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Monday July 01, 2013 19:06 by Periódico Solidaridad publicacion.solidaridad at gmail dot com
Santiago è stata svegliata ieri dai fuochi delle barricate che sono state erette in distinti punti strategici della fredda capitale, interrompendo così la monotonia delle sue giornate. I blocchi stradali hanno così dato il buongiorno ad una nuova giornata di proteste che sono sorte per avere delle risposte alle rivendicazioni che il popolo da tanto tempo pone con forza in un processo di cambiamento. [Castellano] 26 giugno: una storica giornata di lotta e di unità operai-studentiSantiago è stata svegliata ieri dai fuochi delle barricate che sono state erette in distinti punti strategici della fredda capitale, interrompendo così la monotonia delle sue giornate. I blocchi stradali hanno così dato il buongiorno ad una nuova giornata di proteste che sono sorte per avere delle risposte alle rivendicazioni che il popolo da tanto tempo pone con forza in un processo di cambiamento. Ma non è stata solo la capitale a destarsi coi fuochi; in varie località del paese come Concepción, Valparaíso, Temuco, La Serena, Calama, San Antonio, Osorno, Arica, Puerto Montt, Antofagasta, era stata indetta la mobilitazione intercategoriale convocata dalla CONFECH [Confederación de Estudiantes de Chile, ndt] dalla ACES [Coordinamento degli Studenti delle scuole Superiori, ndt] dalla Unión Portuaria de Chile, dai lavoratori in subappalto del rame (raggruppati nei sindacati SITECO e CTC), a cui si sono uniti tra gli altri anche la CONFUSAN e gli insegnanti. Gli assi di orientamento di questo nuovo sciopero studentesco, interagente con uno sciopero della produzione in settori strategici dell'economia cilena, sono i seguenti: istruzione gratuita e di qualità, mettere fine al sistema delle AFP [Administradoras de Fondos de Pensiones, ndt] e ri-nazionalizzazione delle risorse naturali, specialmente del rame. La risposta del governo non si è fatta attendere. Il ministro Chadwick ha subito parlato di minacce fascistoidi, criminalizzando ed accusando di essere violenti e delinquenti i lavoratori e gli studenti che si erano mobilitati legittimanente in questa giornata di lotta. Nella capitale, a partire dalle 13:00 sono partiti i tre cortei da diversi punti del centro, per un totale di più di 100.000 persone che sono scese nelle strade tra slogan di lotta e grida di indignazione. Come al solito la repressione della polizia non si è fatta attendere, sparando proiettili e lacrimogeni con l'intenzione di disperdere le manifestazioni. Nonostante l'azione della polizia, la giornata di mobilitazione è proseguita per tutto il giorno, con manifestazioni, cortei, concentramenti, rumore di pentole e barricate. A Valparaíso i lavoratori dei trasporti hanno aderito allo sciopero, a nord i minatori hanno bloccato l'accesso alla miniera di El Teniente, a Chuquicamata i lavoratori della CTC [Confederaciòn de Trabajoderes de Cobre, ndt] hanno bloccato l'accesso alla miniera, e lungo le coste cilene si è registrato il blocco del 90% dei porti da parte di lavoratori solidali, combattivi e coscienti che hanno eretto barricate aggungendosi ai cortei in corso nelle diverse regioni di questa lunga e stretta striscia di terra. A Calama la Assemblea Cittadina ha indetto uno sciopero comunale contro le autorità locali che non sono state capaci di dare risposte alle rivendicazioni del territorio sulla quota del 5% sulle vendite del rame, sui 400 millioni di dollari a mo' di indennizzo, sulla ri-nazionalizzazione del rame, dell'acqua e del litio, oltre a considerare la zona come depressa. Altrettanto è successo a Tocopilla, dove c'è stato uno sciopero comunale. Verso le 19:00 a Santiago, c'è stato un grande concentramento in segnale di protesta contro la repressione del governo e per sostenere le rivendicazioni note a tutti. In Piazza Italia si sono ritrovate circa 800 persone secondo i dati ufficiali. Ma la giornata non è finita qui, dato che era in corso un gran rumore di pentole messo in atto da diverse comunità ed in diversi quartieri del paese, invitando la gente a riprendersi le strade. Appello messo in pratica da numerose persone di molte aree dii Santiago e di altre regioni. Senza dubbio il 26 giugno 2013 verrà ricordato, come una delle più grandi giornate di protesta dal 2011 e principalmente per la partecipazione dei lavoratori dei settori produttivi strategici del paese e per la grande partecipazione di strada tanto a Santiago quanto nelle altre città di tutto il paese. La giornata del 26 giugno, senza dubbio, segna un precedente per quanto riguarda l'unità di lotta tra studenti e lavoratori.
Infine, all'alba del 27 giugno, il governo si è vendicato sgomberando le scuole sede di seggi per le elezioni primarie presidenziali, che erano state occupate dagli studenti.
Periódico Solidaridad27 giugno 2013
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali |
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