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Argentina: Dove va la CGT (II)

category argentina / uruguay / paraguay | lotte sindacali | opinione / analisi author Tuesday September 04, 2012 20:25author by CEL - Centro de Estudios Libertariosauthor email guillen.facundo at gmail dot com Report this post to the editors

Ruolo di mediazione della burocrazia sindacale ed il rapporto base-vertici

Una delle novità di questa congiuntura è che per la prima volta nel ciclo di dominazione kirchnerista una frazione dei settori più strategici del proletariato organizzato sindacalmente si colloca fortemente alla opposizione reclamando il miglioramento della situazione economica e la difesa del sindacato e dei suoi metodi come strumenti di lotta. Anche se questo è stato fatto da esponenti del sindacalismo di base e classista, ciò non toglie che si tratti di espressioni isolate relative a particolari categorie. [Castellano]
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Dove va la CGT (II)

Ruolo di mediazione della burocrazia sindacale ed il rapporto base-vertici


Una delle novità di questa congiuntura è che per la prima volta nel ciclo di dominazione kirchnerista una frazione dei settori più strategici del proletariato organizzato sindacalmente si colloca fortemente alla opposizione reclamando il miglioramento della situazione economica e la difesa del sindacato e dei suoi metodi come strumenti di lotta. Anche se questo è stato fatto da esponenti del sindacalismo di base e classista, ciò non toglie che si tratti di espressioni isolate relative a particolari categorie. Tuttavia, la mobilitazione di mercoledì 4 luglio ha aggregato il sindacato più forte in Argentina in una azione di forte opposizione, sebbene priva di contenuti socialisti. Questa dimostrazione di forza ha accelerato la ridefinizione dei rapporti di forza interni dei dirigenti sindacali della CGT [1] provocando una rottura virtuale in vista dei congressi e del rinnovamento delle cariche. Questa linea di rottura si verifica sulla demarcazione tra kirchnerismo/antikirchnerismo, con la differenza che le bandiere dei "progressisti" non sono molto stabili in nessuno schieramento. A questo proposito, è importante analizzare nel dettaglio cosa si nasconda realmente dietro la maschera dei "burocrati sindacali" nonché i rapporti tra costoro e la loro base. E questo va fatto per entrambi i lati lungo la linea di faglia, perché è lì che ci si imbatte senza dubbio con la maggioranza di questi personaggi.

E' importante riconoscere che il termine "burocrate sindacale" non è proprio delle scienze sociali, ma che esso è stato costruito in ambito popolare entrando stabilmente nella vita quotidiana per la sua utilità. Come tutti i termini non-scientifici, assume significati molteplici e contraddittori. Si discute ancora se abbia una sua utilità come elemento per comprendere in modo scientifico la realtà. Pertanto, è importante chiarire cosa intendiamo per "burocrate sindacale" per evitare analisi superficiali o posizioni riduttive.

Nella storia del capitalismo, la struttura organizzativa che si è data la classe operaia per difendere i suoi interessi in quanto proprietaria dell'unica merce che produca valore, cioè il lavoro umano, è stata la associazione sindacale. Armati di questa, i lavoratori di un settore o di una categoria si sono difesi dallo sfruttamento capitalista unificando i criteri generali relativi al valore della forza-lavoro ed alle condizioni di sfruttamento. La associazione sindacale assume il controllo della vendita della merce costituita dalla forza-lavoro, che può essere esercitata con successo in maniera collettiva. In questo senso, la negazione a livello individuale di un lavoratore nel vendere la sua forza-lavoro ha come risultante che finirà con l'avere fame. Se invece, si ha una coalizione di lavoratori che in maniera collettiva nega di vendere la sua forza-lavoro ai capitalisti, mettendoli nella scomoda posizione di non poter completare il ciclo produttivo, li si obbliga a negoziare nuove condizioni di lavoro.

