Neue VeranstaltungshinweiseEs wurden keine neuen Veranstaltungshinweise in der letzten Woche veröffentlicht Kommende VeranstaltungenItalia / Svizzera | Scuola e università Keine kommenden Veranstaltungen veröffentlicht Progettifici e dittatori scolastici 23:09 Jul 05 0 comments La Buona Scuola 02:50 Oct 05 0 comments La Buona Scuola 16:04 Sep 09 0 comments Educar para la bobada 07:32 Jan 08 0 comments Ateismo diventa materia scolastica in Irlanda 17:59 Sep 27 0 comments mehr >> |
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Thursday December 01, 2011 18:15 by Unione Sindacale Italiana - USI
Per incominciare a discuterne tutti insieme e per cercare di fare un intervento in positivo, come COMITATO 5 APRILE, snodo romano della RETE NAZIONALE SULLA SICUREZZA E LA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO, si convoca UNA ASSEMBLEA PUBBLICA TERRITORIALE per le scuole/istituti del XV e XVI Municipio presso la BIBLIOTECA MARCONI in VIA CARDANO 135 il 16 DICEMBRE 2011 dalle ore 16,30 alle 19,30. E' la prima iniziativa alla quale seguiranno altre assemblee territoriali. CONTRO L'INSICUREZZA NELLE SCUOLE
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Italia: rottamazione della scuola pubblica 20:50 Thu 23 Jul 2 comments Occorrerà ricostruire scuola per scuola l'unità dei mesi scorsi, ri-alimentare fiducia e fermezza nella consapevolezza che questa legge si potrà rendere inapplicabile solo con un'opposizione istituto per istituto. Profumo marcio di destra nella scuola italiana 20:16 Wed 24 Oct 0 comments Quanta è forte la tentazione di tornare a brandire bastone e carota in questo paese! Quanti sforzi si stanno facendo per ridurre ad un sottomesso silenzio i milioni di lavoratori del pubblico impiego e del privato, stracciando decenni di diritto del lavoro, di diritti sindacali, di contratti nazionali ed emettendo normative che hanno l'unico scopo di inibire ogni forma di risposta sindacalmente organizzata, di soffocare ogni rivendicazione radicata nelle categorie e nei luoghi di lavoro. Urbino: rete di solidarietà per il diritto allo studio dalla scuola di base all'università 23:29 Sun 12 Dec 0 comments Il 10 dicembre 2010 all’interno del Nuovo Magistero Occupato (Università ‘Carlo Bo’ di Urbino) si sono tenuti gli Stati Generali della Scuola e dell’Università per il diritto allo studio e per il diritto ad un lavoro ed a un esistenza dignitosa. Insieme agli studenti in lotta per un'università di tutti 17:02 Mon 29 Nov 0 comments La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico che sono in grave sofferenza a causa della crisi e delle scelte di questo governo. Sono anni che l'Università vive una emorragia di risorse e di personale, un decennio di riforme ha depotenziato il sistema universitario a favore di logiche liberiste e di precarizzazione del lavoro dei ricercatori e docenti, a discapito della didattica e della ricerca. [English] [Türkçe] [Deutsch] Successo della manifestazione a Pesaro contro i tagli 01:21 Sat 09 Oct 0 comments Anche a Pesaro come in altre 90 città italiane oggi si è svolta una manifestazione studentesca contro i tagli alla scuola pubblica. Per una scuola pubblica di libertà e laicità, senza steccati religiosi 16:39 Wed 28 Oct 0 comments Insospettabili politici di destra hanno lanciato l'idea dell'introduzione dell'ora di religione musulmana all'interno delle scuole pubbliche, facendo sorgere un dibattito fondato sul nulla, tanti e complessi sono i passaggi necessari per giungere ad una situazione come quella di cui gode attualmente l'ora di religione cattolica. Ma se tanti e complessi sono tali passaggi, qual è allora lo scopo recondito di questa operazione di apparente "liberalizzazione" dell'ora di religione? Primo giorno di una scuola… che chiude 17:07 Fri 12 Sep 0 comments Il DL. 137 dell'1 settembre 2008, emanato dal consiglio dei ministri del governo Berlusconi e fortemente voluto dalla ministra Gelmini potrebbe molto seriamente mettere fine alla scuola della repubblica, per sostituirla con un mero servizio di accudimento e badantato per bambini/e e con una fucina per (de)formare adolescenti resi ignoranti e flessibili al mercato del lavoro, i cui costi sono da scaricare al più presto sulle spalle delle