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Friday November 07, 2014 00:30 by Roberto Pisani - Alternativa Libertaria/FdCA
Nella giornata di venerdì, su televisioni, giornali online in diretta, tv locali e nazionali e tramite passaparola via internet, una valanga di foto e di parole hanno accompagnato gli aggiornamenti sulla ennesima, tragica alluvione a Genova. Tra queste notizie alcuni ricordano di aver sentito parlare di un treno deragliato a causa di una frana. Un treno che deraglia, qualcuno avrà pensato, non è cosa da poco... IL GIALLO DEL TRENO SCOMPARSONella giornata di venerdì, su televisioni, giornali online in diretta, tv locali e nazionali e tramite passaparola via internet, una valanga di foto e di parole hanno accompagnato gli aggiornamenti sulla ennesima, tragica alluvione a Genova. Tra queste notizie alcuni ricordano di aver sentito parlare di un treno deragliato a causa di una frana. Un treno che deraglia, qualcuno avrà pensato, non è cosa da poco... Si parla di un macchinista ferito. Si è rischiata una tragedia. Poi non se ne è saputo più nulla: nessuno ha visto le immagini in tv del treno e, tanto meno, nessuno ha assistito ad un'intervista al macchinista o a qualcuno dei passeggeri. Chissà... passato qualche giorno ne rimarrà un vago ricordo, qualcuno, forse, arriverà persino a dubitare che il fatto sia realmente accaduto... A fare bene attenzione si scopre che l'indicazione del luogo è stata evasiva e, in qualche caso sbagliata... eppure non era difficile dare l'indicazione giusta perché, in corrispondenza di quel punto, che "combinazione", pochi metri più sopra c'è un grande scavo per il cantiere del terzo valico. Ma allora: che fine ha fatto quel treno? Se lo sono mangiato i media: quello che loro raccontano è "reale", quello che si omette, si nasconde, si fa sparire non è mai successo. Mentre assistiamo allo scaricabarile delle responsabilità, come se si trattasse SOLO di un problema di allerta, non è escluso che l'attenzione e la rabbia verranno convogliati verso il sindaco di turno, la Vincenzi ieri, Doria oggi; morto un papa se ne farà un altro. Non importa il colore sbiadito politico che lo accompagnerà, l'importante è che non venga toccato il sistema affaristico speculativo che sta a monte della non gestione del territorio. Lo stesso sistema affaristico speculativo che sta dietro alla logica delle grandi opere (che permettono lauti guadagni in poche mani) al posto delle numerose piccole opere necessarie per affrontare, per esempio, il problema dei dissesti idrogeologici. La parola prevenzione è sempre troppo poco pronunciata, e rimane, comunque, soltanto un esercizio retorico da effettuare nel momento dei danni. Eppure bisognerà affrontare il problema dell'abbandono, dello spopolamento progressivo di chi, abitando sui monti con il proprio lavoro, costituiva un primo elemento di prevenzione ai dissesti. Molteplici e diversificati interventi si impongono se vogliamo cercare di vivere in un ambiente più sicuro lottando sia contro il degrado che le sempre più frequenti anomalie climatiche... e ci sarebbe anche la possibiltà di creare qualche posto di lavoro in più. Ma tutto questo, nel breve termine, non regala né voti né facili guadagni. E bisogna pure lottare contro i palazzinari che continuano a costruire negli alvei dei torrenti. E' tutto questo che sta a indicare il treno scomparso. Per uno scherzo del destino, o per un sussulto della montagna ferita, l'inevitabile frana è andata a intralciare un treno veloce, una Freccia Bianca. E' per la creazione di treni ancora più veloci e costosi, che si vogliono sottrarre risorse per il traffico dei pendolari, per il trasporto merci su rotaia, potenziabile sulle linee già esistenti, attualmente sottoutilizzate, e per tante altre cose di cui ci sarebbe bisogno. Per uno scherzo del destino la frana ha puntato il dito accusatore su tutto questo, ha ricordato ai ciechi, ai sordi e agli ignoranti come disboscamenti insensati e sbancamenti di terra causano facilmente frane, ed ha ricordato anche come delle opere mastodontiche eseguite in economia e date in appalto a ditte in odor di mafia (quando non sono già state condannate) possano essere pericolose. E come possono questi stessi signori per bene rassicurarci che l'estrazione del terreno, ricco di amianto, gestita da loro non costituisce un pericolo? Tutto questo stava a indicare il treno deragliato, e allora, meglio non parlarne e farlo sparire; ci penseranno gli uomini del Cociv a dire ai bambini nelle scuole elementari che l'Opera è bella. Allora riprendiamola. Leggendo i comunicati dei comitati No Tav si può sapere che: Venerdì mattina intorno alle 12 una frana provocata dal disboscamento di COCIV a Trasta per la realizzazione del cantiere del Terzo Valico, il cosiddetto cantiere "Galleria Campasso" in via Castel Morrone, a Fegino (e non a S. Quirico come è stato detto!) ha bloccato il Freccia Bianca 9764 Roma-Torino. La massa di terra, staccatasi dal cantiere, è crollata su quattro vagoni del convoglio, ferendo incredibilmente solo il macchinista, causando il deragliamento del treno con la fuoriuscita dai binari di numerosi vagoni. No all'OMERTAV! Ribellarsi è possibile! Roberto Pisani (un "terrorista" no tav) Articolo pubblicato sul numero di ottobre di "Alternativa Libertaria Liguria" |
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