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Il Dilemma del Congo

category africa centrale | imperialismo / guerra | opinione / analisi author Wednesday June 20, 2007 18:26author by Steffi Report this post to the editors

Il Congo costituisce un ulteriore esempio della necessità di ripensare il nostro sistema politico.

Il Congo, un enorme paese nel cuore dell'Africa, costituisce un altro perfetto esempio della necessità di cambiare il sistema politico attuale. Fin da quando è sotto influenze esterne, il Congo ha subito diverse forme di violenza e ne subirà altre nel futuro se non si affaccia all'orizzonte un nuovo sistema globale. Milioni di persone sono morte, ed i loro assassini, la povertà e lo sfruttamento, sono a piede libero. Nessun governo cambierà mai la situazione del popolo del Congo.


Il Dilemma del Congo

un ulteriore esempio della necessità di ripensare il nostro sistema politico


Il Congo, un enorme paese nel cuore dell'Africa, costituisce un altro perfetto esempio della necessità di cambiare il sistema politico attuale. Fin da quando è sotto influenze esterne, il Congo ha subito diverse forme di violenza e ne subirà altre nel futuro se non si affaccia all'orizzonte un nuovo sistema globale. Milioni di persone sono morte, ed i loro assassini, la povertà e lo sfruttamento, sono a piede libero. Nessun governo cambierà mai la situazione del popolo del Congo.

Questo articolo mette in luce come le influenze esterne abbiano avuto un ruolo decisivo nella storia del Congo e come esse ancora ne influenzino la vita. L'articolo mette in risalto come lo Stato-Nazione sia un mezzo per dividere i popoli in base a confini artificiali, specialmente in Africa. Un'altra ragione dei conflitti in Africa ed in Congo in particolare, è quella appartenenza dei popoli alle cosiddette "tribù" oppure a "gruppi etnici", che è stata costruita dalle amministrazioni coloniali e dalla Chiesa, con lo scopo di porre confini artificiali tra i popoli al fine di dividerli e la cui importanza politica ancora oggi sta nel fatto che si ignorino quali siano i reali problemi del Congo, e cioè precisamente lo Stato ed il capitalismo. I quali sfruttano allo stesso modo il Congo per avere il controllo finanziario e politico del paese.

Il Dilemma del Congo

Il Congo è un ulteriore esempio del bisogno di ripensare il nostro sistema politico Tutti noi abbiamo almeno una volta sentito parlare della "Prima Guerra Mondiale in Africa" o del famoso libro "Cuore di tenebra", due cliché occidentali che sono stati usati per giustificare il colonialismo e l'intervento post-coloniale. Pare che sia assodato che il conflitto in Congo abbia a che fare da una parte con il cosiddetto "tribalismo" e dall'altra parte con lo sfruttamento delle risorse minerali da parte delle compagnie occidentali. Ma, ad una analisi più attenta, ci accorgiamo che la situazione è molto più complessa ed anche se non si è anarchici si giunge ugualmente ad ammettere che alla radice di tutti i problemi del Congo vi è veramente il capitalismo insieme a quel sistema arbitrario di confini che legittima lo Stato-nazione.

Influenze esterne

La Repubblica Democratica del Congo non solo è il terzo paese in Africa, ma è anche uno dei più importanti per collocazione strategica e tra i più ricchi di risorse naturali. E' stato sottomesso ad influenze esterne fin dalla tratta degli schiavi degli Arabi e poi sotto il colonialismo occidentale. Il Belgio lo ha governato a proprio profitto, sfruttandone le ricchezze per decenni, tanto da diventare uno degli Stati più ricchi del mondo. Il Congo, però, è anche uno dei paesi più poveri che ci siano al mondo. Le influenze esterne, sotto forma di amministrazione coloniale con l'aiuto della Chiesa, hanno distrutto le antiche strutture sociali e le antiche appartenenze politiche, per dare vita a nuove aggregazioni di forma "tribale". I confini coloniali hanno diviso i popoli tra differenti Stati coloniali ed hanno obbligato a stare insieme nazionalità che non avevano niente in comune. L'ineguale economia regionale è causa di conflitti regionali. Il mantenimento dei confini coloniali anche nell'era post-coloniale, accettati da tutti gli Stati Africani tramite l'OAU, costituisce tutt'oggi uno dei fattori principali dei conflitti, siano essi nazionali o etnici.