Regioni. [English] La DaD (didattica a distanza) ha salvato la "baracca"? Jun 26 0 comments Io sono un maestro di scuola primaria, e non un docente universitario, per cui posso garantire che i danni arrecati dalla didattica a distanza in questo segmento, e direi in tutto il primo ciclo dell'istruzione, sono notevoli. C'è chi, invece, ripete come una sorta di mantra spirituale la tesi propagandista che la DaD avrebbe "salvato la scuola" dall'emergenza pandemica... Un'esperienza maturata sul campo. Anzi, sul monitor... Jun 13 0 comments L'improvvisa emergenza epidemiologica, dovuta al Covid-19, ha finito (temo) per infliggere il colpo di grazia agli ultimi baluardi o fermenti di resistenza di qualsiasi forma di sapere autentico, vale a dire di matrice umanistica, nella realtà della scuola, oramai asservita a logiche di segno aziendalistico ed al dominio ostentato della burocrazia e delle tecnologie digitali, in funzione degli interessi più luridi del mercato del lavoro e del profitto capitalistico... Una riflessione sincera sulla DaD May 26 0 comments Ormai siamo alla conclusione di un anno scolastico anomalo e temo che i bambini siano esausti. Sarò una sorta di bastian contrario, ma è già tanto se gli alunni hanno avuto la pazienza di seguire fino ad oggi la DaD. Secondo me, la didattica digitale non è efficace, tutt'altro. Anche se numerosi presidi propugnano e sponsorizzano la DaD. E persino qualche collega "fanatica". Welfare, alternanza scuola/lavoro, università Mar 31 0 comments La privatizzazione di sanità e istruzione, ossia il passaggio dalla prospettiva della relazione utente-servizio a quella cliente-prestazione (prodotto), è stata anticipata nei decenni precedenti da un primo passaggio, che ha portato dall'originaria relazione cittadino-diritto a quella di utente-servizio. [Italia] School bonus per le scuole paritarie Jan 21 0 comments La lobby delle scuole paritarie (nella stragrande maggioranza istituti cattolici) ha finalmente ottenuto quanto chiedeva da anni: Italia: Autorganizziamoci nelle scuole, nelle università, ovunque! Oct 10 Genova 0 comments
Italia: rottamazione della scuola pubblica Jul 23 2 comments Occorrerà ricostruire scuola per scuola l'unità dei mesi scorsi, ri-alimentare fiducia e fermezza nella consapevolezza che questa legge si potrà rendere inapplicabile solo con un'opposizione istituto per istituto. Profumo marcio di destra nella scuola italiana Oct 24 Federazione dei Comunisti Anarchici 0 comments Quanta è forte la tentazione di tornare a brandire bastone e carota in questo paese! Quanti sforzi si stanno facendo per ridurre ad un sottomesso silenzio i milioni di lavoratori del pubblico impiego e del privato, stracciando decenni di diritto del lavoro, di diritti sindacali, di contratti nazionali ed emettendo normative che hanno l'unico scopo di inibire ogni forma di risposta sindacalmente organizzata, di soffocare ogni rivendicazione radicata nelle categorie e nei luoghi di lavoro. Urbino: rete di solidarietà per il diritto allo studio dalla scuola di base all'università Dec 12 FdCA 0 comments Il 10 dicembre 2010 all’interno del Nuovo Magistero Occupato (Università ‘Carlo Bo’ di Urbino) si sono tenuti gli Stati Generali della Scuola e dell’Università per il diritto allo studio e per il diritto ad un lavoro ed a un esistenza dignitosa. Insieme agli studenti in lotta per un'università di tutti Nov 29 FdCA 0 comments La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico che sono in grave sofferenza a causa della crisi e delle scelte di questo governo. Sono anni che l'Università vive una emorragia di risorse e di personale, un decennio di riforme ha depotenziato il sistema universitario a favore di logiche liberiste e di precarizzazione del lavoro dei ricercatori e docenti, a discapito della didattica e della ricerca. [English] [Türkçe] [Deutsch] more >> |
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Spring zu Komment: 1Secondo una recente indagine condotta da Legambiente (1) circa il 65% delle 42000 scuole italiane non è stato progettato con criteri antisismici, poiché è stato costruito prima del 1974, anno dell'entrata in vigore dei primi provvedimenti tecnico-legislativi per le costruzioni localizzate in aree sismiche.
