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Spagna: La CNT mobilita la città di Lebrija contro la crisi

category iberia | lotte sindacali | cronaca author Friday February 20, 2009 18:48author by nestor Report this post to the editors

La reazione alla crisi di una cittadina andalusa

Lebrija è una cittadina di 26.000 persone nella provincia di Siviglia. Dall'inizio di febbraio ci sono state diverse manifestazione e assemblee cittadine, rivendicando posti di lavoro e un impegno da parte del Comune di combattere la crisi con ogni mezzo. Il 4 febbraio c'è stata una manifestazione di 500 persone, il giorno dopo un'altra, e ancora un'altra il 6 febbraio, alla quale ben 2.500 persone hanno partecipato. Il 18 febbraio, la CNT ha indetto uno sciopero generale che ha visto l'adesione di oltre il 90% dei lavoratori della città.
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La CNT mobilita la città di Lebrija contro la crisi


Lebrija è una cittadina di 26.000 persone nella provincia di Siviglia. Dall'inizio di febbraio ci sono state diverse manifestazione e assemblee cittadine, rivendicando posti di lavoro e un impegno da parte del Comune di combattere la crisi con ogni mezzo. Il 4 febbraio c'è stata una manifestazione di 500 persone (video a http://www.youtube.com/watch?v=Kr0q8Oncxr8), il giorno dopo un'altra (video a http://www.youtube.com/watch?v=Fn8yHmybKEE), e ancora un'altra il 6 febbraio, alla quale ben 2.500 persone hanno partecipato (video: http://www.youtube.com/watch?v=TU-VGALo_Hg). Il 18 febbraio, il sindacato anarchico Confederación Nacional del Trabajo (CNT) ha indetto uno sciopero generale che ha visto l'adesione di oltre il 90% dei lavoratori della città.

In un'intervista pubblicata sul sito www.alasbarricadas.org, Victoriano Vela, militante della CNT di Lebrija, spiega le origini e le ragioni di questa lotta popolare.

"Venerdì scorso (6 febbraio 2009), A Las Barricadas è andato a Lebrija, una località sivigliana di circa 26.000 abitanti, in sostegno della manifestazione che si è svolta per le strade della cittadina e per fare un'intervista al compagno Victoriano Vela, un muratore trentacinquenne, uno degli organizzatori dello sciopero in quanto militante della sezione locale della CNT. Dalla settimana scorsa le manifestazioni seguono giorno dopo giorno, rivendicando la creazione di una Borsa del Lavoro sotto il controllo popolare, in modo da garantire posti di lavoro ai disoccupati. Ecco cosa ci ha detto.

Come nasce questa mobilitazione e quali sono le sue rivendicazioni?

Bene, tutto iniziò ad ottobre quando un gruppo di compagni si presentarono alla sezione sindacale commentando il problema della contrattazione per i posti di lavoro al Comune, e il clientelismo che vi regna, che significa che solo la gente affine al PSOE (partito al potere in Comune) viene assunta.

Si sa che dei 500 lavoratori che hanno partecipato al concorso municipale, solo 20 sono stati assunti. E' assurdo che possano esistere muratori che non abbiano superato una prova per manovale, visto che sono bravi al loro mestiere; ciò dovrebbe bastare, nient'altro. Il problema è che c'era anche una prova scritta, impossibile per molti coloro che hanno partecipato: ed è chiaro... se sono bravo con la cazzuola, difficilmente saprò scrivere un romanza! Ma che cosa vuole il Comune dai suoi muratori? CHe lavora bene, o che scrive Don Chisciotte? E' un sistema assurdo, ideato per poter bocciare tutti e scegliere i fedeli del governo municipale. E la gente questo lo sa; per questo sono incazzati.

Il Sindacato ha formato una commissione incaricata con il compito di studiare il caso e cercare un modo di fondare una Borsa del Lavoro giusta, che evitasse i favoritismi. Si è parlato tanto del tema a tutti erano d'accordo che sarebbe meglio creare due Borse del Lavoro, una per il settore agrario, l'altro generale, diviso per mestiere (imbianchini, saldatori, muratori, ecc.), sotto la supervisione e il controllo del Comune e del Sindacato. I contratti sarebbero trimestrali al posto degli attuali contratti semestrali, per poter meglio ripartire il lavoro. La Borsa valuterebbe la situazione economica delle famiglie dei candidati nell'assegnare i posti. L'idea è che tutti i posti assegnati dal Comune debbano passare per la Borsa e che il lavora sia ripartito in modo equo.

