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Irlanda: Report della manifestazione per il 40° anniversario della Bloody Sunday

category irlanda / gran bretagna | lotte sul territorio | cronaca author Friday February 03, 2012 17:55author by Seán Matthews e Seán Dubh - WSM e Anarchici di Derry Report this post to the editors

Nonostante l'opposizione del partito Sinn Féin al governo, i parenti delle vittime della Bloody Sunday ed i loro sostenitori politici, tra cui anarchici irlandesi, hanno manifestato alla loro memoria lo scorso sabato. Ecco un report da parte degli anarchici presenti ed uno spaccato delle motivazioni di coloro che sono determinati a non mancare questa commemorazione anno dopo anno. [English]
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Report della manifestazione per il 40° anniversario della Bloody Sunday


Alcune migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione per il 40° anniversario della Bloody Sunday, per chiedere che vengano fatte piena luce e giustizia dopo la pubblicazione del "Saville Report" (1) che ha confermato come il massacro fu "ingiustificabile ed ingiustificato".

La manifestazione di quest'anno ha nettamente diviso le famiglie ed i parenti del comitato della Bloody Sunday Trust, dato che la maggioranza voleva mettere fine a questa manifestazione in seguito a pressioni da parte dello Sinn Féin. Nonostante i tentativi della classe politica di cooptare e depotenziare la manifestazione per nasconderla sotto il tappeto e per dare una nuova e lucente immagine dell'Irlanda del Nord, c'è stata un'affluenza superiore alle previsioni, che l'Irish Times ha stimato in 3.000 partecipanti. Gli anarchici di Derry e del Workers Solidarity Movement (WSM) erano presenti insieme ad uno stuolo di organismi politici e sociali, tra cui il sindacato Independent Workers Union.

La manifestazione è finita con il tradizionale concentramento al Free Derry Corner senza che nessun politico tenesse comizi, per lasciare invece voce ai parenti delle vittime. I quali hanno fatto riferimento al fatto che l'inchiesta Saville ha semplicemente confermato quello che già si sapeva - e cioè che i loro familiari erano innocenti e che ancora oggi ci si interroga sulla mancanza di azioni legali nei confronti dei mandanti di coloro che l'hanno fatto franca dopo gli omicidi. Gli oratori hanno ricordato il mantenimento di un internamento ingiusto e discriminatorio nei confronti di Martin Corey (2) e di Marian Price (3) e lo stato di degrado in cui vengono tenuti i prigionieri repubblicani nel carcere di Maghaberry insieme alla sistematica mancanza di edilizia popolare, alla disoccupazione ed ai tagli ai servizi che i nostri politici locali cercano di nascondere sotto il tappeto.

Gli organizzatori della manifestazione hanno promesso che la manifestazione continuerà ad essere un punto di riferimento per coloro che ovunque combattono l'ingiustizia e la repressione. Noi, anarchici, possiamo aspettarci ben poca giustizia da parte dello Stato e del capitalismo, i quali sono i più grandi professionisti del terrorismo di Stato e della violenza. E' necessario distruggere le loro radici ed i loro rami, costruendo una società che dia beneficio a tutti.

Volantino diffuso alla manifestazione da attivisti per la giustizia sociale e dalle femministe:

"Oggi manifestiamo in solidarietà con i familiari delle vittime della Bloody Sunday e con coloro che stanno organizzando la Manifestazione per la Giustizia.

Manifestiamo anche in solidarietà con le madri di Plaza de Mayo in Argentina che dal 1976 proseguono la campagna per individuare i responsabili della scomparsa dei loro figli e delle loro figlie durante la repressione militare nel loro paese; con le donne del Medio Oriente ed oltre che, attraverso la lotta non-violenta, resistono all'aggressione imperialista che sta lacerando le loro famiglie e le loro comunità e che ignora la loro sovranità popolare; con le donne indigene che combattono contro le deportazioni e la sottrazione della loro terra e contro l'economia corporativa capitalistica, e che denunciano i limiti delle legislazione internazionale; siamo solidali con tutte le donne che in tutto il mondo attuano la disobbedienza civile quale arma legittima per sfidare le strutture del potere che violano i loro diritti umani come quelli degli altri cittadini, sapendo che saranno loro a subire le peggiori ritorsioni proprio perché donne, e perché vengano tenute nascoste tanto l'emarginazione sociale quanto la violenza sessuale; siamo solidali con tutti coloro che sono stati incarcerati per le loro opinioni, per il loro anticonformismo e per il loro ribellarsi alle convenzioni.

Oggi manifestiamo esprimendo questa solidarietà perché la loro lotta è la nostra lotta.

Manifestare per la giustizia a livello mondiale non è qualcosa di isolato o una protesta individuale: è il tentativo di rovesciare la tirannia del potere e di costruire un mondo in cui vengano celebrate la verità, la giustizia, la dignità umana e la libertà politica, un mondo in cui le donne, gli oppressi, i popoli indigeni espropriati di tutto, siano tutti liberi individui all'interno di una grande collettività di eguali.

Le motivazioni che hanno portato i manifestanti per i diritti civili nelle strade di Derry nel 1972 continuano ad essere le stesse motivazioni che oggi ispirano le nuove generazioni. In questi 40 anni, la manifestazione per l'anniversario è diventata una voce nazionale ed internazionale per un mondo migliore. Noi ne abbiamo udito il richiamo. Udite voi l'urlo!"


Seán Matthews & Seán Dubh (Anarchici di Derry)

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali


Note:

1. Saville Report: commissione d'inchiesta voluta da Tony Blair nel 1998, presieduta da Lord Saville of Newdigate per indagare sulla strage avvenuta a Derry nella domenica del 30 gennaio 1972, in cui furono uccise 14 persone che partecipavano ad una manifestazione. Il report finale, pubblicato il 15 giugno 2010, attribuisce alle forze militari inglesi la responsabilità di aver sparato per prime su civili disarmati. Il report condanna il comportamento tenuto dal governo inglese all'epoca.
2. Martin Corey: all'età di 19 viene condannato all'ergastolo nel 1973 per l'uccisione di 2 uomini della polizia nord-irlandese (RUC) insieme ad altri due sodali; liberato nel 1992, viene rimesso senza ragione in carcere nel 2010; è in corso una campagna per la sua liberazione.
3. Marian Price: militante repubblicana condannata per la strage di Londra del 1973; uscita di carcere negli anni '90, è stata nuovamente incarcerata nel maggio 2011 con l'accusa di istigazione ad associazione illegale.

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