La Confederación General del Trabajo condanna la aggressione militare contro la Libia. [Castellano]
Le istituzioni mondiali ed i governi dei principali paesi del mondo non sono stati capaci di adottare nessun tipo di mezzo per evitare la brutale repressione ed i genocidio del popolo libico che chiede libertà, chiede rispetto dei diritti umani e giustizia sociale. Ancora una volta si è visto che per i dirigenti politici non è prioritario evitare sofferenze ai popoli ed ai lavoratori, preferendo invece giocare con la politica, mettere in mostra il loro protagonismo ed i loro personalismi, così hanno scelto di mettere al primo posto gli interessi economici delle grandi multinazionali ed il futuro del petrolio della Libia.
Non sono stati capaci di congelare e di bloccare i conti del tiranno Gheddafi, della sua famiglia e dei suoi generali, non sono stati capaci di bloccare la vendita di armi, di bloccare i porti libici, di stabilire zone di interdizione aerea, si sono dimostrati incapaci di rompere le relazioni commerciali, di identificare e di perseguire i responsabili della repressione per consegnarli alla giustizia universale, incapaci di iniziare un processo di mediazione o un negoziato per trovare una soluzione pacifica al conflitto.
Invece, l'unico mezzo trovato è stato l'intervento militare. Per la CGT , questa decisione non porterà nessuna soluzione al conflitto salvo causare ancora più morti, incentivare un clima di guerra civile ed il prolungarsi del conflitto a tempo indeterminato, con conseguenze incalcolabili, così come è accaduto in quei paesi in cui si intervenuti militarmente di recente, come l'Irak o l'Afghanistan.
La CGT denuncia che nuovamente i governi dei paesi più ricchi scelgono l'uso della forza come unica forma di "aiuto" ai popoli ed in particolare ai popoli che considerano come terzo mondo.
La CGT condanna l'impiego della forza militare come forma per risolvere i conflitti sociali e di popoli che si stanno verificando nei paesi arabi, ed in concreto in Libia, la cui origine va ritrovata nella mancanza assoluta di libertà e di giustizia sociale.
Per la CGT , il presidente Zapatero punta a sorprenderci con questa sua decisione entusiasta per l'intervento militare, dimenticando la propensione chiaramente pacifista del nostro popolo. Il governo spagnolo non deve prestarsi alla militarizzazione del conflitto, non deve autorizzare l'uso di basi militari né inviare truppe, deve invece mantenere una ferma difesa per una soluzione pacifica dei conflitti.
SECRETARIADO PERMANENTE DEL COMITÉ CONFEDERAL DE CGT
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali