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No al disegno di legge Aprea

category italia / svizzera | scuola e università | altra stampa libertaria author Friday July 18, 2008 20:43author by Donato Romito (Esecutivo Nazionale Unicobas Scuola) - Unicobas Report this post to the editors

Comunicato Unicobas

L'on. Aprea è determinata a passare alla storia come l'ineffabile Moratti della riforma 2003.

Benchè non sia ministra, ma solo presidente della commissione cultura della Camera è riuscita -mercoledì 9 luglio- nell'intento di costituire un comitato ristretto, insieme all'opposizione, per l'esame accelerato della sua  proposta di legge AC 953, intitolata "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonchè per la riforma dello stato giuridico dei docenti".


NO AL DISEGNO DI LEGGE APREA (SENZA NULLA TOGLIERE A BRUNETTA...)!


L'on. Aprea è determinata a passare alla storia come l'ineffabile Moratti della riforma 2003.

Benchè non sia ministra, ma solo presidente della commissione cultura della Camera è riuscita -mercoledì 9 luglio- nell'intento di costituire un comitato ristretto, insieme all'opposizione, per l'esame accelerato della sua  proposta di legge AC 953, intitolata "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonchè per la riforma dello stato giuridico dei docenti".

Il testo del progetto di legge si incardina su alcune questioni di grande rilievo per l'istituzione solastica.

1. Abolizione degli attuali consigli di circolo e di istituto e loro sostituzione, per gran parte delle attuali funzioni, con consigli di amministrazione di durata triennale, presieduti dal dirigente scolastico. Esclusa la rappresentanza del personale ATA (amministrativo, tecnico, ausiliario), previsti invece rappresentanti esterni provenienti dal''ambito educativo, tecnico, gestionale.
La scuola azienda non può non avere un consiglio di amministrazione, non può non prevedere l'accesso di privati, sotto forma di sponsor, consulenze, partneriati, e chissà magari joint venture che nascano sulle ceneri degli attuali progetti di rete.

2. Il consiglio di amministrazione potrà decidere la trasformazione della scuola in fondazione, isituzione di natura pubblico-privata, come è già previsto per le Università nel DL 112 del 25 giugno 2008 (art. 16)
Si passa così dall'autonomia di una istituzione della repubblica che agisce nell'interesse collettivo dei cittadini, alla possibile costituzione di un soggetto che dovrà ispirarsi ai soli criteri di economicità (leggi: mercato) ed approviggionarsi di finanziamenti prvati, per garantire i servizi minimi, nel pieno principio della sussidiarietà orizzontale: il servizio lo danno innanzitutto i privati, e laddove non ce la fanno, allora intervenga lo...Stato!

3. Le assunzioni dei nuovi docenti saranno fatte dalle singole scuole (leggi dal Dirigente Scolastico), che potranno bandire concorsi di istituto. L'aspirante docente deve possedere una laurea abilitante, l'iscrizione all'albo regionale degli insegnanti, il titolo di un anno di inserimento lavorativo presso una istituzione scolastica. Dallo zio-prete allo zio-preside?

4. La carriera docente è soggetta al raggiungimento dei risultati con valutazione periodica ai primi 2 livelli (docente iniziale e docente ordinario). Per diventare docente esperto si dovrà fare un concorso interno per titoli ed esami. Ad ogni livello corrisponde uno status retributivo.
Stratificazione della carriera, quindi, divaricazione netta della forbice retributiva, superamente del criterio di anzianità per lasciare spazio solo al merito ed alla competizione tra docenti. Dopo vari tentativi, dal "concorsone" di berlingueriana memoria ed affossato dal movimento degli insegnanti, dopo l'ultimo contratto nazionale che ci riprovava, questa potrebbe essere la volta buona che riescono a introdurre il merito. La categoria non sembra più così reattiva.

5. Per garantire "autonomia e libertà" agli insegnanti (sic!), si istituisce un'area contrattuale della professione docente. Sono quindi abolite le RSU di scuola, dato che non è possibile che un docente sia rappresentato da un ATA!!
Siamo alla rottura della categoria dei lavoratori/trici della scuola. Si dà l'illusione ai docenti di non essere più degli impiegati del pubblico impiego e di non aver quindi più bisogno di una rappresentanza sindacale nella scuola, all'interno di una dimensione privatizzata sul piano contrattuale e del ruolo sociale. Una sorta di uscita dal pubblico impiego, ma...da destra.

Se passa il testo dell'on. Aprea così com'è, sarà uno sconquasso ingestibile, anche alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione, che affida l'organizzazione scolastica alle Regioni. Se pensiamo al ruolo delll'opposizione in commissioe e poi in parlamento......

Anche Brunetta, che pur ministro è, deve avere alte aspirazioni per non farsi dimenticare dai posteri e...dai contemporanei.

Che insieme ai colleghi Sacconi e Tremonti abbia messo le mani al DL 112 del 25 giugno 2008 non v'è dubbio, prova ne sia il famigerato art. 71 sulla malattia del dipendente pubblico. Che si applica anche alla scuola.

L'odiosa norma recita che nei primi 10 giorni di malattia verrà corrisposto solo il trattamento economico fondamentale, con esclusione di ogni indennità, emolumento,di carattere fisso e continuativo, nonchè di altre voci accessorie. Per la scuola si tratta di una violazione dell'art. 17 del CCNL/2007, in quanto andrebbe ad escludere dal trattamento economico le voci che si riferiscono alla Retribuzione Professionale Docente, al compenso per la funzione strumentale, per le ore eccedenti, per le attività aggiuntive.  Si calcola, quindi, che un docente che si ammali per 10 giorni possa rimetterci dai 15 ai 30 euro al giorno.  Un vero e proprio ticket/salasso sulla salute.

Anche se pare ripristinata la certificazione del medico di base pure oltre i 10 giorni, resta la visita fiscale per un solo giorno, resta la reperibilità giornaliera dell'ammalato dalle 8.00 alle 13.30, dalle 14.00 alle 20.00, compresi i non lavorativi (giorno libero) ed i festivi. Recarsi dal medico di famiglia, in farmacia, o andare a fare accertamenti, potrebbe diventare un'impresa!! I veri malati verrebbero così penalizzati come quei fantomatici fannulloni che si vorrebbero perseguire!

Il mondo sindacale moderato attende di vedere cosa accadrà in sede di conversione in legge del DL. Sul resto esso sembra non far caso che nel mondo della scuola, l'obbligo di sostituzione dei docenti assenti fino a 5 giorni funziona già da tempo come deterrente. Diventerà fino a 10 giorni? Si verrà a scuola febbricitanti pur di non perdere qualche decina di necessari euro?

Miseri e malfermi, in una scuola sempre più misera e malmessa.

Donato Romito (Esecutivo Nazionale Unicobas Scuola)

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