Il 31 gennaio, abbiamo indetto un'assemblea per discutere del tema presso la Casa della Cultura del popolo. Hanno partecipato all'assemblea 250 persone: non c'era posto da sedere e così abbiamo deciso lì per lì di spostarci in corteo verso il Municipio.

Il giorno dopo è successo la stessa cosa, ma stavolta eravamo in 300 invece di 250, e la gente continuava a venire. Nella manifestazione prima di quella di oggi (venerdì 6 febbraio) eravamo in 500. Oggi, come avrai visto, eravamo in 2.500. La sindaco non può continuare a tapparsi le orecchie, rifiuntandosi di ascoltare la voce del popolo.

Avete pensato di adottare altre misure, oltre alle manifestazioni e ai presidi davanti al Municipio?

Sì, infatti se la Sindaco non avrà risposto alle richieste del popolo entro il 18 febbraio, indiremo uno Sciopero Generale che paralizzerà Lebrija e che le dimostrerà - tante volte non lo avesse già capito - ciò che la gente vuole.

Come possiamo aiutare la vostra lotta da fuori?

Un problema molto grande è il denaro. Con le quote e i contributi straordinari riusciamo a malapena a pagare l'affitto della nostra sede e tutta l'infrastruttura di cui abbiamo bisogno per poter sostenere questa lotta: megafoni, sedie, tavoli, manifesti, adesivi, volantini, ecc. Qualsiasi aiuto economico sarebbe gradito e può essere inviato sul conto corrente del sindacato: 2100-2615-11-0110294467

E naturalmente, inviateci messaggi si sostegno... sono importanti per il nostro spirito.

Stiamo agli inizi di una grave crisi economica che colpirà, anzi già colpisce, molto duramente le famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici. Secondo voi, cosa si può fare per combattere gli effetti della crisi nelle nostre case?

Non ci sono ricette universali e sicuramente quello che facciamo qui a Lebrija non andrebbe bene in una città grande come Madrid dove il problema non è quello dell'asservimento ai capi politici, sebbene possiamo fare da buon esempio per le altre popolazioni dell'Andalucia che si trovano in simili circostanze.

Ciò che è chiaro è che noi lavoratori e lavoratrici dobbiamo essere organizzati, che bisogna unirci in sindacati forti, indipendenti, combattivi, dove le decisioni vengono prese da tutti/e. Dobbiamo prendere l'iniziativa, perdere la nostra paura e agire. Se noi lavoratori ci uniamo per poter risolvere i nostri problemi, niente o nessuno potrà fermarci e potremo ottenere ogni nostro obiettivo."

Un'intervista (in castigliano) con Victoriano Vela trasmesso dalla televisione locale, Lebrija TV: http://www.youtube.com/watch?v=RwSvngOKd_s

In seguito alla mancata risposta da parte del Comune, la sezione locale della CNT ha indetto lo Sciopero Generale di 24 ore per il 18 febbraio, come annunciato. L'adesione allo sciopero era del 95%, nonostante l'opposizione del PSOE, del Izquerda Unida e delle principali organizzazioni sindacali. Sono rimasti aperti solo un benzinaio, due bar e qualche bancarella di frutta e verdura in piazza.

Nei giorni prima dello sciopero, il Comune e i padroni hanno lanciato un'enorme campagna contro la CNT, addirittura pubblicando un'edizione speciale del giornale locale contro la CNT (http://www.elperiodicodelebrija.net/pdf/elperiodicodelebrija.pdf). Ma non hanno potuto azzittire la gente, che ha trasformato Lebrija, almeno per un giorno, in una città anarcosindacalista.

Tutto il personale dei supermercati, dei panifici e delle banche hanno aderito allo sciopero, così come i settori dei servizi e dell'edilizia.

Migliaia di lavoratori sostengono la mobilitazione e sono pronti a continuare la lotta finché non otterranno ciò che vogliono: il controllo dei lavoratori sui posti di lavoro, contro la disoccupazione.


Articolo scritto per Anarkismo.net; fonti: alasbarricadas.org e kaosenlared.net

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