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Anche la CGIL con Marchionne

category italia / svizzera | lotte sindacali | comunicato stampa author Friday July 01, 2011 19:53author by UNICOBASauthor email unicobas.rm at tiscali dot itauthor address V. Tuscolana, 9 - 00182 Romaauthor phone 0670302626 Report this post to the editors

Cambia il vento, ma non per la CGIL che si allinea a Marchionne

Susanna Camusso firma il nuovo patto sociale con Confindustria, CISL e UIL. Sconfitta la FIOM. Via libera alle deroghe, sotto falso nome, e tregua allo sciopero in caso di accordi aziendali. È una svolta delle relazioni sindacali e forse del quadro politico e sociale italiano. L’accordo tra CGIL, CISL e UILe Confindustria su contrattazione e rappresentanza è stato firmato nella tarda sera di ieri martedì 28 giugno e questo giorno sarà ricordato a lungo. Si tratta di un testo di 9 punti, articolato in più parti e che tratta la rappresentanza, l'esigibilità dei contratti, cioè la loro efficacia, la contrattazione aziendale.
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ANCHE LA CGIL CON MARCHIONNE

Cambia il vento, ma non per la CGIL che si allinea a Marchionne


Susanna Camusso firma il nuovo patto sociale con Confindustria, CISL e UIL. Sconfitta la FIOM. Via libera alle deroghe, sotto falso nome, e tregua allo sciopero in caso di accordi aziendali.

È una svolta delle relazioni sindacali e forse del quadro politico e sociale italiano. L’accordo tra CGIL, CISL e UIL e Confindustria su contrattazione e rappresentanza è stato firmato nella tarda sera di ieri martedì 28 giugno e questo giorno sarà ricordato a lungo. Si tratta di un testo di 9 punti, articolato in più parti e che tratta la rappresentanza, l'esigibilità dei contratti, cioè la loro efficacia, la contrattazione aziendale.

Le deroghe non vengono citate ma si dice che “si possono attivare strumenti contrattuali mirati a specifici contesti produttivi e specifiche intese modificative delle regolazioni previste dai CCNL” nei limiti previsti da quest’ultimi. Come dice Marcegaglia "i contratti aziendali sono ora più forti ed esigibili" (alla faccia del contratto nazionale).

Sulla rappresentanza, è definito un criterio basato sul mix tra iscritti certificati e voti nelle Rsu e per approvare un contratto serve il 50 per cento più uno. Dove esistono le Rsa si va al voto dei lavoratori. In caso di accordo valido scatta la “tregua dello sciopero” sul modello dell’accordo raggiunto con i sindacati USA, cioè nessuna astensione dal lavoro per un certo periodo.

È un accordo che segna il rientro della CGIL nella concertazione degli ultimi anni, quella a guida CISL, e che permette a Confindustria di garantirsi un "patto sociale" e una possibile "pace sociale". "Una stagione nuova" dice Susanna Camusso anche se nell'accordo, come sottolinea Emma Marcegaglia, viene recepita la sostanza della vertenza FIAT, cioè la volontà di articolare la contrattazione aziendale e territoriale a seconda delle necessità delle imprese e viene sconfitta la FIOM che, a questo punto, potrebbe anche essere privata delle basi giuridiche che hanno portato al ricorso in tribunale contro la Fiat (l'udienza è prevista il 16 luglio). "È un accordo che estende a tutti i lavoratori il modello Fiat, è un cedimento gravissimo della CGIL che contrasteremo in CGIL, nelle fabbriche e nel Paese" dice Giorgio Cremaschi dell'area "La CGIL che vogliamo" che si riunirà a Roma il prossimo 13 luglio, ma che conserva la logica del monopolio della rappresentanza sindacale con un'iniqua proposta presentata tramite l'IDV che nega elezioni nazionali.

La CGIL sottoporrà da mercoledì l'accordo al vaglio dei segretari di categoria e poi chiamerà a esprimersi il direttivo nazionale. In ogni caso il dado la Camusso l'ha ormai tratto e come dice ancora la presidente di Confindustria "chiude la stagione delle divisioni". Di fatto, chiude la lunga parentesi prodotta dallo scontro tra la FIAT e la FIOM. Ma non si tratta solo di un avvenimento sindacale, perché rientra in pieno nel clima di svolta al centro che si respira in prossimità della manovra finanziaria e delle tagliole imposte dall'Europa: non si toccano banche e speculatori, a pagare devono essere i lavoratori. Un certo centro-sinistra si appresta a governare rispettando il taglio di 42 miliardi di euro imposti dalla Banca Centrale Europea. Non a caso il ministro Tremonti ha voluto rivolgere un sentito "grazie" ai leader sindacali e alla presidente di Confindustria "per quello che hanno fatto oggi per il bene del nostro paese".

Essere ringraziati da Tremonti è tutto un programma: bella gara la Susanna!

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