglieri e marò -, gli altri a Foggia e Brindisi).

Nel capoluogo pugliese, i 90 bersaglieri sono già in servizio di pattugliamento nelle zone turistiche della città ed in uno dei quartieri periferici più degradati (San Pio), mentre i 115 marò sono già a guardia e controllo dei due centri per immigrati: il CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) ed il CIE (Centro Identificazione ed Espulsione).

Proprio durante la "visita" al CARA, il vice-ministro Mantovano ha dovuto essere protetto da due cordoni di sicurezza, per le proteste e le contestazioni dei quasi 900 immigrati rinchiusi (su 700 posti disponibili) in attesa da mesi per la concessione del diritto di asilo.

In Puglia, come su tutto il territorio nazionale, non siamo davanti ad una sceneggiata, come si limita a descriverla l'opposizione parlamentare, bensì ai primi passi di un progetto di presidio militare permanente che affida alle forze armate funzioni ed operatività di polizia militare (sulla base delle esperienze all'estero, dal Kossovo all'Iraq, dall'Afghanistan al Libano) a guardia e controllo di siti e zone ritenuti di importanza strategica per la sicurezza del paese. Le regole d'ingaggio, attualmente circoscritte, sono suscettibili di ampliamento, dato che il livello di all'erta non può che aumentare di fronte ad una campagna parossistica sulla sicurezza che alimenta un bestiale istinto di repressione. Il tutto per la "modica" cifra di circa 31 milioni di euro per il biennio 2008-2009.

Si sta innescando un circolo vizioso che non sarà possibile interrompere, né dichiarare concluso l'intervento militare (come avvenne con l'operazione Vespri Siciliani o con l'operazione Primavera in Puglia), poiché l'operazione-sicurezza in atto non è destinata all'emergenza ma a divenire normale amministrazione del territorio.

Infatti l'obiettivo principale è quello in chiave anti-immigrati, (trasformandoli tutti in potenziali pericolosissimi criminali), nell'illusione di poter fermare i processi migratori col reato di immigrazione clandestina e con strumenti repressivi di lunga durata. Al confronto, il presidio delle zone turistiche, dei quartieri degradati (dove servirebbero politiche sociali e non militari), delle chiese e delle residenze diplomatiche (il consolato americano a Napoli!!!), appare davvero residuale.

Con l'incremento dell'impiego dell'esercito sul territorio nazionale, conferma il suo valore politico la visione critica e la prassi dell'antimilitarismo che non ha mai smesso di considerare le forze armate strumenti di repressione sia all'estero che nei confini nazionali.

Occorre costruire strutture di base che fungano da osservatorio dell'attività di polizia militare, che denuncino atti repressivi, intimidatori ed eventuali violenze, che rilancino una cultura della convivenza fondata sulla solidarietà e non sulla repressione.

Da oggi Bari non è più sicura di ieri. Da oggi l'Italia non è più sicura di un mese fa.

Girano infatti indisturbati i neo-fascisti, si dedicano alla violenza razziale i razzisti, si fa scempio del corpo delle donne, si continua a morire nei luoghi di lavoro. E continua tranquillamente a fare affari lo Stato parallelo della criminalità internazionale.

Federazione dei Comunisti Anarchici

Bari, 4 agosto 2008

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