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Bolivia: Sulla Cumbre Climatica

category bolivia / perù / ecuador / cile | ambiente | documento politico author Friday July 16, 2010 16:38author by Organización Anarquista por la Revolución Social - OARSauthor email oars_lp at hotmail dot com Report this post to the editors
...''Si convocò a migliaia di paesi del mondo. Tutti stavano all'aspettativa. Dopo del definitivo fallimento di Copenhagen, si credeva che in Bolivia, un paese "di tanti cambiamenti", potrebbe giungere ad un accordo fattibile per salvare al mondo dell'inquinamento.''... [Castellano]


CONFERENZA MONDIALE DEI POPOLI DEL MONDO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO E SULLA DIFESA DEI DIRITTI DELLA MADRE TERRA

Comunicato della O.A.R.S. in occasione della Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici (Cochabamba, Bolivia)


Si convocò a migliaia di paesi del mondo. Tutti stavano all'aspettativa. Dopo del definitivo fallimento di Copenhagen, si credeva che in Bolivia, un paese "di tanti cambiamenti", potrebbe giungere ad un accordo fattibile per salvare al mondo dell'inquinamento.

Davanti all'insistenza del governo boliviano, la Conferenza Mondiale dei Paesi sul Cambiamento Climatico e Difesa dei Diritti della Madre Terra si tenne nella città di Cochabamba, ubicata nel centro della Bolivia. Grazie a questo fatto il governo del M.A.S. ed Evo Morali prende protagonismo a livello internazionale.

Ottenere detto protagonismo fu sempre la sua intenzione, poiché di quella forma, il governo del M.A.S. potrebbe stabilire nuovi patti internazionali, ed in conseguenza, potrebbe ottenere nuove entrate. Dette entrate, come in qualunque paese capitalista, solo beneficherebbero la gente ubicata nel governo ed appartenente alle classi privilegiate della Bolivia, e detti patti, come in qualunque paese capitalista, contribuirebbero solo alla distruzione dell'ecosistema Boliviano ed all'approfondimento della sua povertà.

Si diede inizio alla conferenza con gran controllo poliziesco e militare. Ci furono 18 tavoli di lavoro, ma una fu eliminata del programma, poiché la sua forma di svilupparsi attentava agli interessi del governo. Si realizzarono numerose e varie conferenze dettate per differenti personalità mondiali, ma si fece come maggiore pubblicità a quelle conferenze dettate per personalità del governo come Evo Morales. Il governo fece un enorme investimento di denaro nella produzione e distribuzione di propaganda pro-governo, investimento che dovrebbe aversi fatto nell'attenzione adeguata e compromessa di aree protette, dighe, o della biodiversità in generale, e non nella produzione di locandine, opuscolo, riviste, etc., che la cosa unica che fecero fu di aumentare la quantità di spazzatura ed il livello di inquinamento ambientale.

I tavoli di lavoro incominciarono a funzionare e gente di ogni tipo poté condividerli, tuttavia, chiaro sta, non tutte le opinioni furono "ben" accettate. Il governo utilizzò la politica durante tutta la conferenza per neutralizzare quelle opinioni che non convenivano ai suoi interessi. Un esempio di ciò è il caso del tavolo 18, tavolo che fu eliminata del programma, poiché vi avrebbero dovuto parlare di temi che potevano portare all'aperto i crimini che lo stesso governo boliviano, ed altri governi latinoamericani che partecipavano alla conferenza, avevano commesso e continuavano a commettere contro la stessa Madre Terra che giuravano di difendere.

All'essere eliminata del programma, il tavolo 18 fu recuperato ed organizzata dalla CONAMAQ, e si trasferì fuori delle proprietà dove si realizzava la conferenza, posto dove continuò sviluppando quelli temi che lasciavano trapelare i crimini e l'ipocrisia dei governi boliviano, cileno, peruviano, ecuadoriano e di altri molti paesi latinoamericani.

