Introduzione a questo particolare tema, 2 aprile 2015, Bruno Lima RochaIn questa seconda parte intendo fornire alcune informazioni storiche di base sul modello di organizzazione politica anarchica ed alla fine compiere un confronto tra queste esperienze e l'attuale missione dell'organizzazione politica che intende fungere da catalizzzatore per un cambiamento sociale confederalista democratico. [English]
Il Partito Socialista Rivoluzionario Anarchico: un'altra esperienza degna di nota fu questo partito fondato nel 1891, (noto anche come Partito Malatestiano), il cui esponente più noto era l'anarchico napoletano Errico Malatesta (1853/1932). Sebbene il PSAR avesse un'ala clandestina, aveva per lo più una tipica struttura di partito. I suoi militanti erano referenti per il livello di massa (quello sociale) e per il livello intermedio (politico e sociale), come pure erano diffusori e produttori di propaganda politica. I suoi militanti svolgevano molte funzioni (quadri multifunzionali), tra cui la partecipazione alle azioni dirette messe in atto in Italia all'epoca (dalla fondazione del partito all'instaurazione del regime fascista nel 1922).
L'Esercito Insorto Rivoluzionario d'Ucraina: dalla Rivoluzione Russa, soprattutto in Ucraina, maturò questa esperienza in termini di organizzazione politica di massa durante la guerra civile (1918-1921). L'Esercito Insorto Rivoluzionario d'Ucraina (l'Armata Nera, nota anche come Makhnovicina o Makhnovisti), il cui esponente era Nestor Ivanovich Makhnó (1888/1934), ebbe l'egemonia politica, militare e amministrativa di vaste regioni dell'Ucraina e sviluppò un modus operandi basato sulla collettivizzazione della produzione e la sua sezione militare era un esercito basato su una cavalleria mobile con comandanti su base elettiva. Era un'organizzazione che fondeva ruolo politico e ruolo di milizia e che si rese protagonista di un alto livello di scontro contro l'esercito dei Bianchi (di destra e zaristit) e contemporaneamente contro l'Armata Rossa (le forze armate del Partito Bolscevico). L'ala militare era un'istituzione di auto-difesa a garanzia della forma politica federalista di autogoverno e dell'autogestione socio-economica. Dopo la sconfitta subita ad opera dell'Armata Rossa nel 1921, alcuni sopravvissuti dello Stato Maggiore della Makhnovicina si ritrovarono insieme a Parigi dove scrissero un manifesto politico, noto anche come una delle parti della teoria politica anarchica denominata Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Libertari. Questo documento, che ebbe ampia diffusione negli anni '20 e negli anni '30, conteneva le 4 linee guida teoriche fondamentali per quel modello che è tuttora valido: Unità Tattica, Unità Teorica, Responsabilità Collettiva e Federalismo.
Le somiglianze tra il modello organizzativo anarchico ed il ruolo dello strumento politico del movimento per la libertà del Kurdistan sono così impressionanti e chiare che, per averne conferma, basta semplicemente leggere questo brano scritto dal compagno Mustafa Karasu, pubblicato sul sito inglese del PKK:
“Il PKK si è ristrutturato dopo un'ampia autocritica e dopo una critica del socialismo classico nelle sue forme realizzate. Il PKK ritiene insufficiente la teoria socialista classica. Il PKK ritiene che il socialismo classico non sia sufficientemente anti-capitalista ed è troppo coinvolto con lo Stato, quando invece lo Stato è uno strumento di oppressione. Far cadere uno Stato per crearne uno nuovo non è una prassi rivoluzionaria, invece il metodo adottato dal PKK è quello di superare, far cadere o ridurre ai minimi termini il sistema egemonico per sostituirlo con un sistema socialista che implichi il socialismo al momento. Far cadere uno Stato non è la stessa cosa che far cadere il sistema. Fare invece un'equazione del genere è un segno di deviazione dal socialismo”.
Quando studiamo la storia del socialismo e dei movimenti operai nelle varie società, che siano occidentali o no, possiamo notare che questo tipo di critica contro lo Stato e contro i cosiddetti partiti socialisti pro-statalisti è esattamente la stessa critica elaborata da migliaia di militanti anarchici pienamente attivi almeno fin dal 1864! Dopo aver letto poco prima quella frase che dice “il PKK si è ristrutturato dopo un'ampia autocritica” possiamo facilmente notare che si tratta quasi dello stesso metodo dell'organizzazione politica anarchica,cioè una costante lotta interna per evitare che dentro l'organizzazione si riproducano quella sfera politica e quelle concezioni ideologiche che appartengono alla tradizione autoritaria e capitalista (liberale o meno). Come ho scritto nella prima parte di questo saggio, l'attuale prassi del PKK può essere utile agli anarchici di tutto il mondo e vice-versa. Il primo passo da compiere è un comune riconoscimento ed un approccio tra le due tradizioni. Contribuire a questo sforzo comune è la ragione di questo mio contributo.
Bruno Lima Rocha
Traduzione a cura di Alternativa Libertaria/FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali