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Intervista con la OASL sulle mobilitazioni in Brasile

category brasile/guyana/suriname/guiana francese | lotte sul territorio | intervista author Wednesday June 26, 2013 20:22author by Organização Anarquista Socialismo Libertário - OASL Report this post to the editors

I militanti della Organização Anarquista Socialismo Libertário (OASL) hanno preso parte alle lotte contro l'aumento delle tariffe a San Paolo, sia nella capitale sia in città come Mogi das Cruzes, Marília e Franca, nel crescente movimento che attraversa il paese. Anche i militanti di altre organizzazioni componenti della Coordenação Anarquista Brasileira (CAB), in altri stati, hanno contribuito al costruire le lotte. Di seguito, due militanti della OASL, Pablo Pamplona e Thiago Calixto*, che hanno preso parte alle lotte, rispondono ad alcune domande sulle recenti mobilitazioni in corso nel paese. La OASL fa parte della rete Anarkismo.

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Intervista con la OASL sulle mobilitazioni in Brasile


I militanti della Organização Anarquista Socialismo Libertário (OASL) hanno preso parte alle lotte contro l'aumento delle tariffe a San Paolo, sia nella capitale sia in città come Mogi das Cruzes, Marília e Franca, nel crescente movimento che attraversa il paese. Anche i militanti di altre organizzazioni componenti della Coordenação Anarquista Brasileira (CAB), in altri stati, hanno contribuito al costruire le lotte. Di seguito, due militanti della OASL, Pablo Pamplona e Thiago Calixto*, che hanno preso parte alle lotte, rispondono ad alcune domande sulle recenti mobilitazioni in corso nel paese. La OASL fa parte della rete Anarkismo.

Jonathan Bane (JB): Come sono iniziate le mobilitazioni e come hanno preso forza? Come sono organizzate e da chi?

OASL: Negli ultimi mesi ci sono state molte lotte significative, come lo sciopero degli insegnanti nello Stato di San Paolo, indetto solo poche settimane fa con la partecipazione di migliaia di persone in varie manifestazioni, poi cooptate dalla dirigenza del sindacato. Un'altra lotta rilevante è stata quella degli studenti e degli impiegati dell'Universidade Estadual Paulista (UNESP) che ha dato luogo a quasi 2 mesi di scioperi, con occupazione di alcune sedi e con un corteo per le strade di Marília, sollevando rivendicazioni importanti come le case dello studente, la parità con altre università pubbliche, una politica di quote sociali e razziali, l'opposizione al Programma di Inclusione per merito nell'Istruzione Superiore dello Stato (PIMESP). I militanti della OASL hanno contribuito a costruire queste lotte.

Abbiamo visto anche altre rilevanti mobilitazioni, a livello territoriale, sindacale, agricolo e studentesco, che hanno contribuito ad influenzare lo stato d'animo della popolazione, come ad esempio il supporto dato ai lavoratori sfrattati dalle loro case a causa delle speculazioni immobiliari per i mega-eventi, come nel caso delle favelas di Pinheirinho e di Moinho, fra tanti altri casi. I movimenti popolari protagonisti di queste lotte hanno certamente contribuito a dare l'impulso alla attuale discesa nelle strade da parte della popolazione.

Le lotte contro l'aumento delle tariffe sono state organizzate in gran parte dal Movimento Passe Livre (MPL), il quale organizza e convoca le lotte sulla questione dei trasporti fin dal 2006. Questo movimento - con cui abbiamo grande affinità e prossimità - conserva un carattere autonomo e combattivo. Costruisce le sue lotte con indipendenza e privilegia una partecipazione diffusa ed orizzontale. Non fa uso di mezzi con sound-system nelle strade, ma gli slogan passano in forma orale (qualcuno li grida e le persone intorno ripetono le stesse parole, di modo che un numero maggiore di persone possa sentire) per cui viene disincentivata la passività dei manifestanti a vantaggio della partecipazione e del protagonismo. Questa caratteristica, tipica delle lotte contro gli aumenti, si è diffusa tra la popolazione, la quale, secondo noi, è stanca delle manifestazioni della sinistra tradizionale, collegate alle campagne elettorali e con discorsi ingessati. La disobbedienza civile e l'azione diretta, così come il lavoro di base sono la pratica costante all'interno del movimento. Allo stesso tempo, deve essere motivo di preoccupazione il fatto che della protesta contro i partiti, si è appropriata in gran parte un settore conservatore e nazionalista, alcune volte su impulso della estrema destra, estendendo le critiche a tutta la sinistra, compresi i movimenti sociali ed i sindacati. Anche i grandi media hanno contribuito all'emergere delle forze conservatrici ed all'indebolimento delle rivendicazioni suí trasporti.