In più, oltre il 50% del totale degli edifici scolastici italiani sono in aree a rischio sismico, mentre meno del 50% degli edifici presi in considerazione dall'indagine possiede il certificato di collaudo statico e solo il 10% è stato costruito secondo criteri antisismici.
L'attuale e più recente normativa tecnica di riferimento in tema di terremoti comprende alcuni decreti e ordinanze che stabiliscono criteri di classificazione del territorio italiano e criteri costruttivi in aree ad alta pericolosità sismica.
In particolare le normative più importanti sono contenute in pochi decreti e ordinanze: l'O.P.C.M. n.3274 del 2003, che fornisce i primi elementi in materia di classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le nuove costruzioni in zona sismica e di verifica sismica delle costruzioni esistenti; l'O.P.C.M. n.3519 del 2006, che stabilisce nuovi criteri per la classificazione sismica del territorio nazionale, rendendo necessario un aggiornamento della classificazione regionale; il DM 14 gennaio 2008, contenente le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, le quali definiscono i principi per il progetto, l'esecuzione e il collaudo delle costruzioni, anche in zona sismica, definiscono le prestazioni richieste in termini di resistenza meccanica dei materiali e delle strutture, forniscono nuovi criteri per definire i coefficienti di sicurezza e precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto; infine per la Regione Lazio la Delibera Di Giunta Regionale n. 387, del 22 Maggio 2009, che ha per oggetto la Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3519 del 28 Aprile 2006 e della DGR Lazio 766/03.
Dal punto di vista della prevenzione contro gli effetti del terremoto, inquadrare una determinata area e considerare l'interazione fra il terremoto e le opere umane presenti e future sull'area (compresi gli edifici scolastici), significa definirne il rischio sismico.
Il rischio sismico esprime il danno che ci si attende in seguito ad un terremoto in una determinata area ed in una determinata finestra temporale. Esso è correlato a tre grandezze e scaturisce dal prodotto di queste:
pericolosità sismica, vulnerabilità sismica ed esposizione.
La prima grandezza, la pericolosità, è l'elemento oggettivo, in quanto riguarda la sismicità dell'area dove è presente la scuola. La pericolosità sismica dipende dall'ubicazione dell'edificio scolastico nei confronti delle cosiddette aree sismogenetiche (2) e dalla natura geologica e morfologica dei terreni (3).
La seconda grandezza, la vulnerabilità, è un elemento soggettivo, poiché dipende dalle capacità di resistenza dell'edificio a rispondere alle sollecitazioni del terremoto. Dipende dalla qualità dei materiali impiegati nella costruzione, dalle modalità costruttive e dal progetto iniziale.
La terza grandezza, l'esposizione, è anch'essa un elemento soggettivo, perché riguarda i beni umani, sociali ed economici esposti e per le scuole, essendo edifici soggetti a grande affollamento, tale valore è elevato. Per quanto riguarda la pericolosità sismica dell'area romana, possiamo affermare che la città di Roma non si trova direttamente all'interno di un'area sismologicamente attiva e che i terremoti che hanno colpito la città, sia nell'antichità che recentemente, sono stati tutti generati da aree sismogenetiche lontane, ubicate prevalentemente nella catena appenninica ed in misura minore, specialmente per quanto riguarda l'energia rilasciata, nella zona dei Colli Albani.
La classificazione sismica dell'area romana, effettuata ad opera della Regione Lazio ed in ottemperanza delle direttive degli O.P.C.M. 3274 e 3519, suddivide il territorio romano in 20 U.A.S., Unità Amministrative Sismiche, il cui confine è lo stesso dei Municipi, tranne che per il XX Municipio dove le UAS sono 2. Per quanto riguarda la sismicità, le 20 UAS possono essere divise in due gruppi, con buona parte dei Municipi compresi tra il Tevere ed i Colli Albani che hanno una sismicità più alta (zona sismica 2B) rispetto agli altri (zona sismica 3A)(4). Comunque, complessivamente, la sismicità di base dell'area occupata dal Comune di Roma può essere considerata di tipo medio e medio-basso, con accelerazioni al suolo compresi tra 0,1 e 0,2 g (g = accelerazione di gravità).
