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Conseguenze della riforma lavorativa: più disoccupazione, più contrattazione temporanea

category iberia | economia | comunicato stampa author Sunday November 07, 2010 16:39author by Segretariato Permanente del Comitato Confederale della CGT - Confederación General del Trabajo Report this post to the editors

Dopo quattro mesi di applicazione della Riforma Lavorativa contro la quale abbiamo fatto lo Sciopero Generale del 29 settembre, la disoccupazione nel mese di ottobre è aumentata di 70 mila nuove unità (persone, in carne e ossa!), cosa che porta a più di 4,5 milioni totali il numero di persone in stato di disoccupazione. E' aumentato anche il numero di contratti temporanei, esattamente il contrario di quanto previsto dal governo.
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Conseguenze della riforma lavorativa: Più disoccupazione, più contrattazione temporanea


Dopo quattro mesi di applicazione della Riforma Lavorativa contro la quale abbiamo fatto lo Sciopero Generale del 29 settembre, la disoccupazione nel mese di ottobre è aumentata di 70 mila nuove unità (persone, in carne e ossa!), cosa che porta a più di 4,5 milioni totali il numero di persone in stato di disoccupazione. E' aumentato anche il numero di contratti temporanei, esattamente il contrario di quanto previsto dal governo.

Contemporaneamente a questo dramma sociale di cui nessuno si riconosce responsabile, le commissioni bancarie sono aumentate del 4 % soltanto in questo ultimo anno mentre si sono moltiplicati i licenziamenti nel settore e l'Euribor a 12 mesi, il tasso interbancario di offerta in euro, continua ad essere elevato e i pignoramenti di abitazioni sfiorano ormai le 500.000 unità.

Con questi dati alla mano, c'è stato un cambio di poltrone nel governo che tutti abbiamo letto come una chiara strategia mediatica da trucco elettoralistico, per continuare a manipolare l'opinione pubblica e fare demagogia politica sui presunti vantaggi di tutte le misure antisociali poste in opera.

Come se i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati, i disoccupati, i giovani o gli emigranti fossero degli idioti e non comprendessero che il Piano di Accomodamento dei Conti Pubblici, la Riforma Lavorativa e quella delle Pensioni servono solo per continuare a far diventare più ricchi i ricchi e che la crisi la dovrebbero pagare i soliti...

Davanti a questo panorama di ingiustizia sociale, i cosiddetti "interlocutori sociali o sindacati istituzionali" accettano il gioco di ritornare ai tavoli di negoziazione, rifiutandosi di raccogliere il clamore che si è sollevato dalle strade il 29 settembre, clamore per continuare la lotta, convocare nuovi scioperi generali fino a riuscire a cambiare la politica economica ed antisociale del governo. Da parte loro, questi sindacati si stanno limitando ad effettuare una serie di azioni decaffeinate, insufficienti, tendenti alla smobilitazione e alla sottomissione delle classi più svantaggiate e più colpite dalla crisi, come una raccolta di firme per chiedere il cambiamento della riforma lavorativa, alcuni scioperi simbolici di 5 minuti nei centri di lavoro quasi col consenso delle imprese, riunioni di delegati o manifestazioni a carattere provinciale nel mese di dicembre.

Per la CGT, le risposte sindacali e sociali che questo vergognoso panorama sociale e lavorativo merita, passano invece necessariamente per l'occupazione delle strade e delle piazze, la mobilitazione sociale, la convocazione di scioperi per imprese e per settori contro l'applicazione della riforma lavorativa, la convocazione di un prossimo sciopero generale nello stato spagnolo ed uno sciopero generale europeo.

Il Segretariato Permanente del Comitato Confederale della CGT

venerdì 5 novembre 2010


Traduzione a cura di Roberto Meneghini per FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

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