JB: Le proteste contro gli aumenti delle tariffe sono piuttosto diffuse in Brasile. In che modo le proteste di oggi a San Paolo si differenziano da quelle del passato?

OASL: Quando terminarono le mobilitazioni contro l'ultimo aumento delle tariffe nel 2011, il MPL discusse la possibilità di un salto di qualità. Venne presa in considerazione la possibilità di proseguire la lotta, ma su un altro livello di dibattito per lanciare la campagna Tariffa Zero. Il movimento portò il dibattito sul trasporto pubblico a livello di questione politica, di gestione delle risorse pubbliche e del diritto alla cittadinanza, sostenendo che un vero trasporto pubblico, così come altri diritti quali la sanità e l'istruzione, non dovrebbero avere tariffe, ma dovrebbero essere garantiti dal potere pubblico e finanziati con imposte progressive: chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga di meno, chi non ha nulla non deve nulla. Con questa nuova campagna, il movimento riuscì a sostenere, per due anni, una discussione politica interna ed un intervento esterno di base nelle scuole e nei quartieri che, a nostro avviso, fu molto positivo. Crediamo che questa svolta abbia contribuito a qualificare i nostri militanti nella costruzione di una nuova ondata di lotte, più ampie e più audaci, come in realtà è stato, precedentemente a questo primo grande atto in corso. Solo che nessuno si immaginava che la mobilitazione potesse crescere così tanto, ed in gran parte andare ben oltre quello che era stato pianificato.

Un altro fattore che può aver contribuito è che, dopo otto anni di lotte contro gli aumenti a San Paolo, è la prima volta che abbiamo un sindaco del Partido dos Trabalhadores (PT). La lotta è stata strumentalizzata da consistenti settori conservatori più a destra, nel tentativo di screditare il nuovo sindaco ed insieme anche il governo federale. Un elemento chiave è stata la posizione assunta dalla stampa che, agli inizi, si è schierata contro il movimento. Mentre le mobilitazioni crescevano, così come cresceva il sostegno popolare - ed insieme cresceva anche la repressione che ha finito per colpire in modo significativo anche i giornalisti dei grandi media - la stampa cambiava posizione e passava a difendere il movimento. Puntando, ovviamente, a promuovere le sue opzioni incentivando il pacifismo, il civismo, il nazionalismo, e criminalizzando i settori più radicalizzati. Infine, possiamo dire che la tecnologia in genere (videotelefonini, ad esempio), internet in particolare, hanno permesso una diffusione di quello che succedeva nelle manifestazioni con eco data dai social network. Anche questa variabile ha avuto la sua rilevanza.

JB: Quale è stato il ruolo dei social network nelle mobilitazioni?

OASL: Nulla di quello che è successo sarebbe stato possibile senza il processo di costruzione avviato da anni di lotta del movimento, o senza questo sentimento di rivolta contro la repressione statale. Tuttavia, anche i social network hanno svolto un ruolo fondamentale come già detto. Facebook é uno strumento importante per il MPL, è il suo principale punto di riferimento. Le indizioni delle azioni sono state fatte come "eventi", i comunicati pubblici sono stati lanciati su FB dando chiarimenti sulla lotta e, soprattutto, perché i mezzi di comunicazione di massa ci sono negati.

Alla prima manifestazione hanno partecipato circa 5mila persone, ricevendo la copertura del Giornale Nazionale, il principale TG del paese. Lo stesso è successo per le manifestazioni successive: i grandi media continuavano a parlare di lotte (prima ancora della stessa riduzione della tariffa, comparivano sulle prime pagine di molti giornali e riviste del paese). Inizialmente, i manifestanti sono stati trattati al pari di delinquenti, giovinastri senza un'idea ed altre posizioni che tendevano a delegittimare il movimento. Poi in tutto il paese si è iniziato a parlare delle manifestazioni, e qui sono stati decisivi i social network su cui comparivano i video e le informazioni che mostravano l'altro lato della storia.