Come ogni forma storicamente prodottasi, il sindacato è cambiato col passare del tempo, mantenendo però le sue caratteristiche di fondo. Così negli ultimi decenni del XIX secolo ed agli inizi del XX secolo, in Argentina i sindacati avevano vita precaria essendo fuori dalle istituzioni borghesi, le loro azioni sindacali rasentavano l'illegalità e quando giungevano a minacciare il sistema, questo rispondeva con la repressione. I dirigenti di queste istituzioni erano militanti operai di indiscutibile coraggio individuale. Queste istituzioni non hanno mai raggiunto una struttura tale da rappresentare tutti i lavoratori di tutte le categorie e di tutti i settori, tuttavia ciò non andava a detrimento della loro capacità di fissare il prezzo collettivo della vendita della forza-lavoro e le condizioni di lavoro, posto che la classe operaia utilizzava i metodi del picchettaggio (con attacchi ad ariete se necessario), del sabotaggio (lavorare secondo il regolamento), del boicottaggio (rifiutarsi di comprare o far vendere merci prodotte da aziende che non rispettano gli accordi sindacali) e, infine, azioni violente (bombe nei forni dei panifici, distruzione dei macchinari, ecc). Quindi in questo periodo i sindacati erano istituzioni molto agguerrite, che potevano funzionare efficacemente in quanto organizzavano una forza reale. Era frequente che dopo una sciopero fallito, queste istituzioni scomparissero per essere ricostituite da un numero più piccolo di attivisti che dedicavano la loro vita alla loro rinascita. Il gruppo che creava il sindacato era solito consolidarsi come ceto dirigente e non perdeva questo ruolo fino alla comparsa di eventi critici che li chiamava in causa (accuse di corruzione, scioperi falliti). Queste istituzioni hanno vissuto grazie alla creazione di iscritti funzionari, ccome quelli che si occupavano dell'uscita del giornale, delle necessità quotidiane, (affitto della sede, raccolta degli atti, stampa di volantini, ecc) e per la costituzione dell'indispensabile "fondo-sciopero" con il quale si garantiva la riproduzione fisica dei lavoratori sindacalizzati in periodi di sciopero grazie alle mense comuni o, come nel caso dei sindacati più importanti, garantendo una retribuzione monetaria. Nell'organizzazione interna di questi sindacati veniva sancita l'assemblea degli iscritti quale organismo decisionale supremo, però le necessità quotidiane erano garantite dal comitato esecutivo. E' in questo organismo che possiamo rinvenire i germi di quelle pratiche che prenderanno il nome di "burocrazia sindacale".

Solamente le tendenze più liberali all'interno del movimento operaio avevano sollevato la possibilità che un sindacato non dovesse essere gestito con un'istanza decisionale organica. Infatti gli anarcoindividualisti avevano cercato di dimostrare che i comitati esecutivi funzionavano da remore e che non erano l'ideale per una prassi rivoluzionaria. Tuttavia, al di là di queste critiche, costoro portarono poco beneficio al movimento operaio organizzato, perché il loro approccio volontarista e spontaneista andava contro le stessa organizzazione di classe.

Le prime serie discussioni sulla burocratizzazione si ebbero in seguito alla prassi di prendere decisioni a livello di comitato esecutivo. I vantaggi di tale istituzione erano stati evidenti fin dall'inizio: la società di resistenza dei panettieri, il cui statuto era stato redatto da Errico Malatesta, prevedeva un presidente del sindacato con incarico remunerato. Lo storico dirigente di questo sindacato, Ettore Mattei, non della categoria dei panettieri, ma teneva i registri contabili (un equivalente del perito commerciale di oggi). Il giornale di questo sindacato, diretto da Mattei, ebbe un ruolo essenziale all'interno della corrente organizzatrice dell'anarchismo, che anni dopo portò alla Federación Obrera Regional Anarquista (FORA) ed alle sue storiche vittorie per il proletariato argentino. Il ruolo dei funzionari retribuiti verrà messo in discussione sia nel quinto che nel sesto congresso (1905 e 1906) della FORA, in cui si decise che l'esistenza di funzionari retribuiti era in contraddizione con l'ideale anarchico e che pertanto andavano eliminati sempre che in questo modo non si mettesse in pericolo l'esistenza stessa delle organizzazioni operaie. Tuttavia, lo sviluppo successivo del movimento operaio fu favorevole a coloro che non erano contrari alla presenza di funzionari retribuiti e che li utilizzavano a fondo. Così, si ebbero militanti sindacalisti rivoluzionari, socialisti e comunisti che fecero della loro militanza sindacale una "professione", lontano dai luoghi di produzione ed assumendo sempre più compiti interni alla società operaie. Dalla seconda metà del XX secolo divenne naturale la necessità di avere dirigenti sindacali retribuiti in misura simile ai quadri più qualificati dei vari settori, e di sovvenzionare tutte le spese operative connesse alla loro funzione.

E' con questa pratica che si rafforza la tendenza a trasformare un gruppo d'impulso nella vita del sindacato in un ceto dirigente che non si può mettere in discussione. La permanenza in carica era legata in maniera indissolubile alla efficacia nei ruoli dirigenti, legati alla loro capacità di conquistare dei miglioramenti per la base. Così, i dirigenti si curavano sia di chiamare alle dimostrazioni di forza sia di sviluppare il loro stesso ceto per assicurare quelle stesse dimostrazioni. L'idea delle "sconfitte eroiche" e del loro potenziale che fa riflettere era sostenibile solo teoricamente, ma non trovava espressione nella realtà [2].

Agli inizi del peronismo, ci fu una convergenza tra i principali dirigenti del movimento operaio argentino ed un settore della borghesia nazionale. In questa nuova situazione i sindacati si guadagnarono quel riconoscimento legale che non avevano mai avuto fino a quel momento, oltre a miglioramenti tangibili delle condizioni di vita dei lavoratori, e tuttavia in cambio della perdita della loro indipendenza di classe. Lo Stato si riservava la prerogativa di riconoscere quella organizzazione sindacale quale legittima rappresentante dele frazioni del proletariato, ottenendo, in questo modo, uno strumento essenziale nella disarticolazione di altri progetti di opposizione. Chi ha perso di più in questo mutamento nella realtà politica, è stato il Partito Comunista, che ha visto scomparire i suoi sindacati più importanti, sia per la cooptazione dei loro dirigenti sia per la perdita della base nelle mani dei sindacati ufficiali che offrivano miglioramenti sostanziali per gli operai.