Diversità Culturale

Il Congo è geograficamente composito e così lo è anche la sua popolazione. Ci sono circa 250 gruppi etnopolitici, ciascuno con la propria distinta cultura e con una lingua propria. Il Congo è un vasto paese con grandi differenze geografiche al suo interno, in cui la foresta tropicale ha sempre reso difficili le comunicazioni tra una parte e l'altra del paese. Si potrebbe concludere che a causa di questi fattori non vi sia una reale unità tra i cittadini del Congo. Ma non si può parlare dell'esistenza di"tribù", dal momento che non esistono "tribù" nel Congo come in qualsiasi altra parte del mondo. Tutti i gruppi "tribali" che vediamo sono stati creati per scopi politici, anche se vi è una qualche radice "etnica" in essi. A volte sono stati creati dalla amministrazione coloniale e dalla Chiesa che cercavano di raggruppare le persone per governarle più facilmente, oppure di dividerle in differenti appartenenze per evitare che si costituisse un qualche movimento anti-coloniale unitario. Recentemente anche Mobutu ha usato questa tattica del divide et impera. Nel Congo questo è stato fatto favorendo un gruppo piuttosto che un altro - come in Ruanda i Tutsi a danno degli Hutu - i Luba contro i Lulua, gli Hema contro i Lendu ed molti altri esempi. I Belgi sono stati capaci a volte di creare persino dei capi in società dove non esistevano capi. Questa è la ragione per cui è preferibile usare il termine di "gruppo etnopolitico" piuttosto che "tribù" oppure "gruppo etnico". Molto spesso dietro il nome di "tribù" vi è la visione di gruppi di origine naturale invischiati nella loro ragnatela di tradizioni e di rivalità antichissime. In realtà la questione veramente seria con il termine "tribù" sta nella distinzione che si fa tra Africa ed Europa laddove si sostiene che le "tribù" sono esistite in Europa solo fino al Medio Evo, mentre esse esistono ancora in Africa oggi. Ed in più, mentre i conflitti etnici in Europa sono considerati conflitti nazionali, in Africa invece essi vanno inscritti nell'ambito del "tribalismo".

Ciononostante, le differenze etniche in Africa sono un fattore rilevante. Questo è dovuto al fatto che certe differenze sono basate su gruppi di origine naturale che hanno sempre avuto relazioni sulla base di una certa lealtà, oppure è dovuto al fatto che - anche nel caso che le differenze siano state create da fattori esterni - si consolida una credenza sulla base di tali differenze e ci si comporta di conseguenza, adeguandosi.

Il che non significa che tali gruppi costituiscono delle classi, né che i conflitti etnici siano solo conflitti di classe nascosti. In certi casi è vero, siamo in presenza di un conflitto di classe nascosto, come tra Hutu e Tutsi in Rwanda. Ma non si può negare nemmeno l'esistenza di classi diverse all'interno degli stessi gruppi etnopolitici. In grandissima parte dell'Africa non si è sviluppata una opposizione sociale di classe come invece è successo in Europa. La maggior parte dei conflitti scoppiano seguendo le linee regionali. Perciò, in Africa non si può che accettare una pluralità di culture e la lotta mette in evidenza le diversità culturali e non le classi. Inoltre, la lotta per estendere i diritti delle donne è cruciale, fa parte della lotta anarchica e di conseguenza non può avere una collocazione o importanza minoritaria.

Le cause della guerra

Ci sono molte cause per la guerra nel Congo. Tra le più recenti vi è il crollo del regime di Mobutu in seguito alla fine della Guerra Fredda, in cui il Congo svolgeva un ruolo strategico per conto degli USA, ma ora ha perso quell'importanza. Poi vi sono le interferenze esterne dei paesi vicini. Rwanda and Uganda sono stati uno dei fattori nello scoppio della guerra in corso. Un'altra recente fonte per la continuazione della guerra (anche se non sta proprio alla radice del conflitto in sé) è stata la spoliazione delle risorse del Congo da parte delle multinazionali occidentali.

I fattori maggiori nella guerra in Congo restano comunque il capitalismo ed il sistema-Stato. Entrambi hanno fatto del Congo una periferia da saccheggiare tenendo bassi i prezzi delle risorse per l'Occidente. Lo Stato è servito per favorire accumulazione di ricchezze ad uso personale. Al colonialismo ed alle orribili condizioni con cui i Congolesi hanno raccolto la gomma per contro dello Stato Belga, si devono i 10 milioni tra morti e di mutilati. La popolazione del Congo si è dimezzata nel giro di pochi decenni.

La guerra è iniziata all'indomani del collasso del regime di Mobutu con quasi 4 milioni di morti, senza parlare delle migliaia che muoiono ogni settimana in conseguenza della guerra, per mancanza di cibo e di medicine. Le vittime della guerra sono soprattutto le donne ed i bambini. Ci sono ancora bambini-soldato in Congo e nei paesi confinanti e le donne vengono ancora violentate e mutilate da varie milizie locali. Sul regime di Laurent Kabila si erano concentrate le speranze per un futuro migliore, ma Kabila ha fatto le stesse cose di Mobutu, così è scoppiata un'altra guerra per rovesciare Kabila.