La repressione, invece di far paura col piombo, ha finito coll'incentivare la rivolta della popolazione, e, a San Paolo, il governo ha sospeso le azioni repressive più dure condotte dalle Unità d'Urto. I manifestanti, molto influenzati dai grandi media, hanno iniziato a condannare qualsiasi atto di violenza mentre il "pacifismo" diventava -tra gli altri- il grande senso comune delle proteste.

Secondo la nostra valutazione, i fatti recenti confermano quello che gli anarchici sostengono da sempre: non basta portare il popolo nelle strade; é necessario che il popolo conquisti il potere, dal basso verso l'alto, con i propri tempi e con la sua organizzazione, non tramite la presa dello Stato, ma tramite la costruzione di organismi partecipativi e popolari. Per questo, il lavoro di base diventa imprescindibile. Se non c'è una preparazione precedente, la discussione politica diviene astratta e viene cooptata da quei settori della società che sono maggiormente organizzati. Nel caso attuale, dai grandi capitalisti e dallo Stato. Gran parte della popolazione che scende in strada non ha ha nessuna esperienza di dibattiti politici e sa appena riprodurre ciò che da molto tempo vede attraverso le lenti dell'ideologia dominante. E' stata condizionata a convertire in rivendicazioni i temi che interessano la destra, come l' "orgoglio di essere brasiliano", "meno tasse", "meno impunità" ecc.

I social network non sono buoni in sé e non sostituiscono, in nessun modo, l'importanza e la necessità dell'organizzazione popolare e del lavoro di base permanente. Questo dovrebbe essere ricordato da tutti a sinistra. Tuttavia, come forma di propaganda, i social network sono stati decisivi per molte persone per conoscere le lotte e gli orari degli eventi.

JB: Le mobilitazioni riguardano solo l'aumento delle tariffe degli autobus o ci sono altre profonde questioni sociali che sono state sollevate? Se è così, quali sono e perché?

OASL: Il MPL sostiene che ogni biglietto di autobus è un furto, dato che si tratta di un servizio pubblico che, come tale, deve essere gratuito. Il movimento ritiene che la questione della mobilità urbana è in stretta relazione con altri diritti fondamentali, come ad esempio la sanità, l'istruzione e la cultura. La difesa del diritto a muoversi in città non si limita all'andare e tornare dal lavoro. Il diritto alla città, il diritto di ogni cittadino di poter usufruire delle cose che la città offre, è un punto centrale e decisivo. La depenalizzazione dei movimenti sociali è anche una questione importante che deve prendere forza in vista dei Mondiali di calcio.

Ma come sosteneva in qualche modo il MPL, prima della revoca degli aumenti, e noi condividiamo questa analisi, la ragione della lotta deve continuare ad essere la riduzione immediata delle tariffe. Temiamo che una lotta per conquistare tutto alla fine non conquisti un ben niente. Per questo appoggiamo la centralità della riduzione delle tariffe. A partire dal momento in cui la riduzione fosse raggiunta, la lotta potrebbe avanzare sui passi successivi e, con l'accumulo di conquiste nel breve e medio periodo, il movimento potrebbe rafforzarsi ancora di più. Questo punto di vista è condiviso da quasi tutti a sinistra.

Tuttavia, con il raggiungimento della riduzione, si vengono a porre altre questioni. Alcune di sinistra, come la necessità della tariffa zero, la fine della repressione sui movimenti sociali, il proseguire con le lotte per i diritti, ecc. Altre di destra ultra-ultraconservatrice, o proprie della gran parte del senso comune che permea molte persone che scendono in strada. La dimensione delle mobilitazioni popolari ha portato ad una sorta di ottimismo sul "Brasile che sta cambiando" e una sorta di volontà di chiedere tutto quello che viene in mente. A nostro parere, é importante che la nostra area, la quale cerca di costruire lotte popolari autonome e combattive, riprenda questa continuità di rivendicazioni.

JB: Che tipologia di persone sono coinvolte nelle proteste? Si tratta per la maggior parte di giovani e di attivisti o le proteste hanno assunto caratteristiche più popolari?

