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Solidarietà con il popolo haitiano! No alla militarizzazione del paese!

category america centrale / caraibi | imperialismo / guerra | comunicato stampa author Thursday February 25, 2010 23:02author by Comité Democrático Haitiano en Argentina Report this post to the editors

15 febbraio 2010

Il terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010 ha anche scosso la coscienza ed il cuore di migliaia di persone in tutto il mondo, ricordando loro dell'esistenza di Haiti. Ha anche scosso la nostra memoria, poiché tra i titoli sulla catastrofe naturale, si sono trapelate molte informazioni sulle catastrofi sociali subite dal popolo haitiano, che non sono mai insegnate a scuola: le occupazioni militari delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti, le dittature sanguinose sostenute dal Pentagono, gli embarghi e le sanzioni imposte dall'imperialismo francese e americano... tutti altrettanto devastanti, quanto il terremoto stesso. [Castellano] [Français] [English]
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Solidarietà con il popolo haitiano! No alla militarizzazione del paese!


Il terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010 ha anche scosso la coscienza ed il cuore di migliaia di persone in tutto il mondo, ricordando loro dell'esistenza di Haiti. Ha anche scosso la nostra memoria, poiché tra i titoli sulla catastrofe naturale, si sono trapelate molte informazioni sulle catastrofi sociali subite dal popolo haitiano, che non sono mai insegnate a scuola: le occupazioni militari delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti, le dittature sanguinose sostenute dal Pentagono, gli embarghi e le sanzioni imposte dall'imperialismo francese e americano... tutti altrettanto devastanti, quanto il terremoto stesso.

Di fronte a una tragedia così terribile, la risposta della comunità internazionale è stato estremamente goffo, tardiva e negligente, con poche eccezioni. Migliaia di vite sono state sacrificate per il ritardo nella consegna degli aiuti umanitari in quanto la logica che ha prevalso è stata la militarizzazione di Haiti. Si potrebbe pensare che ad Haiti non c'è stato alcun terremoto, bensì una guerra civile: il numero di truppe straniere sorpassa i 20.000 soldati in questo momento. Ovviamente questa militarizzazione non riflette alcun motivo umanitario, bensì gli interessi geopolitici degli Stati Uniti che cercano di approfondire la loro presenza militare in America Latina come meccanismo per ristabilire la propria egemonia nella regione: la base militare in Curaçao, il golpe di Honduras, le basi militari in Colombia e la riattivazione della Quarta Flotta, tutti fanno parte di questa strategia, in cui l'occupazione di Haiti è un elemento fondamentale di cui hanno beneficiato grazie a questa tragedia.

I firmatari di questo appello dichiarano la loro solidarietà con il popolo haitiano, e crediamo che la solidarietà reale passa per il sostegno al movimento popolare haitiana, perché sia un fattore importante nella costruzione di questo paese, perché esso non ritorni ad essere sommerso dalla povertà più abietta che si possa immaginare.

  • Chiediamo la costituzione di brigate di solidarietà civili e non militari. Abbiamo bisogno di alimenti e medicine, non cannoni;
  • Facciamo appello al popolo haitiano perché metta da parte il settarismo per lavorare insieme a tutte le forze che si oppongono all'occupazione in un piano di ricostruzione che metta gli interessi delle persone al centro del dibattito;
  • Di fronte ad una crisi di uno Stato fondamentalmente corrotto, bancarotta e pro-imperialista, proponiamo un ampio coordinamento delle organizzazioni sociali di base, che possa sviluppare un programma in seno al popolo per superare la crisi haitiana;
  • Chiediamo la cancellazione immediata e incondizionata del debito estero in tutte le sue forme;
  • Facciamo appello per la messa in atto di una profonda riforma agraria, che consente a Haiti di poter tornare all'autosufficienza alimentare;
  • Chiediamo l'abrogazione di tutte gli accordi commerciali anti-popolari, dei programmi di aggiustamento strutturale e delle altre misure che hanno immerso Haiti in condizioni di estrema povertà, e che non contribuiscono ad alleviare la miseria del popolo;
  • Facciamo appello perché nella ricostruzione di Haiti abbia priorità la costruzione di servizi sociali fondamentali, quali ospedali, scuole, strade e case, attraverso un'urbanistica equilibrata ed un'infrastruttura degna;
  • Respingiamo la doppia occupazione militare di Haiti da parte della MINUSTAH (ONU) e degli Stati Uniti, occupazioni che cercano di tenere a bada il popolo haitiano per facilitare il saccheggio del loro paese da parte del capitalismo nazionale ed imperialista;
  • Ci opponiamo perché il destino di Haiti non sia di nuovo legato ai paesi imperialisti e alle loro istituzioni finanziarie - per uno sviluppo indipendente, autonomo e deciso dal basso, dal popolo haitiano stesso.
Ribadiamo la nostra solidarietà con il popolo haitiano e il nostro impegno ad accompagnarlo alla costruzione di un Haiti libero, dignitoso ed equo. Ci appelliamo a tutte le organizzazioni anti-imperialiste a formare e potenziare dei comitati di solidarietà internazionale con Haiti ed a coordinare le proteste internazionali contro l'occupazione militare di Haiti durante l'ultima settimana di febbraio e la prima di marzo.

Commité Democrático Haitiano in Argentina (CDH-A, Argentina)
Assosyasyon Inivèsite ak Inivestisè Desalinien (ASID, Haiti)
Koodinasyon Rezistans Granadans (KOREGA, Haiti)
Sendika Travayè Anseyan Inivèstitè Ayiti (STAIA, Haiti)
Plateforme Haitienne de Plaidoyer pour un Développment Alternatif (PAPDA, Haiti)
Revista Hombre y Sociedad (HyS, Cile)
Estrategia Libertaria (EL, Cile)
Convergencia Juvenil Clasista "Hijos del Pueblo" (HdP, Ecuador)
Latin American Solidarity Centre (LASC, Irlanda)
Haiti Solidarity Ireland (HSI, Irlanda)
Grúpa Fréamhacha / Grupo Raíces (Irlanda)


Traduzione a cura di Federazione dei Comunisti Anarchici - Ufficio relazioni internazionali

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