Alla fine, il tavolo 18 fu l'unico che contribuì realmente alla costruzione di un'organizzazione per curare e difendere all'ecosistema, poiché, in lei si svilupparono e proposero soluzioni che non dipendessero dai governi, e che pertanto, non fossero soggette agli interessi di chi li maneggiano, come per esempio, l'agroecologia, il lavoro comunitario, l'eliminazione di latifondi, l'espulsione di corporazioni, etc.

Quello che non si disse

Come affermiamo anteriormente, durante la conferenza si omisero molti temi con la finalità di non pregiudicare gli interessi dei governi. Un tema degli omessi fu il problema dell'inquinamento prodotto per l'industria del bestiame che attualmente, a livello mondiale, è una delle industrie che causa maggiori livelli di inquinamento.

Origina un 18 percento del gas serra: producendo il 9 percento del diossido di carbonio (anidride carbonica) derivato delle attività umane, il 37 percento di tutta la produzione di metano, un 64 percento di ammoniaca, gas che contribuisce all'acidificazione della pioggia, ed un 65 percento di ossido nitroso. Provoca anche la deteriorizazzione della terra che lo fa diventare infertile: quando i greggi si mobilitano sulla terra, l'erodono e compattano, cioè, la degradano, e sul pascolo, caratteristica dell'industria del bestiame, produce un alto livello di degradazione della terra che lascia circa al 20 percento dei pascoli inutilizzabili.

Inoltre, causa l'inquinamento dell'acqua, e l'eutrofizzazione e degenerazione degli scogli di corallo, poiché contribuisce alla produzione di elementi altamente inquinanti per l'acqua, come lo sono: l'orina e sterco degli animali, gli antibiotici ed ormoni che sono dati a questi, i fertilizzanti e pesticidi che si usano per polverizzare i campi di coltivazione ed i chimici che si usano per tingere il cuoio, tali come il Cromo 3. A sua volta, ed in conseguenza tutto l'anteriormente detto, provoca problemi che colpiscono, diretta o indirettamente, la salute degli umani, e che possono arrivare ad originare gravi e varie malattie.

Oggi, la produzione mondiale di carne si stima in 229 milioni di tonnellate. Di seguire il ritmo di consumo attuale, questa cifra si vedrà duplicata a 465 milioni in 2050, mentre i lattei saliranno dei 580 milioni di tonnellate ai 1043 milioni nello stesso lasso. Dovuto all'abitudine di mangiare carne, ed a che l'ideologia dominante c'ostacola cercare un'alternativa alimentare più sana e meno dannosa per mezzo nostro, l'industria del bestiame cresce più ancora ogni giorno, ed ogni giorno, aumenta più il riscaldamento globale ed il livello di deterioramento ed inquinamento della terra e l'acqua, pertanto, anche, la quantità di malattie che l'umani potrebbero arrivare a patire.

Esiste un'opzione più sana e meno dannosa per il nostro mezzo che il consumo di carne di origine animale: il consumo di carne di soia. Tuttavia, quello che si costituisca, o no, come un'opzione più sana e meno dannosa, dipende di come e chi maneggi la sua produzione. Quando la produzione è maneggiata per imprese multinazionale e/o enti governativi, la soia è distorta di forma transgenica e si usano forti pesticidi per la sua coltivazione che come nella produzione di carne di origine animale, causano un gran deterioramento della terra che finisce infertile.

Come organizzazione consideriamo che questi problemi sono molto importanti, e che dovrebbero aversi considerato prioritari durante la conferenza, poiché se fossero stati considerati importanti e prioritari, sarebbe stato possibile sviluppare soluzioni per essi che contribuissero a supplire la mancanza di alimento in paesi sottosviluppati, a fomentare il risparmio di acqua, a ridurre significativamente la quantità di spazzatura, ed a favorire la diminuzione del riscaldamento globale.