OASL: Negli ultimi giorni le lotte hanno conquistato una partecipazione più plurale. Nelle zone centrali della città abbiamo potuto notare una congiunzione di forze composte più o meno così: un settore più autonomo e combattivo, legato al MPL, che ha forza e che ha guidato l'inizio delle manifestazioni; un settore di sinistra più tradizionale, con partiti e movimenti, che hanno avuto un coinvolgimento significativo fin dall'inizio delle proteste; un settore maggioritario di persone nuove che sono scese in strada (secondo alcune inchieste si tratta di persone che scendono in strada per la prima volta nella loro vita), e che riproducono molto del senso comune; sono in gran parte conservatori che portano in strada richieste collegate ai settori conservatori. Questa ala è per il rifiuto dei partiti politici, cosa che è finita per diventare rifiuto per tutta la la sinistra. Infine, c'è un settore, certamente minoritario, che raggruppa la destra estrema, in alcuni casi collegata con ambienti militari, del grande capitale e del latifondo. La questione che non è chiara è quale sia la capacità di queste nuove persone che sono in maggioranza, di aderire alle proposte della lotta classista e combattiva, indipendente dai partiti politici e dallo Stato.

In termini di classe, le mobilitazioni delle zone centrali della città sono composte, in maggioranza, da coloro che hanno una istruzione superiore. Tuttavia, si può notare una partecipazione dei lavoratori e degli abitanti delle periferie; una maggioranza che sta fuori della sinistra organizzata. Nelle periferie, i movimenti sociali hanno fatto mobilitazioni molto importanti, di carattere marcatamente popolare e con posizioni più a sinistra. Forse la continuità delle proteste risiede in questo tipo di iniziative, per coloro che effettivamente desiderano costruire alternative di potere popolare.

In termini numerici, nel paese si sono mobilitate un milione di persone (lo 0,5% della popolazione); a San Paolo, parliamo di alcune centinaia di migliaia in alcuni giorni.

JB: Come ha reagito la popolazione in generale alle proteste? Sia all'uso eccessivo della forza da parte delle polizia sia alle accuse di vandalismo?

OASL: Vi è una grande divisione nella reazione generale. Nelle prime manifestazioni si è avuta la situazione seguente: c'erano quelli che denunciavano i manifestanti come vandali approfittatori, ma non si trattava di una componente maggioritaria. C'erano quelli che volevano che le manifestazioni fossero pacifiche, e quelli che denunciavano la violenza dello Stato. Tuttavia, data la manipolazione generalizzata da parte dei media e la mancanza di preparazione della sinistra nel rispondere alle accuse, abbiamo oggi un grande numero di persone che accusano di vandalismo ogni azione diretta più radicale. Si sta cercando di separare i manifestanti pacifici dai violenti e, purtroppo, in alcuni casi, il governo ha tentato di attribuire le azioni di violenza agli anarchici. Questo è successo a Rio Grande do Sul, con l'incursione nella sede della Federação Anarquista Gaúcha (FAG) da parte della polizia nel tentativo di attribuire alla FAG atti di vandalismo e sostegno alle iniziative della destra. Il che è davvero un assurdo.

Prima di tutto, la violenza viene fatta tutti i giorni dal sistema in cui viviamo. Violenza è essere costretti ad utilizzare quotidianamente il sistema di trasporti precario che abbiamo, violenza è morire nelle code negli ospedali pubblici, violenza è l'istruzione delle nostre scuole pubbliche, violenza è lo sfruttamento che subiamo quotidianamente sul lavoro. Questo deve essere chiaro. Il capitalismo é un sistema fondato sulla violenza. Siamo violentati tutti i giorni. E quando il popolo reclama e si mobilita, viene nuovamente violentato dallo Stato, come si è visto nei casi di repressione in tutto il paese. Le violenze delle manifestazioni sono risposte a questa situazione in cui la popolazione si trova sottomessa tutti i giorni.

Tuttavia, dobbiamo ricordare che nelle ultime manifestazioni a San Paolo ci sono stati casi di violenza tra gli stessi manifestanti, causati da settori dell'estrema destra e messi in atto dai nuovi conservatori che sono nelle strade. Violenza contro i militanti di partito, dei movimenti sociali e di tutta la sinistra organizzata. E non si trattava di un rifiuto della sinistra, bensì della destra, in discorsi e atteggiamenti fascistoidi. Molti dei difensori della non-violenza vi hanno aderito, cosa che i media non hanno praticamente messo in evidenza.

