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La strage della redazione di Charlie Hebdo e le contraddizioni del sistema internazionale di fronte alla rivoluzione della Rojava

category francia / belgio / lussemburgo | imperialismo / guerra | opinione / analisi author Sunday January 18, 2015 15:51author by Bruno L - 1 of Anarkismo Editorial Groupauthor email blimarocha at gmail dot com Segnalare questo messaggio alla redazione

La barbarie commessa il 7 gennaio 2015 contro i giornalisti e fumettisti della pubblicazione francese "Charlie Hebdo" mostra quanto la presenza di Daesh (Stato islamico, IS o ISIL) sia dannosa per essere tollerata come parte negoziale persino all'interno della crudeltà del Sistema internazionale. In questo breve articolo presento alcune contraddizioni dei membri della NATO sulla scena mondiale nel conflitto. Estendo le mie osservazioni critiche alla copertura mediatica internazionale, concentrandomi sul network della CNN, purtroppo la TV che meglio copre il pianeta. Per disinformare sulla Rojava, sul PYD e sul TEV-Dem, i media di potere operano come portavoce non ufficiali per l'amministrazione Obama e per la sua doppiezza politica nella regione. [Português]
Stéphanne Charbonnier, noto come Charb, ha pubblicato un articolo in cui sostiene che i Curdi ci rappresentano contro il fondamentalismo ed i regimi totalitari - alleati dell'Occidente o meno - nella regione più tormentata del pianeta.
Stéphanne Charbonnier, noto come Charb, ha pubblicato un articolo in cui sostiene che i Curdi ci rappresentano contro il fondamentalismo ed i regimi totalitari - alleati dell'Occidente o meno - nella regione più tormentata del pianeta.

Contraddizione 1) Il costo della presenza dei jihadisti internazionali, molti dei quali reclutati su Internet, si materializza come demenza continua. Giovani delle incandescenti periferie di Parigi sono rapiti dalla follia di Daesh come prima lo erano da Al-Qaeda. Pertanto, la destra francese, quella stessa che ha sostenuto il vergognoso regime di Vichy (che aveva fornito il supporto per l'occupazione nazista), reitera i suoi discorsi omofobi e razzisti intrisi di fondamentalismo cattolico. Del resto anche il Partito Socialista francese e il suo momentaneo alleato PCF, quegli stessi partiti che erano nel Fronte Popolare degli anni '30 e che chiusero all'epoca le frontiere ai libertari spagnoli per poi metterli nei campi di concentramento, si trovano oggi ad affrontare il mostro. Anche se sono mutati i tempi ed i contesti, sono d'accordo con l'antropologo americano David Graeber, sia nella comparazione dei processi, sia nel rilevare il doppio gioco delle democrazie liberali, allora di fronte al fantasma del fascismo con Franco ed ora in Siria con Daesh. Contro il fascismo, compreso quello religioso, solo il pensiero e l'azione dei libertari possono offrire delle soluzioni. In questo caso, l'unica vera speranza contro il fondamentalismo è l'autonomia e l'indipendenza della Rojava.

Contraddizione 2) La libertà di espressione, di comunicazione e di informazione costituisce un insieme di beni e valori non negoziabili. I media ipocriti dell'Occidente hanno chiuso gli occhi quando il governo di Recep Erdoğan (leader islamista e al tempo stesso del filo-occidentale AKP) ha arrestato più di 20 giornalisti di un giornale di opposizione (la pubblicazione Zaman), ed esegue la stessa procedura contro le stampa collegata con la sinistra curda. Sembra che nulla stia accadendo al confine turco, ma non è così. Gli alleati di Erdogan lasciano la Siria ed entrano nell'Unione Europea tramite la stessa Turchia, corridoio di passaggio dei fondamentalisti. Due di questi dementi sono ritornati in Francia sotto la barba di un paese membro della NATO per portarvi il flusso del jihadismo sunnita. L'Iran si è dichiarato contro l'attacco, ma non fa nulla con i suoi alleati - il governo Assad ed Hezbollah - lasciando che il regime di Damasco si rafforzi, non attaccando Daesh, anzi lasciando che questo gruppo totalitario porti la guerra contro la Rojava.

Contraddizione 3) Siamo al cospetto della logica della geopolitica che dà il peggio della sua crudeltà. La Francia è intervenuta con atteggiamento imperialista nel Mali (ottobre 2012), affermando di essere lì per evitare che una frazione di Al-Qaeda spaccase il paese in due. Inoltre, sempre la Francia ha preso parte agli attacchi aerei della coalizione contro le postazioni Daesh in Siria e in Iraq. Allo stesso tempo, non fa nulla affinché la Casa Bianca tolga il marchio di terrorista al PKK ed ai partiti alleati. E' ovvio che la redazione di Charlie Hebdo appoggiava il Kurdistan ed il suo percorso libertario. Ed ha pagato il prezzo per l'ipocrita tolleranza dell'Occidente verso la politica assurda della Turchia nella lotta contro la sinistra curda.

Contraddizione 4) Mentre i fondamentalisti commettono barbarie contro i giornalisti francesi, lo Stato turco, un membro della NATO, commette crimini di terrorismo di stato sostenendo che il PKK è un gruppo terroristico. Il governo di Erdogan ed i suoi generali kemalisti sostengono Daesh e il Fronte Al-Nusra in barba agli USA, eppure non succede nulla. Curiosa contraddizione. L'ONU denuncia la mancanza di sostegno umanitario e che le missioni USA non diano conto del volume di aiuti umanitari per le aree sotto il controllo delle varie fazioni non allineate con il blocco composto dal governo di Assad+ Hezbollah e Iran, con il sostegno della Russia. Molti di questi problemi potrebbero essere risolti se la Turchia chiudesse letteralmente il confine alla libera circolazione dello Stato Islamico (che io preferisco chiamare Daesh) e del Fronte Al-Nusra e, allo stesso tempo, permettesse il flusso di beni e di aiuti per il Territorio Libero della Rojava. Semplice no, considerando che lo Stato turco è un membro a pieno titolo della NATO, quindi sarebbe passibile di pressioni occidentali, giusto?

L'unica via d'uscita è il protagonismo delle persone tramite la democrazia partecipativa curda.

Più gli sceicchi sauditi, yemeniti, del Bahrein, dell'Oman & co. inviano denaro a Daesh ed agli affiliati di al-Qaeda, più donne combattenti vanno a difendere i loro diritti fondamentali con tutti i mezzi necessari. Avanzano le forze delle YPG / YPJ. Kobanê sarà liberata senza la presenza di truppe occidentali e nonostante tutto il sabotaggio della Turchia. Di fronte al comune nemico - le forze curde ed universali con valori socialisti e democratici - il fondamentalismo sunnita e sciita si alleano. Pare proprio che il mondo arabo e islamico proverà finalmente la lotta tra jihadisti e socialisti. E' dalla Prima Intifada non si vedono così tante possibilità di una nuova società nella regione.

Questa volta credo che quest'ultimo attacco porterà quello che rimane della sinistra occidentale a rendersi conto che il fronte della Rojava è l'unica via d'uscita per un modello di società nella regione. Ma questo modello di società è minacciato dal possibile intervento dei poteri che fanno parte della NATO e che hanno interessi strategici nel tenere i prezzi del petrolio più bassi, quindi, non interromperanno un rapporto di fiducia con gli oscurantisti stati monarchici della Lega Araba. I tempi sono maturi per fare salire la pressione nelle società occidentali, come pure in quelle periferiche, come ad esempio l'America Latina.

Nessuno vuole cambiare la messa a fuoco e si continua a nascondere l'ovvio. La Turchia continua a facilitare l'ingresso e la libera circolazione dei criminali dell'ISIS. La coalizione guidata dagli Stati Uniti è fatta di solo carta. Tutti i regimi islamici - duri o moderati - stanno favorendo lo jihadismo. Né l'Iran fa nulla e non ne ha la volontà. L'unica via d'uscita per la Rojava è la solidarietà internazionale per costringere la Turchia ad almeno consentire la consegna di aiuti umanitari ed a fermare i fanatici dementi che amano tagliare le teste agli "infedeli". Quanto più informiamo sul processo di liberazione del Kurdistan, più siamo animati ed impegnati nel nostro compito.

Bruno Lima Rocha

Traduzione a cura di Alternativa Libertaria/FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali.

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