Tuttavia, nonostante le nostre intenzioni, sappiamo che fosse stato quasi impossibile che la problematica dell'industria del bestiame fosse considerata importante e prioritaria durante la conferenza, poiché, attualmente, detta industria rappresenta una gran quantità di entrate per gli impresari dell'oriente della Bolivia e per molti altri impresari durante nel mondo, pertanto, nessun governo, neanche il boliviano, avrebbe osato mettere in questione la sua legittimità, ed a questo modo, arrischiare le sue relazioni con quegli enti ai quali serve.

Bolivia e le sue contradizioni

Ci saranno sempre contraddizioni in quello che propongono i governi e predicano presidenti. Morales ed il governo del M.A.S. non costituiscono un'eccezione a questa regola.

La Bolivia è un paese che è dipeso sempre dall'industria e l'esportazione, pertanto, tutte le sue politiche di sviluppo sono state basate in questi assi, ed in conseguenza, attraverso il tempo, si sono prodotti alti livelli di inquinamento. A sua volta, questo paese è stato sede di megaprogetti come il Mutún (giacimento di ferro) e le idroelettriche, fatto che ha significato l'alterazione e distruzione di numerosi e vari ecosistemi del paese, e che di quella forma, ha contribuito alla sparizione di gran parte delle comunità che dipendevano da quegli ecosistemi.

Attualmente, nell'Amazonía, si stanno edificando dighe di sbarramento e costruendo numerose strade, tale è il caso delle zone di Villa Tunari e San Ignacio de Moxos. Queste azioni provocheranno una grave alterazione nell'ecosistema della zona, ed eventualmente, finiranno distruggendo detti posti, quello che a sua volta, significherà la distruzione delle comunità indigene che vivono in esse. Dette comunità non avranno altra opzione che migrare o sparire, fatto che si costituisce come un ovvio attentato ai suoi diritti naturali, ma che, tuttavia, di forma ipocrita, il governo boliviano ha cercato di compensare offrendo trattamenti meschini e condizioni di vita miserabili.

Morales ed il governo del M.A.S. affermano che attraverso le sue politiche pretendono di curare e difendere alla Madre Terra, ma a sua volta, permettono che il paese sia invaso da megaprogetti che distruggono il suo ecosistema ed affermano che il paese deve industrializzarsi sempre di più per smettere di essere "sottosviluppato." Queste due affermazioni che si contraddicono chiaramente, poiché l'industrializzazione causerebbe ancora livelli maggiore di inquinamento, e farebbe che tutta la ricchezza naturale ed ecologica che possiede la Bolivia sparisse. Cioè, il governo del M.A.S. promette una cosa, ma fa un'altra.

In base a questi fatti, come organizzazione, giungiamo alla conclusione, che il cambiamento che ha bisogno della natura non può venire da governi che non attentano al capitalismo, poiché il capitalismo è il principale distruttore della natura, e se non è attaccato, non si potrà mai contribuire al cambiamento che questa natura ha bisogno. E come abbiamo visto, nessun governo, nemmeno il boliviano, è disposto ad attaccare al capitalismo, perché sì così lo facesse, attenterebbe ai suoi propri principi ed interessi. Cioè, non può attaccare al capitalismo se appartiene e esso avuto ed ha bisogno di lui per sussistere.

Un cambiamento profondo assolo arriverà grazie a noi, quelli sfruttati e sfruttate, se siamo capaci di reapropiarci della saggezza e gli insegnamenti dei nostri antenati, in questa forma, organizzarci e sviluppare proposte che possano generare i cambiamenti che la Terra ha bisogno. Infine, consideriamo che recuperare le esperienze di lavoro comunitario che sono stati sviluppate in tutti i continenti durante migliaia di anni potrebbe cedere un buon primo passo nella generazione di dette trasformazioni e nella costruzione di forme di vita più sane e vantaggiose per il nostro intorno.

O.A.R.S. - Organización Anarquista por la Revolución Social

Contro la istituzionalizzazione della Rivoluzione...
Popolo cosciente, Combattivo e Auto-Organizzato!

Chuquiago Marka, Maggio 2010

Traduzione a cura di "La Protesta"
blog:  laprotesta.noblogs.org
email: amoryodio at autistici dot org

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