JB: Ci sono proteste contro l'aumento delle tariffe anche a Rio de Janeiro, Porto Alegre e in altre città. Qual é il carattere sociale di queste proteste? Sono simili a quelle di San Paolo?

OASL: Non è possibile dire che il carattere sociale sia lo stesso. Perlomeno a nostra impressione, questo settore conservatore é più forte a San Paolo che nel resto del paese. Tuttavia, altre città si sono ampiamente mobilitate ed in questo vi è somiglianza. Il paese è in mobilitazione in modo generalizzato.

Del MPL, quello che possiamo dire è che uno dei suoi principi è il federalismo, e che ci sono città e Stati in cui il movimento ha una presenza organica. La sua articolazione nei diversi Stati, la costruzione di diversi blocchi di lotta contro l'aumento, hanno contribuito alla costruzione di una sinistra indipendente e combattiva all'interno del movimento.

Crediamo che le conquiste già ottenute, come a Porto Alegre, San Paolo e Rio de Janeiro - per non parlare di altre regioni - abbiano contribuito a far crescere le mobilitazioni.

JB: Il Brasile sta attualmente ospitando la Coppa delle Confederazioni. Tra un anno ospiterà i Mondiali di calcio e nel 2016 Rio de Janeiro ospiterà le Olimpiadi. Quale sarà l'impatto sociale di questi mega-eventi?

OASL: In una dichiarazione sulle reti della televisione pubblica, la presidente Dilma Rousseff ha garantito che "il Brasile merita di fare un grande Mondiale", ha detto che appoggia le manifestazioni pacifiche, ma che non farà "compromessi con la violenza e con il terrorismo". Intanto, si fanno nuove leggi contro il "terrorismo", facilitando la criminalizzazione dei movimenti sociali e dell'azione diretta, garantendo protezione ai capitalisti ed ai loro crimini.

Chiaramente questi mega-eventi hanno un impatto sociale di segno opposto a tutto quello che potrebbe essere nell'interesse del popolo. Politicamente, rafforzano le figure di potere e la loro immagine e sono deliberatamente funzionali agli interessi dei grandi imprenditori e degli speculatori. Dopo la conferma definitiva di questi eventi, hanno preso il via i processi sistematici di pulizia sociale voluti da settori conservatori e reazionari. I costruttori hanno approfittato come sempre dell'intensa speculazione nel settore immobiliare, e sono proprio questi stessi costruttori i finanziatori dei partiti di orientamento liberista. Sappiamo che sono stati appiccati incendi dolosi nella favelas col chiaro intento di dare ai turisti un'immagine di città pulita.

A San Paolo, i tossicodipendenti subiscono la repressione della polizia su ordine del governo, fino all'internamento coatto delle persone. A Rio de Janeiro è in atto un processo che la polizia, con l'appoggio dei media, ha chiamato "pacificazione". Il suo scopo è presidiare le favelas e proseguire con l'opera di pulizia e gli assassini. Tutti i media, insieme alla borghesia ed ai militari, utilizzano questi sotterfugi per richiamare e propagandare un sentimento ultranazionalista che si era perso dopo i periodi della dittatura militare.

JB: Le proteste in corso hanno qualche relazione con questi mega-eventi?

OASL: Il bersaglio sono gli aumenti delle tariffe degli autobus, del metrò e dei treni. Tuttavia, insieme a molte rivendicazioni venute fuori, da sinistra e da destra, la questione dei Mondiali diventa rilevante. Le persone hanno criticato gli investimenti pubblici in questi mega-eventi, dal momento che il paese necessita di investimenti in molti altri ambiti come l'istruzione, la sanità, i trasporti, ecc. Questo ha certamente contribuito alle manifestazioni.

Il MPL ha sostenuto fin dall'inizio il movimento "Coppa per Chi?", il quale solleva questi temi insieme al Movimento dos Trabalhadores Sem Teto (MTST), che solleva pure riflessioni e rivendicazioni su quello che i lavori per i Mondiali stanno portando sulle periferie in termini di edilizia e di speculazione immobiliare.

JB: La rivolta popolare in Turchia ha qualche influenza su quello che sta accadendo ora a San Paolo e in altre città? E la Primavera Araba?

