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Alpini alla guerra per Dio!

category italia / svizzera | religione | comunicato stampa author Sunday March 23, 2014 15:27author by Gli Anarchici del nord-estauthor email monteantares at autoproduzioni dot net Report this post to the editors

Volantino

La vicenda in cronaca locale intorno alla diatriba fra Alpini e clero locale sulla libertà dei primi di portare il cappello nelle funzioni religiose e declamare la "preghiera dell'alpino" ci fa sorridere, in quanto si omette da un lato lo stridere di un testo religioso che affonda la genesi nell'Italia iper-nazionalista e fascista (e di un clero colluso) e dall'altra parte un ipocrisia dei preti nel rivendicare una cristianità pacifica e pacifista che cozza con la sua struttura che arriva fin li nel organizzarsi all'interno delle forze armate ma entriamo nel dettaglio:


Alpini alla guerra per Dio!


"Sono cristiano, non posso fare il soldato!"
Massimiliano di Tebessa (Cartagine) martire cristiano,
condannato a morte nel processo del 295 d. C. per obiezione di coscienza.
La vicenda in cronaca locale intorno alla diatriba fra Alpini e clero locale sulla libertà dei primi di portare il cappello nelle funzioni religiose e declamare la "preghiera dell'alpino" ci fa sorridere, in quanto si omette da un lato lo stridere di un testo religioso che affonda la genesi nell'Italia iper-nazionalista e fascista (e di un clero colluso) e dall'altra parte un ipocrisia dei preti nel rivendicare una cristianità pacifica e pacifista che cozza con la sua struttura che arriva fin li nel organizzarsi all'interno delle forze armate ma entriamo nel dettaglio:

I cappellani militari oggi in servizio sono 184, tutti inquadrati con i gradi, e gli stipendi, degli ufficiali. L'ordinario militare, cioè il vescovo a capo della diocesi castrense - attualmente è mons. Vincenzo Pelvi -, ha le stellette e la retribuzione di un generale di corpo d'armata. L'onere finanziario è di circa €10 milioni l'anno (nel 2005, ultimo dato reso noto, costarono quasi €11 milioni ed erano complessivamente 190).

Una cifra che non comprende le pensioni degli ex cappellani, piuttosto elevate trattandosi di ufficiali a tutti gli effetti: la più alta, quella dell'ordinario-generale di corpo di armata - come il card. Bagnasco, ordinario militare prima di essere nominato presidente della CEI, e come Giuseppe Mani (arcivescovo di Cagliari), Giovanni Marra (amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi) e Gaetano Bonicelli (arcivescovo emerito di Siena) - si avvicina a 4mila euro al mese!

Invano, nel 2007, il senatore dei Verdi Gianpaolo Silvestri, riprendendo la storica battaglia di Pax Christi, presentò un disegno di legge per la "smilitarizzazione" dei cappellani militari, scatenando l'immediata reazione di Avvenire, con un duro editoriale di Marco Tarquinio, allora vicedirettore del quotidiano della CEI: quella dei cappellani in divisa è una "irrinunciabile presenza".

In fine traendo da ciò una conclusione ci chiediamo se ogni uno degli attori del contendere non si riferisca ad un proprio dio idealizzato, lo specchio convesso della primordiale genesi religiosa ovvero quando gli uomini crearono Dio a propria immagine e somiglianza. Da qui ne segue un umanità ipocrita che celebra la pace e pratica la guerra, con l'aggravante che lo si faccia per lucro e potere sugli uomini ed in ultima che si rivendichi la compiacenza di un dio che ci consoli nel sacrificio che ci perdoni i peccati se noi per lui ancora si imbracci l'arme per un'altra crociata.

Pietà l'è morta... per voi altri.

Gli Anarchici

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