La pericolosità sismica di un determinato sito però non si esaurisce al solo dato statistico della pericolosità di base, definita macrosismicità e che è legata all'attività delle faglie sismogenetiche. Infatti dallo studio degli ultimi eventi sismici si è vista l'enorme importanza, in termini di energia sismica trasmessa agli edifici, che acquisisce il tipo di terreno su cui poggiano le fondazioni dell'edificio stesso (5). I terreni "sciolti" (in termini geologici: incoerenti) infatti, tipo le sabbie, le argille, le pozzolane, ecc, in caso di terremoto, sono in grado di amplificare l'energia proveniente dalle aree sismogenetiche, anche di 5, 6, 7, 8 volte, e probabilmente anche di molto di più. E siccome buona parte degli edifici scolastici romani poggia su questo tipo di terreni, ecco come i confortanti dati della sismicità di base possono essere totalmente cancellati dagli effetti amplificatori di buona parte della geologia romana, che è in gran parte costituita superficialmente da alluvioni fluviali e palustri, da sedimenti vulcanici "sciolti" e da terreni di riporto. Un altro elemento preoccupante del Rischio Sismico nelle scuole romane è il valore della Vulnerabilità Sismica, che come abbiamo visto dipende dalla capacità delle strutture degli edifici a resistere alle sollecitazioni sismiche.
Con un'edilizia scolastica che per più del 60% è costituita da edifici costruiti prima che, in fase progettuale, venisse presa in considerazione qualsiasi azione sismica è chiaro che ci troviamo di fronte ad un enorme problema di adeguamento delle vecchie strutture alle nuove normative.
Anche se c'è da dire che, per come si è sviluppata l'edilizia romana negli anni '70 e '80 del secolo passato, non c'è da stare tranquilli nemmeno per quegli edifici sorti dopo il 1974.
Ritornando al discorso del Rischio Sismico relativo agli edifici scolastici già esistenti, cosa si dovrebbe fare per ridurlo sotto limiti "accettabili" in quelle strutture vecchie, costruite più di 35 anni fa, che come abbiamo visto risultano essere molto più della metà del totale degli edifici scolastici?
Tornando al significato di Rischio Sismico, che come abbiamo visto è il prodotto di tre grandezze, pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, per diminuirlo non si può che intervenire sulla seconda di queste.
Infatti la pericolosità sismica in una struttura già edificata è un dato oggettivo che dipende dalla distanza e posizione rispetto alle aree sismogenetiche e dalla sismicità di tali aree, oltre che a dipendere dalla morfologia e dalla geologia del sito dove è ubicata la struttura. E su questo l'uomo non ha la capacità di intervenire.
Anche sull'esposizione non si può intervenire, se non trasformando una scuola in un edificio di normale abitazione. L'esposizione è notevole, ma è quella che è perché dipende dal fatto che dentro gli edifici scolastici sono ospitati per tante ore bambini e ragazzi.
L'unica parte del Rischio Sismico su cui si può intervenire quindi rimane la vulnerabilità della struttura che dipende, come abbiamo già visto, dalla capacità della stessa a sopportare i carichi dinamici generati dal terremoto senza collassare.
Per valutare la vulnerabilità sismica di un edificio bisogna risalire quindi alla cosiddetta "azione sismica di progetto" (6) e confrontarla con la resistenza dell'edificio.
Per risalire all'azione sismica, oltre alle necessarie conoscenze sismologiche generali dell'area, bisogna effettuare nel sito indagini geologiche e geofisiche che servono a vedere il comportamento del suolo nel caso di terremoto. Per risalire alla resistenza dell'edificio bisogna sottoporre la sua struttura portante ad una serie di analisi sui materiali e sui singoli elementi resistenti (7).
Una volta ottenuti questi due parametri, se si vede che la vulnerabilità è troppo elevata bisogna intervenire sulla struttura per aumentarne la resistenza.
Questo dovrebbe essere, in linea di massima, il percorso tecnico da mettere in campo per valutare la vulnerabilità sismica delle scuole, così come quella di una qualsiasi struttura edile.