OASL: Queste rivolte fanno bene allo spirito. Vedere altri popoli che si sollevano porta i lavoratori e la lavoratrici a chiedersi perché non scendere nelle strade a rivendicare i nostri diritti, ci portano a ricordarci tutto ciò che dobbiamo conquistare.

Ma due anni fa, nell'ultima ondata di lotte contro l'aumento delle tariffe, avevamo già visto altri paesi che insorgevano ma qui non avemmo una adesione alle manifestazioni che sia minimamente comparabile con quella odierna. Ci può essere stata una forte influenza a livello inconscio e simbolico, specialmente tra i militanti e gli attivisti, ma ben poco tra le grandi masse che scendono in strada.

JB: C'è qualcosa che possiamo fare fuori dal Brasile per sostenere la lotta qui?

OASL: Parlare di queste manifestazioni e dimostrare solidarietà pubblicamente con manifestazioni organizzate nei vari paesi e con dichiarazioni di sostegno. Diffondere e propagandare è sempre utile.

Altra cosa importante é dare appoggio alla lotta contro la repressione che noi anarchici stiamo subendo in altre parti del paese, come nel caso della Federação Anarquista Gaúcha (FAG), e ad altre lotte in corso come quelle degli studenti e dei lavoratori dell'Università di San Paolo, insieme alle altre varie lotte dei movimenti popolari brasiliani.

JB: Desiderate aggiungere qualcos'altro?

OASL: Per noi è importante ribadire l'importanza di un lavoro di base organizzato e continuativo. Le immagini di centinaia di migliaia di persone che occupano spontaneamente le strade hanno portato una nuova ondata di ottimismo, di possibilità di un mutamento concreto fuori delle urne. Nell'immaginario sociale, l'occupazione delle strade è diventato il nuovo campo di elaborazione politica. Ma, grazie alla distorsione dei fatti, è diventato anche l'unico campo. La destra tenta di costruire un immaginario per cui tutta la classe politica é intrinsecamente opportunista e corrotta, per cui il lavoro di base è apparentemente inutile, giacché, come cantavano i manifestanti, "il popolo si è svegliato" (e quando stava dormendo?).

Le strade sono uno strumento fondamentale per tornare alla lotta pubblica, ma non bastano a completare il pubblico dibattito e la formazione politica. É nella lotta quotidiana, nei movimenti sociali, in quello studentesco, nei sindacati, nei quartieri, che il popolo costruisce il potere necessario per conquistarsi la sua emancipazione. Quello che vediamo oggi è che, se da un lato la sinistra dispone del potenziale per mobilitarsi, dall'altro alcune delle sue forme tradizionali sono molto usurate. É necessario, a nostro vedere, dare enfasi al lavoro di base ed adottare una strategia che contribuisca a questo progetto di emancipazione. A nostro parere, questo va fatto nelle mobilitazioni, nei movimenti popolari, stimolando un approccio di classe, la conflittualità, l'indipendenza, la partecipazione democratica; insomma, cercando di costruire il potere popolare. Non dobbiamo accantonare la lotta simbolica.

Il punto fondamentale è che questo potenziale deve essere convertito in forza sociale che contribuisca al nostro progetto di nuova società; e questo non si fa attraverso lo Stato o accordandosi con i capitalisti. Il popolo ha bisogno di un'alternativa propria. Se non c'è un'organizzazione popolare, le lotte continueremo a perderle. Come anarchici, siamo convinti che questa organizzazione sarà più pronta se verrà costruita dal basso verso l'alto, con una base forte e capace di portare la lotta nella direzione degli interessi di classe.

Stiamo vivendo un momento storico, un punto di svolta nello stato d'animo della popolazione. Stiamo facendo grandi passi avanti nella lotta e, se vogliamo avanzare ancora di più, dobbiamo concentrarci sul lavoro di base, da cui possiamo, con la lotta quotidiana, imparare dai nostri errori e dai nostri successi.

Avanti nella costruzione del poder popular! Arriba los que luchan!



Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.

* Pablo Pamplona e Thiago Calixto sono militanti della Organização Anarquista Socialismo Libertário (OASL), di San Paolo, ed hanno partecipato alla lotta contro l'aumento a fianco del Movimento Passe Livre.

Organização Anarquista Socialismo Libertário - OASL

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