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Cile: I portuali, gli studenti e gli anarchici

category bolivia / perù / ecuador / cile | lotte sindacali | cronaca author Sunday February 02, 2014 18:42author by FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali - Federazione dei Comunisti Anarchici Report this post to the editors

In 14 porti del nord e del sud del Cile sono in corso dal dicembre 2013 degli scioperi dei lavoratori portuali. Il primo sciopero è stato quello di Puerto Angamos nel nord per ottenere la pausa retribuita di mezzora per il pranzo, la possibilità di iscrizione al sindacato per i lavoratori a tempo determinato e la riforma della legislazione del lavoro che risale all'epoca della dittatura.


Cile: I portuali, gli studenti e gli anarchici


In 14 porti del nord e del sud del Cile sono in corso dal dicembre 2013 degli scioperi dei lavoratori portuali. Il primo sciopero è stato quello di Puerto Angamos nel nord per ottenere la pausa retribuita di mezzora per il pranzo, la possibilità di iscrizione al sindacato per i lavoratori a tempo determinato e la riforma della legislazione del lavoro che risale all'epoca della dittatura. Lo sciopero si è poi esteso ad altre città anche in solidarietà con i portuali di Puerto Angamos, vittime di una brutale repressione poliziesca.

I portuali cileni sono un fattore chiave nell'esportazione di rame. Ogni anno passano 9500 tonnellate di rame per i porti cileni. Lo sciopero coincide inoltre con l'arrivo sulle banchine del grano e della frutta destinati all'esportazione, con costi per il fermo intorno ai 70 milioni di dollari alla settimana per i produttori di frutta. I portuali hanno ricevuto una certa solidarietà nella capitale, mentre nelle miniere di rame e nelle foreste i lavoratori hanno messo in atto azioni per ridurre la produzione.

Andrés Santa Cruz, il capo della Condederazione per la Produzione ed il Commercio (associazione padronale che rappresenta la "comunità imprenditoriale cilena") ha accusato gli anarchici di organizzare gli scioperi.

Gli ha replicato Melissa Sepúlveda, Presidente della Federazione degli Studenti Universitari Cileni (FECh), ella stessa anarchica e militante del Frente de Estudiantes Libertarios e de La Alzada, Acción Feminista Libertaria, con un comunicato stampa in cui sostiene che l'accusa non ha nessun fondamento, rivendicando comunque la libertà di pensiero dei lavoratori in sciopero e denunciando il tentativo di usare il termine "anarchici" per instillare paura - come si è fatto anche per le lotte dei Mapuche - laddove invece i lavoratori lottano per i loro diritti, dimostrando grande coraggio e capacità organizzative in un paese che non consente la sindacalizzazione e rende complicato fare contrattazione.

A Santa Cruz, per il quale se i lavoratori ritengono violati i loro diritti dovrebbero adire le vie legali, la Sepúlveda ha replicato che se i lavoratori lo ritengono utile, oltre alle manifestazioni ci sono pure i mezzi legali, anche se il caso di Puerto Angamos ne ha dimostrato l'inefficacia a causa della neutralità assunta dal governo. Infatti alla pausa-pranzo di mezzora retribuita è stato sostituito un bonus minimo.

Ed ai timori della CPC per la sorte delle esportazioni dei beni agricoli bloccati sulle banchine, la Sepúlveda ha replicato che proprio per fugare tali preoccupazioni è necessario un urgente intervento del governo nella direzione del riconoscimento delle rivendicazion dei lavoratori, i quali non fanno altro che usare i mezzi di lotta che gli sono propri: le manifestazioni e gli scioperi.


Sintesi da http://www.anarkismo.net/article/26674 e da http://www.anarkismo.net/article/26672 a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.

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