Ma a fronte di un'accertata estrema vetustà delle strutture, progettate senza considerare gli effetti di un probabile terremoto e spesso a fronte di problematiche strutturali, a volte anche visibili, le amministrazioni pubbliche proprietarie degli edifici scolastici sono giustificate nella loro inattività da una serie di cavilli legislativi, contenuti nella legislazione sismica, che ritardano nel tempo l'obbligo ad intervenire, facendo rimanere immutato il Rischio Sismico. Anche se in realtà basterebbe appellarsi alle indicazioni contenute nel Testo Unico Sulla Sicurezza Sul Lavoro (D.L. 81/08), riguardanti gli obblighi per i datori di lavoro (i dirigenti scolastici in questo caso) alla valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza nei posti di lavoro, all'eliminazione di questi rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico e, ove ciò sia possibile, alla riduzione al minimo del rischio appurato.
Ma come abbiamo ben imparato e come apprendiamo quotidianamente dalla cronaca nera italiana, la sicurezza sociale, già ampliamente ignorata dalle imprese private e dalle politiche economiche e sociali di una classe politica strettamente interconnessa col potere economico, è oggi, con la scusa degli eurosacrifici, una delle vittime sacrificali sull'altare del dio denaro.
In realtà le risorse ci sarebbero, basterebbe andare a fare un po' di conti in tasca a tutte le amministrazioni statali, centrali e periferiche, per vedere quanto spendono nel mantenere l'esercito del consenso all'interno delle aziende pubbliche o a capitale misto (la vicenda delle assunzioni nell'ATAC d'altronde dovrebbe insegnare qualcosa; un'azienda municipale dove il blocco sociale dell'attuale Sindaco di Roma ha fatto assumere una cifra sconsiderata di impiegati, scelti nel proprio entourage, il cui numero è divenuto superiore a quello degli autisti), o quanto spende lo Stato in nuovi armamenti o nelle cosiddette missioni di pace; oppure quanto viene regalato all'imprenditoria delle finte cooperative con le esternalizzazioni dei servizi, o quanto viene elargito ad un imponente esercito di dirigenti assolutamente inutili alla collettività, solo per citare alcuni esempi.
Le risorse per eseguire le verifiche sismiche degli edifici scolastici ci sarebbero, così come ci sarebbero per mettere le scuole in sicurezza sia dal punto di vista strutturale, architettonico che impiantistico.
Sta a noi, attraverso l'autorganizzazione e la cooperazione tra cittadini e tecnici territoriali attenti alla conservazione dei beni comuni, come il patrimonio edilizio scolastico, e alla salvaguardia della sicurezza sociale, ribaltare la situazione; creando associazioni di base dove l'interazione tra le figure che usufruiscono e che operano all'interno della scuola e i tecnici territoriali, siano i veri enti decisionali a gestire il buon funzionamento del bene collettivo, imponendo, con le forme organizzative e di lotta decise congiuntamente e orizzontalmente, alle amministrazioni statali centrali e locali, a dirottare le risorse collettive in tal senso.
Francesco Aucone
Geologo
16 dicembre 2011
Note: 1. Ecosistema scuola 2011 - Rapporto di Legambiente sulla qualità dell'edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi.
2. Sono le zone del territorio italiano dove si generano i terremoti in seguito a movimenti improvvisi di faglie; l'energia trasmessa ad un determinato edificio dipende dall'energia generata dal movimento della faglia e dalla distanza da questa dell'edificio.
3. La natura geologica del terreno su cui poggiano le fondazioni di un edificio scolastico può essere causa di amplificazione sismica dell'energia proveniente dall'area sismogenetica; stessa cosa può avvenire in determinate condizioni geografiche.
4. L'attuale normativa sismica suddivide il territorio italiano in "zone sismiche" a seconda della cosiddetta pericolosità sismica di base, che assegna a ciascuna zona un determinato valore di scuotimento del suolo.
5. La pericolosità sismica di sito è oggetto di una relativamente nuova branca della sismologia, chiamata Microzonazione Sismica, che studia il fenomeno delle amplificazioni dell'energia sismica in funzione della geologia e della morfologia topografica di un sito.
6. L'azione sismica di progetto è strettamente correlata con la pericolosità sismica. Si ricava con diverse metodologie e viene espressa con diverse grandezze. Rappresenta il livello e la modalità esplicativa dell'energia di un terremoto atteso in un determinato sito ed in un determinato periodo di ritorno.
7. Pilastri e travi in un edificio in cemento armato; muri portanti in un edificio in muratura.