In sintesi questa guerra è scoppiata per il potere e per il profitto. Essa è iniziata nel Congo Orientale dove c'erano conflitti per il controllo sulla terra. Certi gruppi (per la maggior parte Tutsi che vivono in Congo da decenni) non avevano accesso alla terra e quindi si erano ribellati contro Mobutu.Dato che la situazione non è cambiata con Kabila, essi si sono ribellati per la seconda volta. Entrambe le ribellioni sono state sostenute da Rwanda ed Uganda. I regimi succedutisi a Kinshasa invece sono stati appoggiati da vari paesi africani come pure dalla comunità internazionale.

La Questione Nazionale

Anche il nazionalismo è stato un fattore importante per i problemi del Congo. Ci sono stati vari tentativi di fare del Congo una nazione, in un paese così irriducibile al concetto di nazione unica. Patrice Lumumba viene sempre considerato come un eroe pan-Africano che aveva cercato di unificare il Congo, ma nei fatti anche egli è stato criticato per vari massacri e conflitti. Mobutu aveva cercato di fare la stessa cosa, ottenendo una certa stabilità, ma poi ha usato le diversità etniche per dividere l'opposizione al suo regime.

L'idea di una nazione Congolese è una illusione e qualunque siano le radici delle tensioni etniche, ci sono costanti pressioni verso la secessione. Molti non sono contenti dei confini del Congo e questi sentimenti finiscono con l'essere alimento per la guerra, per cui molti puntano alla frammentazione del Congo in diversi Stati. Il che può portare alla pace nel breve termine, ma ancor più probabilmente ad altri conflitti. L'unica strada, dunque, per risolvere i problemi del Congo è ripensare l'intero sistema dello stato-nazione e cambiarlo completamente.

Autodeterminazione

Le uniche soluzioni per i problemi del Congo sono l'autodeterminazione e l'autonomia. Non ha alcun senso pensare al Congo come ad un grande paese unito, specialmente se le varie popolazioni che vi abitano non ci credono e non sentono di appartenervi. Per autodeterminazione ed autonomia bisogna intendere un reale auto-governo e non semplicemente la creazione di nuovi Stati. Proprio perché gli Stati sono uno dei problemi di cui ci si dovrà disfare. Mantenere ancora il Congo quale entità statuale significa alimentare altra violenza dal momento che il Congo è una costruzione artificiale che non nasce da un'evoluzione interna ma è stato imposto in quella regione dall'esterno. Solo un nuovo sistema globale potrà portare il necessario cambiamento.

L'anarchismo - una via d'uscita

Specialmente in Africa diventa sempre più evidente che i mali peggiori sono lo Stato ed il capitalismo. La maggior parte della gente vive e lavora senza ricevere alcunché di positivo dallo Stato. Ne vedono solo gli aspetti negativi come il pagare le tasse quando non ci sono i soldi per poterlo fare, oppure subire le guerre condotte dai politici per arricchirsi e divenire più potenti. Abbiamo già visto molte volte come il modello della democrazia occidentale non sia la soluzione per l'Africa. Inoltre, quella che alcuni chiamano la "democrazia africana" non è altro che una bella espressione per nascondere uno Stato con un partito unico, come l'Uganda, il quale non è niente altro che un'altra forma di regime autoritario. La maggior parte delle persone già vive al di fuori e in opposizione allo Stato. Ecco perché l'anarchismo non costituirebbe una novità per l'Africa, visto che ci sono molte società tradizionali che sono già solite vivere in modo molto simile al sistema anarchico. Quello che bisogna fare è organizzare le persone in tutta l'Africa, e lottare per un miglior sistema globale.

L'Africa è stata sempre dominata da influenze esterne. Solo un nuovo sistema globale può sciogliere questo dilemma e solo l'anarchismo prevede un sistema veramente internazionale che la faccia finita una volta per tutte con l'iniquo sfruttamento di molti da parte di pochi. Solo l'anarchismo prevede l'auto-governo reale. Nessuno Stato può fare questo, sia che abbia o non abbia confini culturali (come chiedono alcuni gruppi etnopolitici), perché se i confini culturali e quelli nazionali coincidono, allora lo Stato rischia di diventare un oppressore nazionalista che esclude persone con differenti provenienze culturali. Allo stesso modo uno Stato multiculturale corre sempre il rischio di avere un gruppo di potere che cerca di assimilare gli altri.

Per riassumere, gli Stati - persino le democrazie - esistono solo per permettere ad alcune persone di essere più potenti e di accumulare ricchezze tramite l'uso del potere. Questo diventa evidente in particolare nel caso del Congo. Non abbiamo bisogno di Stati, ci sono molti esempi in cui la gente dimostra che sa organizzarsi, anche su basi globali. Un altro mondo è possibile, si tratta solo di cominciare e di credere a ciò per cui lottiamo. Note: Quanto sopra è la sintesi di un lavoro più ampio che verrà presto pubblicato e reso disponibile online.


Steffi

Note: Quanto sopra è la sintesi di un lavoro più ampio che verrà presto pubblicato e reso disponibile online.

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali

Articolo scritto per www.anarkismo.net

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