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Libia: l'Occidente sta creando uno squallido protettorato

category nordafrica | imperialismo / guerra | stampa non anarchica author Monday April 04, 2011 19:38author by Tariq Ali - The Guardian Report this post to the editors

L'intervento USA-NATO in Libia, con la copertura del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, fa parte della risposta orchestrata per sostenere il movimento contro un dittatore e al tempo stesso per mettere fine alle rivolte arabe riaffermando il controllo occidentale, riassorbendo il loro impeto e la loro spontaneità e cercando di restaurare lo status quo precedente. [English]

E' assurdo pensare che le ragioni per bombardare Tripoli o per l'azione turca fuori Bengasi siano state ideate per proteggere i civili. Questa argomentazione viene tirata fuori per assicurarsi il consenso dei cittadini europei ed americani e di parte del mondo arabo. "Guardate", dicono Obama/Clinton ed i satrapi della UE, "stiamo facendo bene. Stiamo dalla parte del popolo". Questo puro cinismo è sorprendente. Ci si aspetta che noi si creda che questi leaders, con le mani già insanguinate in Iraq, Afghanistan e Pakistan, si mettano a difendere il popolo in Libia. Gli svalutati media francesi ed inglesi sono capaci di digerire qualsiasi cosa, ma è deprimente che liberali di tutta dignità caschino in questa immondizia. La società civile si fa facilmente influenzare da certe immagini e la brutalità di Gheddafi che invia le sue forze aree a bombardare il suo popolo è stato il pretesto che Washington ha utilizzato per bombardare un'altra capitale araba. Nel frattempo, gli alleati di Obama nel mondo arabo si mettevano alacremente al lavoro per promuovere la democrazia.

Infatti i Sauditi sono entrati nel Bahrein dove la popolazione viene tiranneggiata e subisce arresti su larga scala. Ben poco di questi fatti viene riportato da al-Jazeera. Ma perché? L'emittente sembra essere stata alquanto imbrigliata e ricondotta in linea con la politica dei suoi fondatori.

E tutto questo con il sostegno degli USA. Il despota yemenita, detestato dalla maggioranza del suo popolo, continua ad uccidere oppositori ogni giorno che passa. Nessun embargo di armi è stato proclamato contro lo Yemen, nemmeno una sola "no-fly zone". La Libia è un altro esempio di quella vigilanza selettiva messa in atto dagli USA e dai suoi cani d'assalto in occidente.

Che possono ben contare pure sulla Francia. Sarkozy era così disperato che non vedeva l'ora di fare qualcosa. Incapace di salvare il suo amico Ben Ali in Tunisia, si è deciso a a dare una mano per liberarsi di Gheddafi. I britannici pure sono obbligati ed in questo caso, avendo tosato il regime libico per due decenni, sono certi di stare dalla parte giusta, per cui come mancare al banchetto in cui dividersi le spoglie. E cosa potrebbero prendersi?

Le divisioni sull'intera operazione all'interno dell'elite politico-militare americana dimostrano che non vi è chiarezza sugli scopi. Obama ed i suoi satrapi europei parlano di cambio di regime. I generali fanno resistenza e dicono che "non rientra nei loro piani". Il dipartimento di stato USA è impegnato nel preparare un nuovo governo composto da collaboratori libici che sapiano parlare inglese. Non sapremo mai per quanto tempo il barcollante ed indebolito esercito di Gheddafi avrebbe tenuto le fila unite di fronte ad una forte opposizione. La ragione per cui egli ha perso il sostegno all'interno delle sue forze armate sta proprio in quell'ordine di sparare sul suo stesso popolo. Ora egli viene a parlare di desiderio imperialista di abbatterlo per prendersi il petrolio e persino molti che lo disprezzano possono vederne la verità. Un nuovo Karzai si avanza per la via.

A Washington si stanno disegnando le frontiere di uno squallido protettorato voluto dall'Occidente. Persino quei libici che, in preda alla disperazione, stanno sostenendo l'intervento aereo della NATO, potrebbero - come già successo in Iraq - rimpiangere questa loro scelta.

Tutto ciò potrebbe innescare ad un certo punto una terza fase: una crescente rabbia nazionale che contagi l'Arabia Saudita e lì, senza dubbio, Washington farebbe tutto il necessario per tenere al potere la famiglia reale Saud. Se perdono l'Arabia Saudita, perderebbero anche i paesi del golfo. L'assalto alla Libia, che ha potuto contare anche sulla grande imbecillità di Gheddafi su più fronti, è stato progettato per eliminare la protesta dalle strade, presentandosi come difensori dei diritti civili. Gli abitanti del Bahrain, gli Egiziani, I Tunisini, gli Arabo-sauditi, gli Yemeniti, non si faranno convinti, e persino in Euro-America sono sempre di più gli oppositori a questa ennesima avventura che non coloro i quali la sostengono. Le lotte non sono per niente finite.

Obama parla di un Gheddafi spietato, ma la pietà dell'Occidente non cade giù dal cielo come mite pioggia. Piuttosto scende a benedire il potere che l'Occidente dispensa, il più potente dei potenti.


(Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

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