Così, il peronismo divenne un fattore essenziale per la sopravvivenza delle dirigenze sindacali. Non solo era indispensabile per mantenere la propria leggitimità davanti alla base traducendone le aspirazioni in risultati concreti, ma si era reso necessario per dare sicurezza alla frazione dirigente della borghesia.Per poter esprimere un po' di opposizione alla borghesia dominante senza cadere in disgrazia era indispensabile contare su una una piena legittimità nella base operaia, di modo da impedire che questa potesse mobilitarsi contro i sindacati ufficiali. Un tale livello di prestigio personale venne conquistato solo da pochi dirigenti sindacali (Cipriano Reyes, Luis Gay, Agustín Tosco, Saúl Ubaldini).

Traducendo in termini di teoria questo sviluppo storico vediamo che i dirigenti sindacali svolgono un ruolo di mediazione tra gli interessi della classe operaia e quelli della borghesia. Dunque, la loro esistenza si deve alla loro capacità di difendere gli interessi economici della classe operaia di fronte alla borghesia, mentre tra i lavoratori devono difendere gi interessi generali della borghesia, aiutando così a perpetuare l'esistenza della relazione fondamentale entro la quale si dà la vendita della forza-lavoro al capitalismo. Sul piano astratto è evidente che la borghesia preferirebbe non avere nessun rapporto con nessuna istanza collettiva degli sfruttati per poter sottomettere la vendita della forza-lavoro ai prezzi di mercato, però questo non è traducibile sul piano reale perché il movimento operaio in Argentina esiste ed ha una sua tradizione. Così, la borghesia, che sa bene che il mondo non è fatto di idee senza materialità, cerca di utilizzare il movimento operaio esistente a suo vantaggio. Nel caso della realtà argentina attuale, lo vediamo nel caso dei dirigenti sindacali usati per le diverse frazioni della borghesia in conflitto (Caló, Yasky e los Gordos con il kirchnerismo, Moyano alleato con Scioli, Barrionuevo unito con Duhalde e Micheli con Binner).

Così la burocrazia sindacale occupa uno spazio strutturalmente precario. Si ritrova strattonata da interessi divergenti, cavalca la contraddizione principale della società capitalistica, la lotta di classe, e deve mantenere l'equilibrio tra entrambe le forze sociali. Deve porsi come referente per entrambi i poli sociali, e quando mette un piede in fallo può cadere oppure fare un salto in avanti. Che può essere contrattare un'alleanza con un'altra frazione della borghesia o porsi dalla parte del proletariato e della sua emancipazione, posizione che potrà matenere finché i rapporti di forza sono a suo favore. Inutile dire che il secondo caso è poco frequente, basta l'esempio di Agustín Tosco.

In questo loro cavalcare la lotta di classe, è importante non perdere di vista che i dirigenti sindacali sono al vertice di una struttura complessa e piramidale di militanti e di personale sindacale. Quando la dirigenza si trova in crisi, dentro le categorie si iniziano a muovere opposizioni che cercano di costituirsi come nuova dirigenza. Questo può tradursi in varie forme, fino a quella più tragica che è la frattura del sindacato. Oggi lo vediamo nello spazio nevralgico del movimento operaio argentino, la CGT. E' importante notare che una cosa grave come la frattura di una centrale sindacale può essere accompagnata dalla divisione di importanti sindacati di categoria. Questa situazione di faglia è una congiuntura interessante per l'emergere di nuove direzioni che cercano di egemonizzare la categoria, e come tale deve essere presa in considerazione per lo sviluppo di una opzione indipendente e di classe da parte dei militanti socialisti. Questo non significa dividire i sindacati per sport, ma capire che è un'occasione interessante per approfondire il lavoro di referenzialità e di legittimità per raggiungere posizioni più avanzate.

E impossibile articolare un programma di emancipazione sociale che superi il capitalismo se si agisce come difensore civico della borghesia. Ma nessuno può fare a meno di un inserimento reale nella massa degli sfruttati. In questo senso, per superare il lavoro storico che rappresenta la funzione di mediazione della burocrazia sindacale è importante poter costruire una referenzialità nella base, abbastanza per poter sostenere gli attacchi della borghesia.

CEL - Centro de Estudios Libertarios

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.


Note:

1. Confederación General del Trabajo de la República Argentina (ndt.)
2. Ne è un esempio, il Comitato Esecutivo della FORA, egemonizzata dagli anarchici, che inizió trattative segrete con il governo nazionale per ottenere l'abrogazione della Ley de Residencia, in quanto andava contro i principi fondamentali che sostenuti dall'organizzazione.

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